Passate anche queste feste ed in attesa della fine del mondo che avverrà fra poco meno di un anno (!), il campionato più discusso è ripreso così come era finito, con Milan e Juve in testa ed Udinese a ruota e l’Inter che, infilando la quinta vittoria consecutiva, zitta zitta quatta quatta, torna sotto. Sembra di essere ritornati all’epoca pre – Calciopoli quando erano proprio rossoneri e bianconeri a spartirsi gli scudetti e le altre stavano lì a guardare e sperare in qualche passo falso che, raramente, avveniva.
Sono due belle squadre quelle di Allegri e di Conte, reduci la prima da dodici risultati utili consecutivi, la seconda da un’imbattibilità che, al momento, dura da inizio campionato. Nel turno di ieri i primi hanno piegato, sul suo campo fino a quel momento imbattuto, una coriacea Atalanta che sul campo non sembra risentire dei casini combinati dal suo ormai ex capitano Doni; un rigore di Ibra, l’ennesimo ma indiscutibile, ed una zampata sottoporta del ballerino Boateng, hanno steso i bergamaschi.
La Juve, col minimo sforzo, ha piegato un Lecce che, in casa, ha fatto solo un punto fino ad ora. Un’inzuccata di Matri, subentrato allo sfigatissimo Quagliarella, a mezzo metro dalla porta, ha dato una preziosa vittoria ai bianconeri che, poi, qualcosa hanno concesso ai salentini, ma che sfiorando, a loro volta a più riprese la marcatura, hanno legittimato questo successo. La cosa che non capisco è perchè Cosmi, quando perde con la Juve, abbia sempre di che lamentarsi. Ieri si è mancato per lo scarso recuper del secondo tempo. Serse, mettiti l’anima in pace! Anche giocando fino alla fine del mondo, la tua simpatica squadra non l’avrebbe buttata dentro!
L’Udinese è sempre lì e con quattro pappine al Cesena fa sentire la sua ingombrante presenza. Totò apre e chiude le marcature e in mezzo un paio di cappelle del pensionato Antonioli chiudono i conti.
L’Inter fa la “manita” al Parma, probabilmente ancora imbottito di cotechino e zampone. Nonostante le numerose assenze, i nerazzurri stanno trovando la quadratura del cerchio, e possono dire la loro almeno nella lotta per la Champion’s.
La Lazio, al contrario, imbecca quella che può essere definita la partita no della stagione: quattro goal presi, due rigori contro, il portiere espulso! Sembra un film di Dario Argento, ma è solo l’amara realtà. Al Franchi di Siena il copione recita così: Siena 4 – Lazio 0.
“Scusate il ritardo”: questa la scritta sulla maglia di Totti dopo il primo dei due rigori realizzato al Chievo. Una Roma molto buona contro un Chievo che, ieri, è apparso poca cosa. E bravo Luìs Enrique che sembra stia iniziando a capire come funziona il calcio in Italia.
Il resto della giornata vede il Bologna tirarsi fuori dalle sabbie mobili, superando un Catania ancora con Maxi Lopez; il cambio di allenatore e Gilardino in campo non portano a nulla in casa Genoa: a Cagliari un 3 – 0 che non ammette repliche; la Fiorentina senza punte ma con un super Jovetic ne fa tre ad un Novara che sembra aver intrapreso una brutta strada, mentre nel posticipo un Palermo che sembra non capirci più un granchè ne prende tre da un Napoli finalmente all’altezza con Pandev, Cavani e Hamsik in grandissima evidenza.
Alla prossima
Stefano ” Steve Bookie ” Bertini