Avete sentito la mancanza degli Irons? In effetti, le cronache dal quarto giorno dell’ottavo Mix sono rimaste nel mondo delle idee, a causa di una imprevedibile sfebbrata estiva accorsa al buon Alex e ai postumi dell’impegnativa maratona radiofonica da Cortona All Stars per Danny. In ogni caso, cercheremo di farci perdonare con questo articolo, in cui ripercorreremo i momenti che più ci hanno colpito degli ultimi due giorni del Festival.
Di sabato 20 luglio, ricordiamo in particolare il concerto classico nella chiesa di San Francesco. Si tratta di una (giustissima) tradizione del Festival, come di consueto affidata ai solisti dell’Orchestra Regionale Toscana. Quest’anno abbiamo potuto ascoltare Augusto Gasbarri al violoncello e Fabio Fabbrizzi al flauto, con due suite di Johann Sebastian Bach (n. 1 in do maggiore e n. 2 in si minore) e il concerto per flauto e orchestra di Carl Philipp Emanuel Bach.
Tra le presentazioni di libri a Sant’Agostino del sabato, un bel momento è stato quello con il filosofo della scienza Telmo Pievani, che ha presentato il suo Imperfezione (Raffaello Cortina Editore), in cui ha raccontato l’importanza dell’imperfezione nella storia dell’evoluzione. In fin dei conti, lo stesso Big Bang è un esempio di imperfezione: «una disobbedienza all’ordine precostituito, una ribellione senza testimoni, nel cuore della più buia delle notti. Qualcosa si ruppe nella simmetria, 13,82 miliardi di anni fa. Si alzò un soffio impercettibile, e la grande matita dell’universo cadde rovinosamente da una parte e non dall’altra. Una piccolissima, infinitesimale anomalia divenne scaturigine d’ogni cosa». Il nostro genoma e il nostro cervello, grazie ai quali siamo arrivati dal muoverci a piedi a sbarcare sulla Luna (proprio sabato correva il cinquantesimo anniversario), sono pieni di imperfezioni. Allora, perché cercare la perfezione? Perfetto è, secondo l’etimologia latina, qualcosa di completamente finito, immutabile (per–ficio). Per i Romani la finitezza è un valore positivo, per noi molto meno, forse perché siamo consapevoli che la libertà è qualcosa che va poco a braccetto con le forme rigide. Pertanto, solo rendendoci conto delle nostre imperfezioni, curandole e apprezzandole per quello che sono, vale a dire ciò che ci rende unici, possiamo essere davvero liberi.
Non dimentichiamo anche le esibizioni pianistiche del dopocena, in un contesto particolare come quello di Piazza Signorelli e senza biglietto. Protagonisti, i pianisti Andrea Bacchetti e Michele Di Toro (prima parte) e il mai dimenticato Nino Buonocore (seconda parte). La gente c’era, il che ci invita a fare una riflessione sulla gratuità dei concerti (formula fissa per un Festival di grande successo come il Mengo Music Fest e che fu propria di Insanamente). Può essere un’idea? Magari riservare le iniziative a pagamento a contesti più ridotti, come San Francesco o il Parco Archeologico, e provare a tenere la piazza sempre aperta? È vero che con il concerto gratuito non si rientra di nulla, ma è altrettanto vero che negli ultimi anni un sold-out vero a Cortona è stato abbastanza raro (tra l’altro, con le regole stringenti del decreto Minniti, è impossibile portare più di 1.000 persone in Piazza Signorelli). Ovviamente va tenuto conto che certi stili musicali e artisti non sono perfettamente adeguati al contesto di Piazza Signorelli: eviterei una rassegna punk o metal.
Nel pomeriggio di domenica, siamo stati decisamente presi dall’ennesima diretta di Radio Incontri inBlu da Piazza Signorelli con i nostri amici Andrea Caneschi e Fernanda Cherubini (senza dimenticare il fondamentale Andrea Capecchi alla regia). Tuttavia, non ci è sfuggita la Banda Molleggiata, simpaticissimo ensemble di saxofoni con un repertorio tutto ispirato agli anni Settanta e in particolare ad Adriano Celentano. Cortonesi e turisti hanno decisamente gradito, per cui invitiamoli anche in altre occasioni (perché non a Ferragosto?).
A Sant’Agostino hanno colpito la nostra attenzione due incontri in particolare: quelli con Giovanni Montanaro, autore de Le ultime lezioni (Feltrinelli) e con Guido Tonelli, ordinario di Fisica all’Università di Pisa, qui a presentare Genesi (Feltrinelli). Sempre di ricerca e formazione si parlava: nel primo caso del rapporto che si crea tra ogni alunno e un “insegnante speciale”, che ne condiziona la crescita e la vita. Nell’altro caso, l’affascinante storia delle origini del mondo, raccontata dallo scienziato che ha contribuito alla scoperta del Bosone di Higgs. Chissà, anche lui avrà avuto un insegnante speciale che l’ha indirizzato alla ricerca. La scuola è il motore dello sviluppo della società, non dimentichiamolo.
Per concludere, il concerto finale di domenica. Culture contro la paura vedeva all’opera l’OMA (Orchestra Multietnica di Arezzo) assieme a molti protagonisti della scena indipendente italiana: Dario Brunori e Simona Marrazzo, Lodovico “Lodo” Guenzi e Enrico “Carota” Roberto de Lo Stato Sociale, Dente, Paolo Benvegnù, Alessandro Fiori, Francesco Fry Moneti (Modena City Ramblers) e Luca Lanzi (Casa del Vento). Mentre gli artisti si esibivano, sullo sfondo Daniele Pampanelli, dell’associazione Becoming X di Perugia, ha realizzato un bellissimo disegno dal vivo.
«In vita nostra ci siamo esibiti con un’orchestra solo in due occasioni», ha dichiarato Lodo Guenzi, «la precedente era luccicosa, ma non bella come questa. Eravamo a Sanremo». L’intento dell’iniziativa era proporre brani sul coraggio e sul rifiuto dei nazionalismi e dei sovranismi, in nome di un’idea di umanità che trascende i confini, musicali e non. In modo anche critico, perché ammettere che c’è qualcosa che non va, non significa dire che tutto il suo contrario sia il bene assoluto. La conferma la troviamo in una bella canzone di Dario Brunori, suonata anche ieri sera:
Secondo me, secondo me
Io vedo il mondo solo secondo me
Secondo me, secondo me
E scrivo al mondo solo secondo me
Chissà com’è invece il mondo
Visto da te
Gli ultimi due brani della serata sono stati Todo cambia del cantautore cileno Julio Numhauser (nota nell’interpretazione dell’argentina Mercedes Sosa) e Il costume da torero di Brunori. Due canzoni molto profonde, dedicate a un mondo in movimento, che muta continuamente, ma non può farlo se anche noi non ci impegniamo.
Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.
Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo gregge
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
https://www.youtube.com/watch?v=98XkPHcmCv0
La realtà è una m***a
Ma non finisce qua
Passami il mantello nero
Il costume da torero
Oggi salvo il mondo intero
Con un pugno di poesie
Non sarò mai abbastanza cinico
Da smettere di credere
Che il mondo possa essere
Migliore di com’è
Ma non sarò neanche tanto stupido
Da credere
Che il mondo possa crescere
Se non parto da me
Se non parto da me: ecco il senso di Culture contro la paura, l’ultimo evento della formula originale del Mix Festival. Chissà se il prossimo anno saranno mantenuti marchio (più facile) e impostazione (più complicato). La cosa curiosa è che Cortona per Umbria Jazz durò esattamente per 8 edizioni (dal 1993 al 2000), così come questo Festival sin qui (2012-2019), con il solo vantaggio di una edizione invernale a parte. Chissà che non colpisca la crisi dell’ottavo anno. Sarebbe un peccato, anche perché Mix è un marchio ormai consolidato e conosciuto. Basta crederci, e magari ogni tanto schivare i social networks.