La storia di qualsiasi sport è piena di tanti eventi tragici che ci hanno colpito, ci hanno fatto versare lacrime, ci hanno distrutto il cuore. Vogliamo ricordare, sul campo da gioco, la scomparsa di Piermario Morosini, che già una vita facile non aveva avuto, di Vigor Bovolenta, eccellente pallavolista, Renato Curi, scomparso durante una grigia giornata di oltre quaranta anni fa o, venendo a tempi più recenti, vogliamo ricordare Davide Astori, capitano della Fiorentina, da tutti apprezzato e stimato per la sua professionalità e lealtà e per il suo non essere mai sopra le righe?
Ed, oltre a questi, ce ne sarebbero tanti altri, ma quella che vi voglio raccontare oggi è una storia, a mio modo di vedere, fra le più struggenti ed è la storia di un ragazzo, un calciatore, un bravo calciatore che stava attraversando la Manica per diventare ancora più bravo di quello che già era.
Molti di voi lo avranno già capito, ma per chi ancora non lo avesse compreso, vi parlerò di Emiliano Sala, ma non solo di lui.
Chi era Emiliano Sala? Emiliano Sala era un promettente calciatore, del Nantes con cui aveva giocato centoventi partite andando a segno per quarantadue volte e questa sua bravura nella fase offensiva aveva fatto sì che una squadra dell’ Oltremanica, il Cardiff, avesse riposto gli occhi su di lui, ma quello che doveva essere un sogno, alla fine, si è tramutato nel peggiore degli incubi, con i resti del Piper da poco ritrovati e con l’ ultima flebile speranza che è volata via come un alito di vento.
Tante persone, a due gambe, stanno versando lacrime per quest’ ennesima incomprensibile tragedia, ma ce ne è una, che cammina su quattro gambe che, ancora, davanti alla porta di casa, sta aspettando il suo amico per correre insieme a lui sulla spiaggia ed ammirare l’ orizzonte, il tramonto, le barche ed il mare. “ La mia fedele compagna “ era definita da Emiliano Sala, era la compagna che mai l’ avrebbe tradito, che sempre gli sarebbe stato accanto, che sempre l’ avrebbe aspettato e rispettato e gli sarebbe saltato addosso per abbracciarlo e baciarlo e non lasciarlo mai più.
Questa fedele compagna si chiama Nala ed è lì, davanti alla porta di casa, che lo aspetta per correre insieme a lui sulla spiaggia ed aspettare il tramonto ed ammirare l’ orizzonte sapendo, in cuor suo, che un giorno il suo fedele compagno tornerà a casa. “ Nala tambièn te espera “ è lo struggente messaggio scritto da Romina Sala, sorella di Emiliano. Questa storia ricorda, molto da vicino, quella di Hachiko, il cane di razza Akita, rimasto incredibilmente fedele al suo padrone anche dopo la sua morte. Per ben dieci anni, dopo che il suo amico/padrone era morto, Hachiko, Hachi il suo vero nome, si recò alla stazione come faceva tutti i giorni ad aspettarlo fino alla sua morte e questa storia mi fa pensare che anche Nala, in qualche modo, si comporterà nella stessa maniera.
Stefano Steve Bertini