Ultima puntata, anche per quest’anno, dedicata al campionato di calcio della massima serie. Chi si aspettava sorprese dell’ultim’ora, è rimasto deluso: Udinese in Champion’s per il secondo anno di fila, mentre Lazio, Napoli ed Inter dovranno accontentarsi dell’Europa League. Per quanto riguarda la lotta per non retrocedere, anche in questo caso tutto come da pronostico: Genoa salvo, seppur con patemi infiniti e Lecce nella serie cadetta a far compagnia a Novara e Cesena.
Ma quest’ultima giornata ha segnato l’addio al calcio, o quantomeno alle rispettive maglie, di giocatori quali Inzaghi e Del Piero, e di altri quali Gattuso e Nesta. Ma io credo sia il caso di soffermarsi sui primi due da me citati e in particolare sul secondo. Inzaghi ha fatto la storia del Milan, ma prima anche della Juve, ed il suo primo ed ultimo goal in maglia rossonera di questa tribolata stagione sono stati il miglior addio che il bomber piacentino potesse dare; un addio, si è visto subito, davvero sincero per la lacrime che SuperPippo ha versato.
Niente lacrime, invece, almeno esternamente, per Alessandro Del Piero, ma credo che tante, dentro di se’, il fuoriclasse bianconero ne abbia versate e tante, davvero tante, ne hanno versate i suoi tifosi domenica scorsa, al momento della sostituzione al dodicesimo della ripresa. In quel preciso istante brividi indescrivibili hanno percorso le schiene di milioni di tifosi bianconeri e non solo, visto che ho letto numerosi post di sostenitori non juventini che loindicavano come un avversario sempre leale. Al momento della sua uscita dal campo, anche i giocatori avversari, quelli dell’Atalanta, hanno voluto rendere omaggio ad Alex o con una semplice stretta di mano o con una pacca affettuosa come quella del mister orobico, Colantuono. E alla fine, in piedi su una balaustra in mezzo al popolo bianconero a salutare per l’ultima volta quelli che sono stati i suoi tifosi per 19 interminabili stagioni. Lui, a parte una stagione a Padova, ha sempre indossato la casacca bianconera e le è stato sempre fedele, sia nei momenti più inebrianti, sia in quelli più complicati, ed è inutile che io stia qui a ricordarli. Non importa, adesso, quali colori andrà ad indossare, perchè lui avrà sempre i colori bianconeri nel cuore. Grazie, Alex, per tutto quello che ci hai regalato in 19 indimenticabili stagioni, dal tuo primo goal alla Reggiana, quando ti allenava un certo Giovanni Trapattoni, all’ultimo di domenica scorsa, l’ennesima perla, contro l’Atalanta. Tante altre cose ci sarebbero da dire su questo Signore del calcio, e forse le dirò più in là, ma per ora penso possa bastare così.
Anche per quest’anno il mio compito è finito. Spero che abbiate apprezzato il mio modo di vedere il calcio e che la mia, forse eccessiva, juventinità, non vi abbia dato fastidio. Forse mi rileggerete per gli Europei o per il prossimo campionato o per qualche altra occasione. Quello che è certo è che voglio ringraziare chi mi ha dato, anche per quest’anno, la possibilità di scrivere della cosa che mi piace di più.
Un poderoso grazie al fantasmagorico Michele Lupetti.
Stefano “Steve Bookie” Bertini