“Chi ha avuto lo scandalo delle scommesse nel proprio Paese, non dovrebbe parlare”. Parola del centrocampista croato Vedran Corluka e sono dichiarazioni che stavolta dobbiamo subire zitti e senza replica. Incazzati come bestie per il pareggio con la Croazia, dove l’Italia va in vantaggio e si fa recuperare senza uno straccio di reazione al gol avversario, stiamo a ragionare sul famigerato e stucchevole biscotto che potrebbero “combinare” Croazia e Spagna. In parole povere con un 2 a 2 loro, noi siamo fuori dall’Europeo. Sì, perchè per passare il girone dobbiamo stare col pallottoliere a calcolare la differenza reti e coefficienti Uefa, quando bastava vincere contro una squadra mediocre come quella di Bilic, che ha avuto molte più palle di noi. E pensare, che in casa nostra, si è parlato almeno per 48 ore di palle. Ma nel modo sbagliato.
Voto 10 al centravanti azzurro. Quando ha ricevuto il pallone da Pirlo s’è involato dentro l’area e ha scagliato uno di quesi suoi destri potenti, con il pallone che si è perso sul fondo ad un centimetro dal palo. Pregevole, quando su passaggio filtrante di Marchisio, ha eluso la marcatura di Srna e ha passato palla a Cassano che dal rettangolo piccolo dell’area ha cercato un pallonetto che s’è stampato sulla traversa. Prova maiuscola la sua, anche per l’assist di scaltrezza fornito sempre all’attaccante milanista che al 15′ della ripresa ha raddoppiato per l’Italia. Ora spegnete la playstation per favore. La nostra Nazionale ha due omosessuali, un metrosexual ed eterossessuali vari simpaticamente rozzi (cit) ma a sto punto un centravanti almeno, Prandelli se lo poteva pure portare.
Voto 9 al nostro sistema nervoso. Fatevi un applauso ragazzi, perchè vedere per due partite di fila come non si trovino coi movimenti in avanti Cassano e Balotelli, mica è semplice. Sopportare il calo di zuccheri di Balotelli che non vede la porta mai, tiene elastiche le vostre fibre nervose, così come l’errore di Chiellini sul gol della Croazia oppure la speranza di Marchisio di trovarsi davanti una porta da rugby invece che una di calcio. Ok, zio Sam chiama, siamo pronti per Guantanamo.
Voto 8 all’ambientamento di Dossena. C’ha provato a fare il Collovati del commento tecnico della situazione e ci è riuscito bene, con quel pizzico di schizofrenia che fa cambiare idea ogni tre minuti netti. Ma l’ex giocatore della Sampdoria è stato commuovente quando è entrato talmente nel clima della partita e nel momento del pressing croato, da sostenere che presto Prandelli avrebbe fatto una sostituzione, perchè un azzurro “stava facendo straccing” a centrocampo. Tra Strinic, Rakitic, Vukojevic, Modric, Perisic…Minchia: questi croati sono sempre un passo avanti nella ginnastica.
Voto 7 all’esultanza sincronizzata di Monti e Pirlo. Quando l’Italia è passata in vantaggio, la faccia dei due era la stessa. Uno era in conferenza stampa dopo l’incontro con Hollande, l’altro era in campo. “Scusate c’è una partita di calcio” ha detto il capo di governo al presidente francese, “Scusate” e basta, pare abbia detto Pirlo ai suoi compagni in campo.
Voto 6 alla banalità del tifo croato. I fischi al nostro inno, tre fumogeni, un po’ di casino negli spalti, diversi buuuu, qualche cazzotto fuori dallo stadio. Tutto qui? Ma il picco più alto della banalità è stato raggiunto quando hanno tirato a Balotelli una banana, Ci chiediamo perchè non l’hanno tirata a Cassano o al metrosexual con il cerchietto sui capelli. Lì sì che avremmo riso tre giorni.
Voto 5 a Luis Enrique. Durante il campionato, il mister della Roma ha più volte fatto giocare De Rossi al centro della difesa, con gli stessi risultati buoni ottenuti da Prandelli. La differenza sta nel fatto che mentre il nostro ct s’è preso tutti i meriti di grande statega tecnico e tattico, la vittima di Tassotti a Usa ’94 viene ancora trattato come un pellaio. Luis devi farti rispettare.
Voto 4 alle frasi fatte di Prandelli. “Ci siamo, siamo vivi, lotteremo fino alla fine”. Stavolta Antinelli, col rosario in mano, ce l’ha fatta. Preso un’altra volta per l’orecchio, il ct si è espresso con l’aria fritta, un registratore a cassetta di conferenze stampa passate trite e ritrite e ci ha lasciati con una sistematina al capello leccato, uscendo miseramente dall’inquadratura della Rai in pochi secondi. Diciamolo: ci siamo sentiti presi per il culo.
Voto 3 alla maglia di Giaccherini. Bruno Gentili ci aveva avvertiti ad inizio gara: “L’altezza media dei croati è di un metro e 83”. Non essendoci ancora le scarpette da calcio con la suola alla Berlusconi, il Giaccherini di Talla va’ a capire che avrà pensato quando s’è trovato spesso di fronte pertica – un metro e 91 – Corluka. Il piccolo unmetroe67coitacchetti Giaccherini, che nella Juventus fa la riserva di Pepe (tenuto a casa da Prandelli), a fine gara e con grande fair play ha voluto fare scambio di maglia con Corluka. Il difensore croato ha sentitamente ringraziato dicendo a Giaccherini che per suo figlio la maglia è perfetta. Lo juventino s’è emozionato per il nuovo copricostume che esibirà presto in spiaggia. C’è spaccatura con la fidanzata, che invece vuole usarla come tovaglia per il picnic in pineta.
Voto 2 ai simpatizzanti il tifo irlandese. Parrucche da pagliacci, cappelli e travestimenti come fosse San Patrizio, applausi – dettati dall’alcol – anche dopo aver subito il quarto gol spagnolo. “Madonna ma che bel tifo fanno gli irlandesi” hanno detto in tanti “Mamma mia che bel fair play! Sono stati distrutti-umiliati-fatti a pezzi-ridicolizzati ma guarda che bello se succedesse anche negli stadi italiani”. Andate a fare in culo: il calcio non è il rugby, è una cosa seria che ha insito il diritto d’incazzatura innocua, ma ce l’ha e in quanto tale non è per pagliacci. Il calcio è semplicemente la cosa più importante tra quelle non importanti. Lasciateci il libero arbitrio di farci rovinare il fegato da una prestazione orribile dell’Italia. Grazie.
Voto 0 alla coerenza di Buffon. Suscita un bel vespaio quando poco prima che scoppi totalmente lo scandalo del calcioscommesse dice una cosa semplice, ma purtroppo vera sui risultati aggiustati in campo per non farsi male: “Combine? Meglio due feriti di un morto – disse – È chiaro che le partite sono fatte per essere vinte e sarà sempre così. Però, ogni tanto, se qualcuno fa qualche conto è giustificato”. Ieri, dopo la partita, ha però rilasciato dichiarazioni opposte sulla possibilità del risultato combinato: “Se Spagna e Croazia si mettono d’accordo per il pareggio, avranno la carriera macchiata”. In sintesi, se il “conto” lo fa lui, è giusto, se lo fanno gli altri è peccato. Nella remota ipotesi di un biscotto ispanicocroato, dove sarà il tuo Dio Buffon?