Presente il detto si stava meglio quando si stava peggio? In questi giorni mi sta facendo pensare a quanto velocemente cambia la società odierna e a quanto cambia noi come individui. Si stava parecchio meglio quando si stava peggio è diventata oggi una frase detta e ridetta tra le persone che con una certa età hanno veramente vissuto quando si stava peggio – un po’ più genuini e meno tecnologizzati come robot – e non la smettono di dire che si stava parecchio meglio.
Io, nonostante quanto si possa pensare visto il mio anacronismo quotidiano, non rimpiango tantissime cose del passato; sicuramente qualche secolo fa una donna con il mio carattere sarebbe finita sul rogo, come mi ha dolcemente suggerito una volta un antipatico test su Facebook.
Rimpiango abbastanza spesso di non aver vissuto a Parigi al tempo della Belle Epoque, ma poi sarebbe scoppiata la guerra e quindi va bene anche così, rimpiango poi di non essere capitata per puro caso dagli Studios americani negli anni ’40 e ’50 e essere riuscita a sposarmi con Toni Curtis dopo aver impersonato al posto di Marylin Monroe – assolutamente identica a me emmmm – il personaggio di Zucchero in “A qualcuno piace caldo“, rimpiango di non aver conosciuto Coco Chanel e essermi così fatta fare un tailleur su misura e di non aver partecipato al movimento femminista degli anni ’70. Questo ultimo rimpianto insieme all’immagine di Toni Curtis e me sposati sono quelli che ricorrono più spesso, avrei tanto voluto marciare con le bandiere per difendere il ruolo della donna nella società, ma per fortuna o sfortuna di questo ce ne è tanto bisogno ancora oggi.
Degli anni appena trascorsi, invece, quello che rimpiango di più è il periodo antecedente all’ingresso massiccio della tecnologia nella mia vita. In poche parole… quando usavo il mio pc gigantesco come appoggia cose. Ora invece l’app nel mio smartphone mi dice dove mi trovo e i gradi che ci sono in tempo reale, utilissima funzione fino a che uno non riflette un secondo sul fatto che sappiamo perfettamente dove ci troviamo – quasi sempre – e se mi si stanno congelando i piedi lo sento anche senza una scritta sul display che dice – 2° “si bubbola”. Ecco un’ applicazione utile sarebbe quella che riscalda le mani quando fuori ci sono i pinguini, ma mi sa che ancora questa non si può scaricare.
Ma quanto si stava meglio quando.. i telefoni erano solo telefoni – e già solo il fatto che facevano le foto sembrava un miracolo tecnologico – ma quanto si stava meglio quando non c’era facebook a renderci così facile prendere informazioni sugli altri e a mettere in piazza relazioni tradimenti senza neanche darci il gusto di scoprire le cose da sole – cosa che a noi donne ci da un estremo gusto di onnipotenza. Oggi con sti smartphone – sono cascata anche io nel conformismo attratta dal la chimera del multitasking – sempre connessi e con internet a portata di dito mignolo, visto che i tasti sono troppo piccoli, non mi diverto più a scegliere la destinazione in base ai miei calcoli astrali e psicologici su dove andare e chi incontrare, la notifica Parteciperò a questo evento ha tolto ogni dubbio. Può darsi che ho smesso di consultare le stelle su dove andare anche perchè non ho più la sana dolce spensieratezza dei 20 anni e nessuno da inseguire, ma quando qualche anno fa mi scervellavo su come vestirmi mettendo una mano fuori dalla finestra per calcolare approssimatamentela temperatura – utile per capire anche da dove tira il vento – e uscivo solo con il telefonino in tasca avevo la certezza che bastava solo quello per avvertirmi di qualcosa d’importante e non controllare tutti e 8 i miei account. E pensare che una volta bastavano i segnali di fumo