Organizzare partite, cercarne qualcuna nella nostra zona inserendosi nella “rosa” dei convocati, prenotare il campo e dopo i match scrivere cronache o scambiarsi sfottò e complimenti: è “Fubles”, il social network interamente dedicato a chi gioca a calcetto che ha raggiunto in questi giorni i 120mila iscritti in Italia. Il fondatore è un ingegnere del Politecnico di Milano, Mirko Trasciatti, fautore quindi di una forma “specializzata” di social network che mi suggerisce alcune riflessioni per idee che potrebbero essere estese ad altri campi meno “da tempo libero” e utilizzate anche dalle nostre amministrazioni comunali come nuovi strumenti per offrire servizi e mettere in rete i soggetti del territorio.
Un social funziona se riesce a mettere in contatto le persone che condividono qualcosa, creando una rete il più possibile ampia e di facile accesso. E’ vero: ormai per tutto c’è Facebook, ma forme di social network più specializzate e limitate alle nostre aree geografiche potrebbero essere sperimentate senza grossi costi dai nostri Comuni, in luogo o in appoggio di proposte più tradizionali come quelle degli uffici del lavoro o degli “informagiovani”.
Nuovi social network su scala comunale o di vallata, accessibili dai siti ufficiali della amministrazioni potrebbero tentare di offrire un punto di incontro virtuale su tematiche di interesse collettivo. Un’idea sostanzialmente simile a quella che è stata messa a punto per il calcetto potrebbe quindi funzionare se promossa dai Comuni per la ricerca del lavoro, la promozione delle attività e degli eventi, della creatività giovanile. Il Comune così potrebbe rafforzare il ruolo di “tramite” e cerniera fra le varie parti del suo tessuto sociale
Un altro tema su cui sperimentare qualcosa è poi quello del car-sharing, ossia la condivisione delle auto mettendo in rete le persone facendo incontrare esigenze comuni (ad es: raggiungere il posto di lavoro lontano da casa, specie quando mancano i mezzi pubblici). Un tema che forse farà sorridere qualcuno, ma che crediamo nell’arco di qualche anno, se non addirittura di qualche mese, potrà diventare un’esigenza imprescindibile visto quanto costa la benzina e vista la crisi galoppante.
Anche su questo le nostre amministrazioni locali potrebbero provare a fare qualcosa.