di Doriano Simeoni
Adesso comincia un’altra partita per il ballottaggio fra Bernardini e Meoni perché ora a prevalere saranno le capacità politiche dei due candidati nel saper tenere unita la propria coalizione e nel saper trovare nuovi alleati e voti per vincere al secondo turno. Meoni con il suo 43% di consensi potrà contare su un eventuale apparentamento con la lista Cortona Patria Nostra che con il 3% dei voti ottenuti porterebbe in perfetta parità i voti delle due coalizioni con il M5S che diventa ago della bilancia.
Ma come sappiamo la matematica alla politica mal si applica e nella realtà delle cose, bisogna tener conto di molte variabili che andranno considerate. La prima riguarda il passato che vede Meoni come oppositore battagliero e alleato di una forza politica , la Lega, nella sua massima espansione elettorale, del resto se fatta bene l’opposizione in termini elettorali paga. Bernardini invece sconta, quella che secondo me, è stata una esperienza negativa della sindaca Basanieri soprattutto sulle questioni della sanità, del vecchio ospedale e della vicenda Cantarelli, ma ce ne sono anche altre ed il limite di Bernardini è stato quello di non prendere per tempo le distanze, ad esempio quando la sinistra uscì dalla giunta e dalla maggioranza, marcando le sue posizioni politiche e programmatiche, così come non si è rivelata una buona idea quella di dichiarare la continuità con la precedente amministrazione.
A questo punto, dove invece conta molto la figura del candidato a sindaco, gli stessi, dovranno tener conto che al ballottaggio la percentuale dei votanti è sempre sensibilmente più bassa, quindi il rapporto personale con i propri elettori diventa fondamentale e dovendo chiamare tutti a raccolta, Meoni cercherà sicuramente di intercettare i voti grillini ai quali, penso, verrà lasciata libertà di voto, mentre Bernardini avrà il compito arduo di recuperare lo scontento soprattutto a sinistra e per quello dovuto alla non presentazione della lista Vignini, che invece avrebbe portato un discreto contributo. Un errore, quello, che poteva essere recuperato, se Bernardini e Vignini avessero fatto una assemblea pubblica spiegandone le ragioni e cercando di far presentare accanto al PD soltanto una lista civica ed un’altra di sinistra. Quindi il candidato del centrosinistra potrà fare un appello agli elettori dei 5 Stelle, ma grande attenzione dovrà dedicarla al recupero dei voti che a sinistra si sono astenuti, anche perché secondo il voto europeo, fra Verdi, Sinistra e comunisti si parla di un 5% di voti che potrebbero essere utili per vincere.
La percentuale che manca ad entrambi i candidati per raggiungere il 50 più 1 dei consensi elettorali non è poca cosa, quindi secondo me, hanno le stesse probabilità di vincere e la vincerà chi avrà ancora delle carte da giocare a danno di chi invece se le è giocate tutte pensando di vincere al primo turno, magari mal consigliato dai suoi collaboratori. Se dovessi scommettere però su uno dei due, tenendo conto che sono di parte, anche se cerco sempre di mantenere una certa obbiettività, punterei su Andrea Bernardini, perché gli riconosco delle qualità umane, di mediazione e di ascolto che pochi politici hanno e questo può essere il suo punto di forza.
Doriano Simeoni