Il Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi interviene nel dibattito sul Decreto Sicurezza.
“Esprimo anzitutto la contrarietà dell’Amministrazione Comunale di Montepulciano e del suo Sindaco al Decreto Sicurezza.
Nel nostro territorio non viviamo un’emergenza-immigrazione ma il provvedimento, così come è, non può funzionare né sotto un profilo etico né sotto quello del trattamento umano.
Si tratta infatti di una norma che nega a persone l’accesso a servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria e sociale, contraddicendo un principio costituzionale intoccabile come il diritto alla salute. Il giudizio altamente negativo che esprimiamo è dunque anche di carattere politico. Dal Decreto Sicurezza conseguono poi tutta una serie di difficoltà di natura amministrativa che, al momento, lo rendono di
dubbia applicabilità.
Anche in questo caso la maggioranza di Governo ha adottato una norma caratterizzata da un forte sapore propagandistico in un disegno di bassa demagogia che non risolve i problemi (anzi li aggrava), praticando il classico “scaricabarile” da un livello più alto a quello più basso.
Le soluzioni stanno solo sulla carta, il peso maggiore finisce per
gravare sui Sindaci che, ancora una volta, si trovano ad essere gli
unici interlocutori della cittadinanza, non solo di quella italiana.
Per questo esprimo solidarietà e vicinanza ai colleghi Sindaci che
invece vivono quotidianamente l’emergenza-immigrazione e che oggi si
trovano con meno strumenti a disposizione e caricati di responsabilità
maggiori. Basta dare un’occhiata alla levata di scudi che, da nord a
sud, ha suscitato nei Comuni l’emanazione del decreto, una contrarietà
trasversale espressa anche da primi cittadini appartenenti alle stesse
forze di Governo. Ci sono persone che fisicamente esistono, non può una
legge farli improvvisamente diventare “fantasmi”. Per di più il Decreto
voluto da Salvini peggiora le modalità con cui si può gestire il
fenomeno e, invece di dare, appunto, “Sicurezza”, genera situazioni
irregolari.
D’altra parte si tratta di una legge dello Stato che un Sindaco non può
non rispettare: anche questo è un principio fondamentale del nostro
ordinamento al quale non si può derogare se non immaginando scenari da
“repubblica delle banane”. Ho invece piena facoltà di dire che non sono
d’accordo con la norma, che è sbagliata, posso fare tutto quanto è nelle
mie possibilità per limitarne gli effetti nefasti.
Per questo aderiamo con piena convinzione al percorso già avviato da una
parte dalla Regione Toscana e dall’altra dall’ANCI. L’Associazione dei
Comuni ha prontamente chiesto ed ottenuto un incontro con il Presidente
del Consiglio, la Regione Toscana anzitutto ricorda che potrebbe essere
approvata già entro gennaio la sua Legge sui diritti delle persone che
riconosce a tutti l’accesso ai servizi essenziali e poi si dice pronta a
portare il caso davanti alla Corte Costituzionale. Noi diamo forza a
queste azioni per abbattere una norma che rigettiamo sotto il profilo
politico, etico ed amministrativo e per ottenere al più presto un
pronunciamento della Consulta che faccia chiarezza. L’obiettivo non è
ignorare un fenomeno come quello dell’immigrazione ma, al contrario,
disporre di uno strumento “vero” e praticabile, non propagandistico”.