E’ storia di questi giorni e di questi mesi che tre grandissimi atleti quali Francesca Schiavone, Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic stanno vincendo una dura lotta contro malattie cattive e contro le quali è difficile spuntarla, molto più difficile di una smorzata o di una rovesciata o di un calcio di punizione. Sono lontani i fasti per i nostri tre atleti, il 2010 per la Leonessa di Brescia quando, e ce lo ricordiamo tutti, dopo l’ ultimo punto conquistato contro l’ australiana Stosur, si buttò a terra mangiando la terra del Roland Garros, ancora più lontano il trionfo di Gianluca quando nell’ ormai “ preistorico “ 1996 alzò al cielo la Coppa dei Campioni con la maglia della Juventus, per Sinisa tanti campionati nell’ ex Jugoslavia e successi in Italia con Inter e Lazio con la quale si aggiudicò Coppa delle Coppe e SuperCoppa Europea e Champion’s ed Intercontinentale con la Stella Rossa. Anche dopo, sono arrivati successi per Francesca, Gianluca e Sinisa, poi c’ è stato l’ inevitabile declino e con il passare inesorabile degli anni, la prima ha appeso la racchetta al chiodo, il secondo ed il terzo gli scarpini.
Francesca Schiavone ha affidato ai social, ormai funziona così, con il volto provato ma felice, un video di cinquantacinque secondi per far sapere di aver sconfitto la malattia, maligna ( …. ) e che adesso è pronta ad affrontare nuovi progetti, nuove battaglie che aveva dovuto interrompere per lottare contro la malattia. “Ho avuto il tumore, l’ho sconfitto e oggi vivo di felicità.”
Per Gianluca Vialli la battaglia è più difficile, avendo il male al pancreas. Quando ha saputo di dover affrontare questa malattia, Gianluca ha confessato di non sapere nulla di questo male ma, come ha sempre fatto sul campo, ha lottato e continua a lottare con la grinta e la tenacia che lo hanno sempre contraddistinto e la battaglia a sta vincendo lui. Nel suo libro, Gianluca, racconta che la vita, come lo sport, è fatta di salite e discese, di vittorie e sconfitte e questa che vi riporto qui è una frase molto significativa: “ Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. E spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli.”
E poi, come non parlare anche del leone serbo Sinisa Mihajlovic, che da quest’ estate sta lottando contro la leucemia e che nelle ultime partite è tornato a seguire il suo Bologna in panchina dopo aver ricevuto l’ ok dai medici. Immaginatevi per un leone come lui cosa abbia voluto significare stare rinchiuso in un ospedale ed essere sottoposto a terapie che gli hanno sì minato il fisico, ma non ne hanno minimamente intaccato la grinta. Ha pianto e con le lacrime, una volta di più, ha dimostrato la sua forza. “ Non mi sono mai sentito un eroe. Dico a chi è malato come me di non perdere la voglia di vivere. È una malattia bastarda. Ma vorrei usare una frase di Vasco Rossi: io sono ancora qua. Nella vita precedente la pazienza non era il mio forte, ora sono cambiato».
Tre atleti, tre persone come noi che si sono trovati ad affrontare quello che sembrava un male insormontabile ma che con la loro tenacia e la loro voglia di vivere dicono a tutti di non mollare MAI.
Stefano Steve Bertini