Sfrontati, giovani e “folli”. Il tutto per loro stessa ammissione. Luca Stanghini ha accettato la sfida elettorale assieme alla lista “Monte San Savino libero”, non proprio come outsider anche se la connotazione di “scelta alternativa” al voto è piuttosto pertinente alle idee contenute nel programma elettorale.
Stanghini, quel giovedì, al Cassero, la presentazione della sua lista fu di fuoco, con domande complesse da parte della cittadinanza. Se lo aspettava di essere messo subito alla prova?
Sì perchè volevamo sin da subito un confronto diretto, senza alcun filtro. Inoltre, il lavoro che abbiamo svolto nella preparazione del programma elettorale, ha toccato ogni questione a trecentosessanta gradi.
Follia, audacia e sfida. Quali sono i motivi più profondi della sua candidatura?
Parlo a nome della lista. Inizialmente ci siamo riuniti come gruppo e con l’idea di compiere un percorso specifico di consapevolezza delle esigenze della cittadinanza. Una volta chiare, abbiamo stilato il programma. Ci siamo mossi un passo alla volta, senza perdere mai di vista lo stato della nostra realtà territoriale. Per quanto riguarda invece la mia candidatura a Sindaco il motivo risiede nel fatto che ho elaborato nel tempo delle idee e nel momento in cui le ho confrontate con coloro che ora fanno parte della lista e poi con la comunità, ho percepito che erano apprezzate e condivise. Da qui è nato il laboratorio politico per costituire il programma elettorale. Abbiamo avuto un confronto con le figure professionali di riferimento di questo territorio in materia di scuola, sanità, urbanistica, commercio. E’ qui che è nato “Monte San Savino libero” che mira per prima cosa alla costruzione di un’identità, un obiettivo che rappresenta una prima soluzione per togliere il paese dall’immobilismo e dalla rassegnazione.
Quanto può essere un vantaggio il fatto che sei l’unico candidato di Monte San Savino?
Può esserlo perchè nelle elezioni amministrative il legame con il territorio è importante e significa avere più chiare le problematiche della comunità.
Quali sono i punti chiave del programma?
In primis tendo a spiegare che queste elezioni amministrative non devono ridursi ad una semplice competizione elettorale. Abbiamo compreso a pieno la portata del momento e il programma contiene progetti che insieme costituiscono il motore di ripresa e rilancio del territorio.
I punti chiave sono essenzialmente tre. Il primo progetto si chiama “città-scuola” e punta ad inserire nel percorso scolastico corsi di formazione professionali e lavorativi. In questo modo in collaborazione con gli istituti scolastici del Comune e con il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi, si creano figure occupazionali nuove nel mondo del lavoro e interne al nostro territorio, capaci di ridare linfa all’occupazione e quindi al mercato.
Il secondo progetto è “Monte San Savino-città ideale”. Qui entrano in gioco varie tematiche. La prima è l’innalzamento del benessere della persone e delle famiglie, raggiungibile attraverso la fruizione, accessibile a tutti, dei servizi, in modo che ne benefici la qualità della vita. Dentro quest’ottica Monte San Savino deve fornire le condizioni per creare occupazione.
Il terzo progetto prende il nome di “Tutto il Monte è una ribalta”. La valorizzazione del territorio passa attraverso una nuova vivacità al paese segnata dall’organizzazione di un calendario di eventi, prima spinta per creare appeal nei potenziali visitatori. Qui è opportuno che Monte San Savino entri nei percorsi turistici nel quali sono inseriti altri comuni della Valdichiana e che hanno molta più esperienza su questo settore.
Al momento il pensiero comune è che in caso di vittoria si rivolgerà a persone esterne alla lista per comporre la Giunta. E’ così?
Smentisco perchè la mia squadra conta di persone che hanno una professionalità tale da ricoprire ogni incarico di Giunta. L’idea che potremmo rivolgerci a persone fuori dalla lista è nata dal fatto che siamo molto giovani e con un’esperienza limitata. Tutto questo però si trasforma in vantaggio perchè è forte la nostra voglia di metterci in gioco e di stabilire un dialogo. In queste elezioni dobbiamo andare al di là delle questioni amministrative. Vinceranno coloro che hanno presentato un piano di sviluppo migliore per il rilancio del paese.
Siete partiti come outsider, adesso la sensazione è che invece possiate diventare l’antagonista di una delle due liste. Ha anche lei questa sensazione?
Sì, perchè le idee delle altre due liste guardano al passato e i partiti peccano di appiattimento. Per noi era fondamentale creare una proposta alternativa e credo che ci siamo riusciti perchè il nostro è un percorso che è partito da lontano, è stato lungo e complesso, non è stato tralasciato alcun aspetto delle varie realtà territoriali. In altre parole la nostra proposta è nata dal basso ed è così che, a nostro parere, si fa politica.