Negli ultimi tempi il livello di sopportazione di certe conversazioni è diventato davvero basso. Non potendo ogni volta dire “zitto mi stai annoiando” la tecnica è quella dell’urlo selvaggio nella mente. Un hoohoohoo per ogni cosa che mi entra da un orecchio ed esce dall’altro. E allora hoohoohoo quando la fornaia per darmi un etto di pane mi chiede la storia della mia vita. Uno per i logorroici che per spiegarti un concetto di due parole partono dalla genesi del mondo.
Un hoohoohoo enorme quando sei costretto in un salotto a vedere una partita di calcio. Un hoohoohoo massiccio per i moralisti che dispensano il loro sconcio verbo. Uno per i paraculo. Uno per chi predica bene e razzola male. Uno per quei preti che quando dicono l’omelia ti sembra che abbiano imparato la poesia a memoria. Uno per chi legge il tg come se avesse una pera in bocca. Un hoohoohoo baritonale per quelli che a tavola parlano con la bocca piena e fanno nevicare briciole sul tavolo. Uno per quelli che ti interrompono mentre parli. Un hoohoohoo fragoroso per chi pensa che l’amore sia un gioco in cui vince chi se la tira di più. E insieme a questo anche per chi pensa che le persone sopportino tutto quello che esce da una bocca. Un hoohoohoo all’infinito per quelli che quando esci a prendere il giornale con la papala e la tuta ti fermano e ti fanno il terzo grado e alla fine alzi lo sguardo e chiedi “ma lei chi è?”. Un hoohoohoo per la signora acida delle raccomandate. Un hoohoohoo per il commercialista che ti fa l’elenco delle cose che non puoi scaricare. Un hoohoohoo per il cassiere della banca che ti guarda dopo aver visto il saldo sul conto. Un hoohoohoo anche per me stesso quando mi piango troppo addosso. Hoohoohoo. Ce ne sarebbero all’infinito, ma il sole è già alto. Colonna sonora: Sunrise By Norah Jones