A Cortona si sono svolte le celebrazioni per il Primo Maggio che ha avuto il suo culmine nel consueto corteo per “Ruga Piana”. Il nostro Luigi Rossi si è aggirato per quei luoghi catturando con il suo occhio esperto scorci pittoreschi, volti noti e …cartelli tutt’altro che tranquilli. In fondo all’articolo la galleria con le sue ottime foto.
Di seguito, invece, il racconto scritto da Ivo Camerini che traiamo da L’Etruria, ringraziando ovviamente Camerini per la gentile concessione
Ancora una volta è stato Primo Maggio anche a Cortona. La storica manifestazione della Cgil in Piazza della Repubblica, allargata alla partecipazione unitaria di Cisl e Uil, si è tenuta come da tradizione ultracinquantennale con il corteo in Rugapiana fino al Parterre per l’omaggio dei lavoratori ai caduti della Patria Italia.
Un Primo Maggio di testimonianza e di difesa della democrazia e delle libertà essenziali del lavoro e di cittadinanza messe sotto attacco da un Governo che risponde solo alle lobbies del becero capitalismo di rito nord americano e nord europeo alla merkel-sarkosy.
Un Governo che risponde agli accoliti di questo capitalismo senz’anima, che toglie ai poveri per dare ai ricchi e che vuole che gli onesti e i veri lavoratori, cioè quelli che lavorano da buio a buio, si vergognino di essere formichine e dediti ai duri sacrifici del quotidiano.
Un Governo che tassa il lavoro e la casa fatta con tanti sacrifici dalle famiglie, esentando gli edifici delle banche e delle loro fondazioni.
Un Governo che spende miliardi per acquistare carri armati americani e toglie assistenza sanitaria ed istruzione agli anziani e ai figli del ceto medio.
Gli oratori in piazza, dai sindacalisti al sindaco, hanno avuto parole dure, giuste, di denuncia di una politica e di un governo che ci hanno cacciato nel vicolo cieco della depressione sociale ed economica, mentre i ricchi diventano ogni giorno più ricchi.
Parole di denuncia contro coloro che stanno giocando alla guerra civile e alla prospettiva di far tornare in Italia l’uomo forte dei tempi che furono e che in molti oggi tornano ad invocare, dimenticando quanto sangue fu versato dai nostri nonni e genitori, per ridare al nostro Paese Democrazia , Libertà e Costituzione repubblicana.
Le note del Canto degli Italiani (scritto da Goffredo Mameli nel 1847 e musicato da Michele Novaro, oggi noto come Inno nazionale o Inno d’Italia), che si sono levate più volte in Piazza della Repubblica e al Parterre, hanno detto a tutti che in piazza oggi a Cortona c’erano italiani veri, cortonesi veri pronti a difendere la nostra Italia e la nostra Cortona e soprattutto, stando dalla parte del lavoro e della gente sana e laboriosa, a sbarrare la strada ai ladri, ai furbi, agli sfruttatori, ai bugiardi e a lor signori, che vorrebbero farci tornare ad esser sudditi nel nostro Paese.
Certo, la situazione è terribile e peggio del dopoguerra, ma la colpa non è certo dei lavoratori e dei pensionati. Che i ladri e gli sfruttatori paghino il conto della crisi! Perché, ancora una volta, devono pagarla i soliti noti, cioè i lavoratori veri e pensionati al minimo?
Soprattutto che la paghino quegli sfruttatori, che anche a Cortona e in Valdichiana, non si sono vergognati oggi di far lavorare i loro dipendenti copopro o al nero, come forse era quel povero muratore che, mentre il corteo sfilava tra via Nazionale e san Domenico, stava arrampicato a stuccare il muro di una casa, poco sopra in via Santa Margherita. Certamente egli stava lì a guadagnarsi il suo tozzo di pane, forse proprio mosso dalla disperazione di mantenere la famiglia e senz’altro pagato al nero da qualche furbone nostrano che, senza più il senso del pudore, gli ha imposto di lavorare mentre lavoratori e pensionati sfilavano per la nostra città a testimoniare i valori primari della persona umana e della giustizia sociale nei confronti dell’economia e della dittatura della finanza e dei suoi cuori di pietra.
Un cortonese artigiano perbene,incontrato in Rugapiana al termine di questa mattinata che ci ridà speranza di futuro e di domani, così mi salutava: Bravo professore, che hai testimoniato i diritti della nostra Repubblica fondata sul lavoro. Io politicamente l’ultima volta ho votato nella parte opposta alla tua, ma oggi canto con te: meno male che Susanna c’è!
Ed io augurandogli buon pranzo aggiungevo: mi fa piacere che oggi riconosci l’importanza del sindacato, ma impara bene il nuovo canto. La strofa giusta è: meno male che Luigi, Raffaele e Susanna ci sono!
Buon Primo Maggio a tutti i cortonesi!
Ivo Camerini