Riceviamo e pubblichiamo da Mauro Turenci, rappresentante dela Lista Civica “Cortona patria nostra”
E’ il titolo di un Film ad episodi del 1976, interpretato da Alberto Sordi, Paolo Villaggio, Nino Manfredi e da una giovanissima Stefania Sandrelli.
Chissà perché mi viene in mente, pensando all’appuntamento elettorale del 2019 quando avremo l’occasione “strana” ed irripetibile di liquidare il potere politico che dal PCI al PD, senza soluzione di continuità, per 73 anni ha sempre condizionato il destino di Cortona.
Il successo di quel film, premiato dalla critica per l’originalità delle problematiche affrontate, si deve ai registi Luigi Magni, Nanni Loy e Luigi Comencini.
Anche in questo caso la regia è fondamentale perché la politica non può essere mai improvvisazione.
Quando ho dato vita alla Lista Civica “Cortona Patria Nostra” non avrei mai pensato ad adesioni tanto entusiaste e ricche di motivazioni.
A chi ha sottoscritto le accettazioni di candidatura abbiamo detto che il nostro progetto, fortemente identitario, doveva portarci a riscoprire il senso di comunità umana prima ancora che politica
L’obiettivo era quello di riportare a votare tante persone che disertano le urne in assenza di un’offerta politica credibile, punendo l’inconcludenza e la trasversalità degli addetti ai lavori.
Avevamo detto che, senza porre condizioni e chiedere nulla, avremmo fatto convergere i nostri voti su un candidato unico designato dalle forze di opposizione in grado di intercettare il dissenso e il malcontento della popolazione.
Si avvicina il Natale ed il regalo per i Cortonesi che anelano il cambiamento ancora non si intravede.
Non c’è nessun candidato pronto ad uscire dal cilindro della politica come un coniglio tra le mani di un prestigiatore.
Sotto l’albero di Natale, scartando i regali, rigorosamente senza fiocco rosso, non troveremo questo personaggio fantasmagorico, eccellente e carismatico, capace di scuotere le coscienze e di infondere entusiasmo.
Perché ho voluto citare un film?
Perché il copione in un film è importante e “questo” lo conosciamo a memoria: mediazioni estenuanti, inutili riunioni, conciliaboli telefonici, rancori vecchi e nuovi, veti incrociati, accordi presunti che evaporano all’alba, incapacità di individuare il candidato “politico”, scarsa fantasia e buon senso per individuare quello espressione della cosiddetta “società civile”.
La politica a Cortona non esprime moltissimo.
Bisogna prenderne atto e farsene una ragione.
Gli attori sono sempre gli stessi.
Nel tempo hanno recitato su palcoscenici diversi e sono pure un po’ logori.
Non vinceranno il premio Oscar per il migliore attore protagonista ma potrebbero, almeno, imparare a recitare dignitosamente la parte e a non dimenticare le battute.
Per citare un partito importante… prima non poteva decidere perché doveva eleggere il segretario regionale, poi c’era il “prestigioso” appuntamento del rinnovo del Consiglio Provinciale (quello virtuale, non eletto dal popolo ma con i voti “ponderati”…), poi è arrivata la fase del disappunto con gli alleati per una vicepresidenza non concessa.
Il problema di questo “film” è che non dura 118 minuti come quello che ha dato il titolo al mio intervento ma si protrae da mesi.
Qualcuno, visto che l’incapacità di esprimere alcunché travalica le riunioni dei partiti e si diffonde tra l’opinione pubblica, sconcertandola ed irritandola, invoca l’intervento di “Roma” e di “Firenze” per dirimere la questione.
……Come quel bambino picchiato dall’amichetto dispettoso che corre piangendo dal babbo e dalla mamma.
In passato il candidato a Sindaco del Centro Destra a Cortona è stato deciso da Denis Verdini e da Altero Matteoli, due personalità importanti e “prestigiose”.
In passato chi non ha voluto farsi imporre un candidato dall’alto è stato definito, di volta in volta, inconsistente, inconcludente e, peggio ancora, animato dal desiderio di fare un dispetto al Centro Destra, “quinta colonna” e complice occulto dei comunisti.
Nessuna dignità politica è stata riconosciuta a chi ha denunciato i limiti della politica locale e non si voluto omologare.
Il problema non è essere “più bravo degli altri”, promettendo di lanciarsi, un giorno si e l’altro pure (..), nell’agone politico e disdegnando un più dignitoso quarto piano: gli altri, del resto, “bravissimi” non sono ed il paragone non sarà mai gratificante.
Il problema è essere umili, portatori di idee concrete e di soluzioni accettabili, in grado di scegliere senza dover subire, ancora una volta, l’umiliazione di una decisione presa da altri a tavolino.
Siamo a disposizione per il cambiamento ed offriamo, qualora sia gradito, il nostro contributo ma su questo film noioso, melenso, sgradevole, incomprensibile e già visto devono scendere i titoli di coda.
Mauro Turenci