Detta così sembra un ossimoro: il dottor Aimi va in pensione. Eppure questo accostamento di due termini contrari si verificherà, e, ironia della sorte, accadrà il primo di Aprile: data emblematica, giorno delle prese in giro per eccellenza. Quando si dice le combinazioni astrali. Del resto, è stata forse una combinazione astrale che ci ha offerto il privilegio di conoscerlo, di essere suoi amici e collaboratori. Ma è troppo facile parlarne bene: dalle nostre parti Mario Aimi ha rappresentato, e rappresenterà ci auguriamo ancora a lungo, quel qualcosa in più di cui la nostra società ha sempre maggior bisogno; quel qualcosa in più che va oltre la tecnocrazia, il progettualismo, la meccanizzazione umana, la sensazione di far parte di una società che ti incanala e, al bisogno, ti spreme ben bene.
Mario è stato ed è un’istituzione: medico eccellente da lunga tradizione familiare, attivo promotore ed organizzatore di iniziative nella sua amata Cortona, splendido catalizzatore della sanità pubblica della Valdichiana, presenza stimolante nelle attività di volontariato. E anche il termine “istituzione” è limitativo: è forse più adeguato parlare di “personalità fortemente attiva”, con il pregio di riuscire a “darsi” agli altri con il suo caldo e affettuoso sorriso. Un sorriso che se è di incoraggiamento e stimolo per i collaboratori, è d’altro canto ottimo supporto alle terapie che prescrive ai suoi malati, sempre numerosissimi e “innamorati”. E convinti, come noi, che quello del primo Aprile sarà uno scherzo: Mario Aimi non andrà mai in pensione, non è nel suo personaggio. La sua borsa e il suo fonendoscopio continueranno a percorrere le viuzze di Cortona, dove i suoi amici avranno sempre il piacere di incontrarlo, attivo e in gran forma. “Mario, quando vai in pensione?” “Presto, presto, non ne posso più, mi sono rotto…”
E così ancora per lunghi, lunghissimi anni.
Un abbraccio caloroso e un grazie di cuore.