Quanto è cambiata, da qualche giorno, la nostra vita?
Non si esce più, se non per andare a lavorare o a comprare da mangiare.
Tutto il resto lo evitiamo perchè, giustamente, non ha senso correre inutili rischi.
E poi anche se volessimo darci alla pazza gioia non lo potremmo fare, perchè in giro non c’è niente, è chiuso tutto. Sono ancora aperti i ristoranti (finchè avranno clientela…), i bar e le palestre, ma tutti gli eventi sono annullati, cinema e teatri sono chiusi, così come le scuole e la maggior parte dei luoghi sociali.
Di giorno la gente in giro c’è, d’altronde ancora tocca andare a lavorare per mangiare. Ma appena cala il buio, se si fa un giro a piedi o in macchina, sembra un film post-atomico. Non c’è nessuno.
Dove siamo?
Chiusi in casa, col telefono in mano a cercare disperatamente notizie e aggiornamenti. Per molti, la stragrande maggioranza di noi (chi ha un negozio, un’azienda, una qualsiasi attività che poggi sulle relazioni sociali…), già si profila uno scenario catastrofico. Magari non ci ammaleremo, ma economicamente sarà una botta assurda. E allora, sommando tutto, sì che girano le palle…
Per paura rifiutiamo ogni contatto col mondo. L’infettato potrebbe essere ovunque, potrebbe essere chiunque. Non si sa mai. Ma poi metti che davvero si becca sto virus… sai che casino. E magari lo trasmettiamo alle persone a cui vogliamo bene. Non ce lo perdoneremmo mai.
Per non sbagliare allora meglio restare isolati. Meglio chiudersi in sé stessi. Meglio rifiutare l’altro, rifiutare il Mondo, rifiutare tutto ciò che è fuori dal nostro quadratino della vita privata.
Viene in mente lo scenario del “Decameron” del Boccaccio, nel quale un gruppo di persone sfugge alla peste isolandosi in campagna e aspetta che passi mangiando, bevendo e raccontandosi amene storielle.
Qui, è evidente, siamo messi anche peggio.
Perchè anche se fortunatamente questo virus non è la peste, manca totalmente la dimensione sociale e di solidarietà che, in quel gruppo di buontemponi del Decamerone, c’era.
Ecco, appunto. Oltre al danno sulla salute che davvero speriamo sia più contenuto possibile e al disastro economico c’è il danno sociale. Il danno al nostro essere Uomini: animali sociali, curiosi, esploratori, coraggiosi, in cerca di esperienze, contatti e scoperte. Tutto questo, in questi giorni, scompare sommerso dalla paura.
Ed ecco quindi che anche qui da noi, anche se i “quarantenati” con ordinanza del Sindaco (n.b. senza virus, a solo scopo cautelativo!) sono pochissimi e quelli che veramente hanno il Virus sono zero, in realtà in Quarantena ci siamo tutti.