Nei giorni scorsi, il quotidiano la Nazione ha pubblicato due servizi giornalistici su Cortona. Il primo evidenziava la disastrosa situazione in cui versa attualmente Cortona, soprattutto nel centro storico, in termini di assenza di vita e di presenze; il secondo raccontava invece l’accordo raggiunto tra la giunta comunale e la Confcommercio in merito alle prossime iniziative da attuare per rilanciare il commercio e il turismo.
Mettendo in relazione il contenuto dei due articoli, c’è veramente da preoccuparsi. Da una parte viene rappresentata una realtà devastata dal Covid, che reclama urgentemente una programmazione seria e articolata, ricca di investimenti e di idee; dall’altra si parla del Parcheggio multipiano di porta Colonia e delle zone verdi (potrebbe essere più correttamente definiti fazzoletti verdi) per Camucia. Inoltre si punta su CortonAntiquaria e Cortona On the Move, come se fossero sufficienti per dare rilancio economico alla città e a tutto il territorio comunale.
Basta! O il Sindaco ha più di un coniglio nel cilindro (che però sembra non possa mostrare), o veramente rischiamo di continuare in una involuzione già iniziata invero da qualche anno e che in breve porterà Cortona e molti dei suoi abitanti a fare il conto con un declino demografico, culturale, economico e sociale senza precedenti, e in tutto questo le attuali forze politiche di maggioranza hanno analoga responsabilità dalla quale non possono esimersi. Svegliatevi, parti sociali, partiti, movimenti, imprenditori! Pretendete di sapere cosa bolle in pentola, altrimenti sappiate che il futuro non sarà per nulla sereno e non tutti ce la faranno.
È evidente come, nel contesto storico che stiamo vivendo, sia necessario un cambio radicale di paradigma di approccio al turismo e non solo, indispensabile per invertire la direzione pessima che ha preso la situazione economica e sociale a Cortona. L’alibi del Covid può giustificare i dati economici negativi di quest’anno che il settore del turismo ha segnato, ma non può autorizzare chi di dovere dal non avere il coraggio, la forza e le capacità per reagire a questa situazione avversa. Una seria programmazione strategica deve essere fatta oggi (forse è già troppo tardi) perché una volta definita, occorre tempo per trovare le risorse necessarie ad attuarla. Questo è il periodo in cui saranno erogate risorse per realizzare progetti seri, concreti, di lungo respiro. Progetti che porteranno vero valore aggiunto alla collettività, non di facciata per ricompensare passati favori resi.
Quali sono le direttrici fondamentali lungo le quali muoversi per riconquistare un benessere economico e sociale diffuso a Cortona? Innanzitutto creare per tutto il territorio iniziative di crescita culturale diverse dagli eventi finalizzati ai soli turisti, occasioni di relazioni che stimolino produzione di cultura autoctona. Occorre creare spazi ed opportunità nel campo della musica, del teatro, della lettura, del cinema per rendere viva una realtà che ha necessità di guardare se stessa prima ancora del turista mordi e fuggi. Il turismo pregiato di cui ha bisogno Cortona è il turismo culturale, non di massa, è un turismo lento, colto, che spende soldi e tempo per visitare, vedere, apprezzare ed amare. È un turismo che cerca l’autenticità del luogo, delle persone, delle relazioni. Non dobbiamo rincorrere una consumazione di caffè o un cono gelato in più.
Infine, per arginare l’esodo dei nostri giovani occorrono politiche rivoluzionarie rispetto al presente e più recente passato. Occorre rivolgere loro una attenzione particolare. Dobbiamo offrire occasioni di vita quotidiana per vivere la propria adolescenza e giovinezza all’interno del territorio comunale, creare opportunità di aggregazione, di interazione e, soprattutto, di concreta libertà di espressione: facciamoli diventare protagonisti del proprio destino e gestori del proprio tempo.