Basta dare un’occhiata al calendario per capire che questa sarà l’ultima puntata dell’angolo del bibliotecario 2019. Ho pensato perciò di chiudere in bellezza, recensendo un breve romanzo (quasi) allegro, una commedia dolceamara condita con un pizzico di salace ironia tutta toscana che, se vorrete, potrete regalarvi per Natale.
Sto parlando di “Tropico di Gallina” di Mattia Nocchi pubblicato per i tipi della milanese Excogita Edizioni
È un libro che fa dell’originalità la propria cifra stilistica fondamentale, sia per la trama (ma di quella, come sapete, vi darò conto alla fine), sia per la lingua in cui si mescolano continuamente registri bassi e alti, aulici e popolani con sapiente nonchalance. L’ambientazione parrebbe a prima vista stereotipata (il paesino di campagna in cui si conoscono tutti) così come i personaggi (i vecchi che giocano a briscola tra una bestemmia e l’altra, i giovani che sognano di evadere e di non tornare più) e invece sta proprio qui l’abilità dell’autore che riesce con pochi tratti di colore a riverniciare tutto e a renderlo sorprendente e inaspettato, come volesse giocare a dama con i pezzi degli scacchi.
Così in questo paesaggio afoso e apparentemente immobile, in questo palcoscenico campagnolo dove il tempo passa indifferente, d’un tratto spuntano come funghi, in spirito o in carne ed ossa, nientemeno che Stalin, Shakespeare e Kurt Cobain e rovesciano gli equilibri, spezzano la monotonia, mettono sottosopra ogni cosa. E al lettore, sbalestrato e divertito, non resta altro da fare che seguire, col sorriso sulle labbra, questo immane trambusto che corre lungo quel 43° parallelo che attraversa (davvero) la minuscola frazione di Gallina nella vicina e bellissima Val D’Orcia.
Prima di concludere, come al solito, con la sinossi di quest’opera che assolutamente vi consiglio, faccio a tutti i miei quattro o cinque lettori un caloroso augurio di Buone Feste e vi do appuntamento al 2020 per altre storie e buoni libri.
TRAMA: I paesini di campagna sono come le famiglie felici: si assomigliano tutti. Gallina non fa eccezione. Le persone si muovono lente nelle settimane sempre uguali, un’umanità raccontata con note di sarcasmo ma anche di quieto e desolato lirismo; i vecchi ingannano il tempo tra una briscola e una bestemmia, i ragazzi sognano di scappare dalla monotonia. Fino a quando un giorno, per le strade che si srotolano tra le biancane, ritorna l’Armata Rossa: nessuno se lo aspetta, eppure qualcuno non ha mai smesso di crederci. A tratti amaro, a tratti ironico, l’autore dà vita a una commedia degli equivoci il cui unico punto fermo è un cartello giallo ben piantato nel cuore del paese, a indicare il passaggio del 43esimo parallelo dell’emisfero boreale.