Per ogni viticoltore della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino di Ponte Chiani (Ar) la vendemmia è sempre una grande scommessa tra uomo e natura, attesa ogni volta con vivo coinvolgimento, perché rappresenta il risultato delle fatiche di un intero anno di lavoro.
Una stagione, questa, in cui in cantina si raccoglie il frutto dell’impegno di tutti sommandolo a ciò che la natura ha potuto offrire nel ciclo dei dodici mesi. Un dono unico e mai uguale a sé stesso in quanto determinato da andamenti stagionali e condizioni climatiche sempre diversi. Come consuetudine è questo il tempo per i soci viticoltori della cantina aretina di fare una riflessione condivisa sulla nuova annata. “La stagione 2018 è stata caratterizzata da una primavera equilibrata, che ha portato la vite ad una bella e adeguata fioritura, leggermente anticipata – esordisce Gianni Iseppi enologo della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino – l’estate è stata caratterizzata da temperature elevate e modeste precipitazioni, in questo periodo le piante hanno manifestato specialmente in collina leggeri sintomi di sofferenza da calore, ma non di carenza idrica, fortunatamente infatti il terreno aveva accumulato una buona riserva d’acqua. Tali condizioni hanno permesso un regolare andamento vegetativo della vite”.
“Le campionature delle uve onde verificare l’evolversi delle curve di maturazione sono state eseguite nelle nostre aziende associate in cui sono state installate le dieci centraline agrometeorologiche oggetto del PIF, centraline che ci hanno permesso di intervenire con i trattamenti sulle vigne solo quando era necessario senza alcuno spreco e con il massimo rispetto per lo ambiente, troviamo una buona evoluzione nella maturazione delle uve anche grazie anche al favorevole andamento climatico di settembre – prosegue Iseppi – la quantità si prevede leggermente inferiore rispetto ad una annata di produzione normale di circa un 10- 15% a causa delle conseguenze della gelata dell’ anno scorso e dei notevoli danni da ungulati, comunque nettamente superiore alla vendemmia 2017 in cui è mancata la metà della uva rispetto ad una annata normale, causa note calamità naturali e ungulati. Prodotti, comunque, di qualità più che buona, con punte di eccellenza, con vini che lasciano presagire adeguata struttura e un patrimonio aromatico molto interessante”
“Per i nostri viticoltori che hanno iniziato con il conferimento delle uve precoci a fine agosto, per proseguire con i sangiovesi, cabernet e petit verdot confermiamo che a fine settembre di aver già ritirato oltre 4.500 tonnellate di uve, perfettamente sane, qualitativamente ottime, classificate premium con contenuto medio zuccherino di oltre 23 BRIX attualmente in vinificazione con metodo Ganimede e controllo temperature, grazie attrezzature precedenti P.S.R. Regione Toscana, ci saranno ancora circa 2.000 tonnellate di uve ancora da vendemmiare e conferire il tutto entro la prima decade di ottobre” – conclude Iseppi.
Claudio Zeni