E’ quasi ufficiale che nessun rappresentante della provincia di Arezzo siederà questa volta nei banchi della giunta regionale toscana. Del resto lo abbiamo capito, quando alla chiusura dei seggi per le elezioni comunali e regionali, i risultati elettorali assegnavano al centrodestra la città di Arezzo con uno scarto di voti superiore alla volta precedente, nonostante le difficoltà della giunta Ghinelli.
Ad una prima analisi dei profili dei futuri assessori, 5 uomini e 3 donne, sembrerebbe qualitativamente migliore della precedente squadra, se non altro perché alla sanità dovrebbe andare Alessandro Cosimi, medico ed ex membro del Consiglio dell’Istituto Superiore di Sanità ed ex sindaco di Livorno, quindi con una competenza ragguardevole, ma anche la presenza di Serena Spinelli e Monia Monni, Leonardo Marras, Alessandra Nardini e Simone Bezzini, rappresentano almeno qualche novità di rilievo.
E’ chiaro che il Presidente Giani non poteva premiare gli sconfitti ed i loro rappresentanti, Ceccarelli e De Robertis, che evidentemente con la loro presenza in giunta regionale e vicepresidenza non hanno apportato nessun beneficio al centrosinistra della provincia di Arezzo, tant’è che il centrodestra ha vinto praticamente dappertutto, compresi tutti i comuni della Valdichiana. In particolare, come ho avuto spesso occasione di sottolineare, sul versante del lavoro e della crisi occupazionale e sulla sanità, dove abbiamo dovuto subire la predominanza di Siena e Grosseto a discapito dei servizi del S.Donato e dei 4 ospedali di vallata, con una riduzione consistente del numero dei posti letto ed un gran numero di posti non ricoperti in pianta organica sia nel settore medico, che tecnico ed amministrativo, basti pensare che Grosseto aveva una copertura del 100% dei posti in pianta organica, primo in Italia e Siena al 5 posto, mentre Arezzo si poneva intorno al 65° posto. Dimostrazione che l’area vasta ha penalizzato principalmente la sanità aretina, con i politici locali che non hanno fatto nulla per rivendicare il superamento di questi squilibri ed anzi facendosi prendere in giro dalle false promesse dei direttori di turno e dell’assessore Saccardi, con la conseguenza che vi è stata anche la fuga di medici verso la sanità privata.
Discorso a parte va fatto per Arezzo, perché qui veramente c’è da domandare ai dirigenti del PD e Liste Civiche : “ che cos’è che non avete capito della volta precedente ? “, io una risposta ce l’avrei ed è quella dell’inadeguatezza del gruppo dirigente, che guarda caso è lo stesso della legislatura passata, stessi volti e stessi nomi, scarsa opposizione ad una giunta che certamente non ha risolto i problemi di Arezzo, come invece aveva promesso di fare e soprattutto perdita di rapporto con le realtà locali. Una delle critiche maggiori è stata quella di andare a parlare con i cittadini delle frazioni solo prima delle elezioni e di aver accettato l’ampliamento dell’ inceneritore di Arezzo, in una zona già compromessa dal punto di vista dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Però, oltre alle dispute interne al PD e alle Liste Civiche, una vera analisi sugli errori commessi e di una strategia all’acqua di rose, con programmi non molto dissimili da quelli del centrodestra non viene fatta, una analisi che possa coinvolgere quella base a cui spesso si richiamano, ma che viene convocata per ascoltare e non per contribuire alle scelte politiche ed economiche dei territori, quasi ripudiando qualsiasi forma di critica o proposta che non sia in linea con il “ capetto “ di turno e questo secondo me rappresenta il problema dei problemi se si vuole uscire da questa spirale.
Doriano Simeoni