Riceviamo e pubblichiamo da Stefano de Rosa e Daniele Simonelli
José de Almada Negreiros è stato un artista vulcanico e poliedrico. Nacque nel 1893 a San Tomé. Si trasferì giovanissimo a Lisbona, dove non tardò ad entrare in rapporti di amicizia con Fernando Pessoa, poeta e scrittore che ha coltivato con cura il piacere sottile e rischioso di dividere la propria esistenza in sogni e in vite vissute da eteronimi, nei quali travasava la propria inesausta voglia di essere vivo, presente, in una dimensione artistica che nessuna formula critica può immagazzinare o racchiudere. Così, Pessoa s’immaginò ingegnere navale futurista, poeta virgiliano sensibile ai palpiti della natura, rapsodo in volontario esilio in Brasile, e molto altro ancora, in identità a stento soffocate da una maschera di rispettabilità borghese. Almada fu subito suo amico. Fu scrittore, autore di testi dall’infocato sapore tardo romantico, storie di amori irregolari, schizzi di un’umanità negletta e irrequieta. Passò poi, con risultati altissimi, alla pittura. Divenne per il Futurismo portoghese ciò che Umberto Boccioni fu per il Futurismo italiano: la sintesi e il manifesto, ovvero la capacità di testimoniare sulla qualità espressiva di un’intera generazione e smuovere l’immobilità stagnante della società verso una modernità desiderata, viva di speranza e dispensatrice di dolci promesse. Le sue apparizioni erano spettacolari. In una mostra si presentò con una tuta da aviatore e rivendicò l’invenzione della tuta, contro i futuristi fiorentini. Sapeva fare scandalo rilasciando interviste ricche di battute spiazzanti. Era un giovane pieno di talento e di fiducia in sé stesso. Con la morte di Fernando Pessoa, nel 1935, il movimento futurista perse la propria iniziale spinta propulsiva. Lo scoppio della guerra civile nella vicina Spagna portò ad una radicalizzazione della lotta sociale e da questa situazione trasse giovamento il dittatore Oliveira Salazar, che fece scendere sul Portogallo la cappa plumbea della censura e della negazione dei fondamentali diritti civili. Nel 1940 si tenne una grande mostra celebrativa del Modernismo portoghese. Si trattava, ormai, dell’omaggio che la dittatura fascista si dilettava di rilasciare a dei nemici sconfitti ed inoffensivi. Nei duri anni che seguirono, Almada Negreiros tornò a pensare all’arte italiana, e in particolare a Luca Signorelli. Negli anni bui della seconda guerra mondiale, Signorelli gli sembrò una boa luminosa, un esempio da imitare, un artista titanico da cui ricavare insegnamenti preziosi. Fu così che dipinse un’opera, dal titolo significativo di Omaggio a Luca Signorelli, piena di significati non solo pittorici, ma filosofici e morali. Sarebbe il caso di portare in Italia quest’opera per una mostra temporanea, in modo da offrire a Cortona l’occasione di meditare su questo singolare legame che la unisce alla terra lusitana. La mostra, di carattere internazionale, non avrebbe costi proibitivi e si riallaccerebbe a quel filone, oggi disatteso, di mostre civili, ovvero di mostre nate, pensate ed auspicabilmente realizzate non per questioni, o calcoli di turismo, ma per dare respiro e visibilità alla cultura, ossigeno dell’umanità. Poiché un progetto di mostra è già stato inoltrato alle autorità competenti, siamo fiduciosi che l’iter per la sua realizzazione trovi un adeguato sostegno politico. Ne guadagnerebbe la cultura, nel senso più pregnante che questo vocabolo può avere, ossia piacere per la conoscenza e capacità di amare il proprio territorio.
STEFANO DE ROSA – DANIELE SIMONELLI
Stefano De Rosa è membro dell’Accademia delle Arti del Disegno. E’ stato a lungo borsista a Lisbona presso la Fondazione Calouste Gulbenkian, Nel 1997, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze,
ha curato la mostra Modernismo in Portogallo 1910-1940. Arte e società nel tempo di Fernando Pessoa, catalogo Olschki con testi di Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre.
Daniele Simonelli è uno storico dell’arte laureatosi all’Università di Siena. Successivamente si è specializzato e ha conseguito il Dottorato presso l’Università di Firenze. Studioso di pittura del Cinquecento in area centro-italiana e in particolare di Luca Signorelli, della sua tarda attività e della sua eredità artistica, ha scritto vari saggi e articoli su queste tematiche, partecipando anche al lavoro scientifico per alcune mostre (Cola dell’Amatrice da Pinturicchio a Raffaello, Ascoli Piceno, Musei Civici 17 marzo – 15 luglio 2018; L’altra galleria. Opere dai depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria 22 Settembre 2018 – 6 Gennaio 2019).