Non so se è una scelta voluta che a Castiglion Fiorentino sempre più spesso ed in diversi campi si opera per la conservazione della memoria , come recentemente è accaduto per il completamento dei nomi dei caduti castiglionesi nell’urna memorica murata sotto il bellissimo monumento ai caduti, che conserva la memoria di questi sfortunati soldati, o come ho visto recentemente alla cerimonia della commemorazione del sacrificio di Emanuele Petri, dove la memoria e stata trasmessa attraverso i ragazzi delle scuole medie.
E’ un fatto che il tema di questa edizione degli stati generali della cultura ha avuto una traccia ben definita su questo tema e, tra i molti interventi, in due relazioni in cii la memoria e la sua conservazione, sia in forma individuale che in forma di comunità, è elemento di testimonianza e crescita culturale.
Il primo di questi interventi é stato del Professore Duccio Demetrio, Professore di teorie della educazione all’università di Milano Bicocca e ideatore della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari che ha portato le sue riflessioni su una forma individuale di conservazione della memoria. L’autobiografia, che sembra riempire quel bellissimo sentimento umano che ti spinge a scrivere per conservare le esperienze di vita purché possano essere conservate ed aiutarci a capire ed interpretare il presente ed il futuro.
Bellissima Lectio che ha trasmesso tanti spunti di riflessione per tutti quelli che lo hanno ascoltato.
Il secondo intervento che voglio riportare è stato la testimonianza, a più voci, dell’associazione Fioriscono le Viole di Perugia, che di fronte all’abbandono sociale di un quartiere del centro storico si è messa in moto collettivamente per ricostruire i rapporti di una comunità che si stava perdendo nella solitudine individuale attraverso un intervento di risocializzazione dell’ambiente urbano ed umano incentrato sopratutto sulla creazione di spazi culturali ed artistici che si sono dimostrati punto di incontro e ricostruzione di un rapporto collettivo che ha permesso di rivitalizzare il quartiere e ricreare una memoria collettiva attiva e propositiva che trasmette agli abitanti la sicurezza di essere individuo soggettivo di una comunità.
Tra le attività che l’associazione ha citato ce ne è una a me particolarmente cara per i bellissimo ricordi che conservo fin fai tempi universitari: Il Cineforum. dove il film non é passatempo ma elemento di riflessione intellettuale ed ammirazione artistica.
L’assessorato alla cultura del Comune di Castiglioni sulla settima arte ha creato il principale polo artistico della Valdichiana ed Arezzo con La Sagra del Cinema e aver appresso che a breve sarà realizzato uno spazio cineforum anche a Castiglioni, curato dalla Associazione L’ulcera del Signor Wilson mi ha fatto enormemente piacere perché da anni asfissiavo l’assessore Massimiliano Lachi sull’importanza per chi ama il cinema di una rassegna di film in lingua originale e di spessore artistico a Castiglioni in modo da creare nel nostro paese un completo polo cinematografico le cui potenzialità per le risorse intellettuali ed artistiche fin qui messe in campo sono ancora tutte da scoprire.
(N.B. da antico ed esperto frequentore del Kino Spazio di Firenze ho subito proposto al responsabile della rassegna Jacopo Bucciantini un film cult per eccellenza “Der Himmel Uber Berlin” di W. Wenders. Con il grande Bruno Ganz recentemente scomparso e l’immenso Peter Falk che si autointerpreta
La rassegna è stata come sempre progettata e costruita attraverso le competenze della Associazione Officine della Cultura ed ha avuto un prologo con laboratori creativi e di sperimentazione delle varie forme di espressione artistica e culturale a cui hanno partecipato molte classi della principale Fabbrica fi Cultura di Castiglioni
I licei Giovanni da Castiglione oltre che adulti.
Io come sempre ne ho approfittato ed ho partecipato al laboratorio di scrittura creativa organizzato dalI’Istituzione Culturale ed Educativa Castiglione gestito Dott.ssa Maria Saccà che partendo da citazioni letterarie ha proposto ad ogni partecipante una interpretazione in cui sia riportati ricordo e sentimenti della esperienza di vita a cui poi la Dott.ssa dava le interpretazioni psicologiche di quanto ogni uno di noi aveva evidenziato nella scrittura.
Un bel laboratorio che mi ha visto insieme ad altri due adulti e 15 ragazzi della prima liceo.
Essere per due ore in un banco di scuola a fianco di ragazzi è stato molto più emozionante che scrivere il mio tema che per la cronaca e’ partito dalla citazione di Samuel Beckett “Il sole spendeva, non avendo altra alternativa, sul niente di nuovo”.
La foto ritrae in modo perfetto l’ambiente del laboratorio “illuminato” dalla mia presenza nella interpretazione dell’artista Andorela Marra che come fotografa ha dato testimonianza di tutta la manifestazione con eccellenti scatti di cui a mio parere questo è il migliore per la robustezza del contrasto luce ombra che esalta l’espressione dei soggetti ritratti.