Non è facile parlare di Castiglion Fiorentino, specialmente adesso. Premettendo di essere cortonese e quindi traverso mi permetto comunque di dare un giudizio su quanto accade sul fronte politico, raccontando un po’ anche quello che è il nostro approccio in modo da chiarire una volta per tutte quello che vorremmo fosse il nostro ruolo. In calce, restando fedele al TotoPollo dei tempi d’oro, qualche pronostico o profezia che dir si voglia.
Il nostro lavoro si regge su un difficile equilibrio: voler essere uno spazio aperto a tutti, volere dare notizie in modo oggettivo ed equilibrato e sentire nel contempo la necessità di formulare ogni tanto anche qualche opinione per fornire spunti che crediamo utili.
E’ sul primo lato, quello dello “spazio aperto“, che la formula ogni tanto va in sofferenza. Specialmente quando partono i batti e ribatti dei comunicati stampa e si comincia a usare Valdichianaoggi al posto del telefono o delle sedi di partito e/o istituzionali, perchè si sa che una telefonata o una frase detta in una riunione resterebbe confinata là, e invece Valdichianaoggi lo leggono tutti (o quasi dai…non facciamo troppo gli sboroni!!!)
Intendiamoci: la cosa ci onora, caricandoci di un ruolo importante che accettiamo con vero piacere. Ci dispiace soltanto diventare a volte strumenti involontari di battaglie politiche abbastanza inutili, troppo personali, incomprensibili ai non addetti ai lavori e in fin dei conti inconcludenti.
Ma la sitiuazione adesso a Castiglioni???
La sensazione da esterno (si legga “esterno” come “non castiglionese“, l’ultima cosa che voglio è fare il puro) è quella che esistano due correnti che operano in modo totalmente diverso. Ma non si tratta di centrodestra e centrosinistra: le due correnti, una delle quali ancora deve finire di concretizzarsi, sono molto composite e variopinte. Quel che conta è l’approccio e il metodo usato.
I primi sono gli irriducibili della precedente era politica, i secondi quelli che guardano al futuro e in un modo o nell’altro stanno arrivando ad una conclusione comune: che alla guerra è preferibile qualcosa di più costruttivo.
Gli irriducibili parlano una lingua vecchia e continuano a ragionare del passato, o per difenderlo cercando un rattoppo alla falla del dissesto o per distruggerlo completamente trovando nel dissesto stesso la loro ragion d’essere. Si nutrono di dietrologie, desiderio di vendetta, invocano punizioni esemplari o notti dei lunghi coltelli. Ragionano in modo schematico, con Sì e No e con O con noi o contro di noi. A volte invocano “la politica” chiedendosi con tono quasi accademico “dov’è finita?” ma non si rendono conto di essere i primi responsabili della sua sparizione. Per loro c’è sempre qualcuno che deve pagare, c’è solo da scegliere il modo (che può variare da quello maiosta alla crocifissione in sala mensa). Per essi il dialogo politico è solo contrapposizione frontale fra eserciti composti da qualche capo e alcuni fedeli soldati, denigrazione con ogni mezzo del nemico, replica velenosa. Loro sport preferito distruggere e demolire qualsiasi iniziativa che cerchi di uscire dalle vecchie logiche.
Riusciranno costoro, a furia di combattersi fra di sè e combattere quelli che non sono come loro, a mantenere vive le tenebre? Credo proprio di no.
Ormai sono vecchi (non nel senso anagrafico), sono lenti e per niente rock. Verranno superati dal normale corso storico delle cose.
Ci vuole poco infatti a capire che serve una cura intensiva e coraggiosa. A mali estremi estremi rimedi, si dice, e un rimedio estremo è quello di cominciare a pensare tutti al bene di Castiglioni lasciando da parte tutto il resto. Non dimenticandosi anche di quello che succede in Italia in questi mesi. The times they are a-changin’…
E così mi azzardo a pronosticare che il futuro di Castiglion Fiorentino scaturirà da un gruppo di persone di buona volontà capaci di operare una cesura netta col passato e coi metodi da irriducibili. Persone più inclini al peace and love piuttosto che alla war, possibilmente senza degenerazioni hippie. Magari formeranno due o più liste e si confronteranno con candidati diversi per le inevitabili differenziazioni di valori e idee (la vera politica) che resteranno vive e presenti, ma guarderanno tutti a un identico fine: il bene della città e l’apertura di una nuova era fuori dagli scoltellamenti sul passato