Tante volte mi sono interrogato sul senso della vita e sulla necessità di ricordare chi ci ha lasciato. Il ricordo serve soprattutto a chi sopravvive e della morte fa paura il fatto che sia definitiva ed irrimediabile.
Ricordo benissimo Silvia Broncolo.
Eravamo lontani anni luce nella concezione della politica, nelle ideologie professate, nella visione del mondo ma c’era un grandissimo rispetto reciproco.
Di Lei mi incuriosiva il fatto che si sentisse estranea alla potere politico locale che pure, fino a pochi mesi fa, è stato sempre saldamente nelle mani della Sinistra.
E’ la stessa sensazione che ho avuto quando sono stato nelle istituzioni in tutti gli anni ‘80: un corpo estraneo in un contesto ostile e molto trasversale.
Silvia, merita di essere ricordata perché è scomparsa prematuramente ed avrebbe potuto dare moltissimo alla sua comunità.
Mi sento di fare un piccolo appunto ai suoi compagni di partito: che senso ha concordare la consegna di una targa ai familiari da parte di “questo” (…) Sindaco?
Quando ho voluto ricordare una persona scomparsa che apparteneva al mio mondo mi sono stretto attorno alle persone che gli volevano bene e mi volevano bene.
Il riconoscimento più grande è il ricordo che deve rimanere intatto e finché una persona è ben presente nei nostri cuori non muore mai.
Ho letto che nella targa non sono state inserite le parole “comunista ed antifascista” per meglio definire l’impegno politico di Silvia e che, per questo, nessun famigliare si è presentato a ritirarla. Perché, cari compagni, invocate un riconoscimento istituzionale per questa ragazza?
Molto meglio organizzare un convegno, invitare i famigliari e ricordare le esperienze comuni, privilegiando i ricordi personali di ciascuno.
Vorrei sbagliarmi ma Silvia se ne sarebbe fregata di una targa ricordo consegnata da Meoni!
Lasciamo che il ricordo sia puro, non sciupiamo la purezza del ricordo.
Per quanto mi riguarda, non gradirei mai targhe “postume” consegnate da chi non stimo anche se svolge un ruolo istituzionale importante.
Mi dispiace anche che un circolo politico (badate bene, un circolo politico non un consigliere comunale…) abbia voluto strumentalizzare Silvia, chiedendo che venisse intitolato uno spazio pubblico a Lei e a Giorgio Almirante.
Troppo ardito e strumentale il confronto tra un consigliere comunale che ci ha lasciato troppo presto ed un grande statista.
Non ho mai odiato chi ci aspettava davanti alle scuole per ammazzarci a colpi di spranga.
Ho, però, un’avversione profonda per i furbetti di tutte le risme e di tutti i colori.
Questa avversione aumenta se sono ondivaghi e privi di scrupoli.
A Cortona, dicono (…), governi la Destra: ma allora che problema c’è ad intitolare una strada a Giorgio Almirante senza ricorrere a stratagemmi tattici e a paragoni quantomeno arditi?
Osservo sconsolato queste tarantelle malinconiche che dettano i tempi della politica perché il sentimento è del tutto latitante ed assente. Ciascuno impari ad onorare i propri morti, non dimentichi il loro insegnamento e non tradisca i valori ai quali hanno consacrato la loro esistenza.
Non affidiamo il loro ricordo a chi non lo merita affatto, a chi non li rispetta, a chi non li conosce ma soltanto a chi con loro ha diviso battaglie, impegno politico ed emozioni.
Chiedo scusa ma la penso proprio così
Mauro Turenci – “Cortona Patria Nostra”