“Notte di fine Estate”, la serata di eventi a Camucia ideale chiusura della stagione e preludio alla tradizionale Fiera di Settembre, ha confermato il potenziale sociale e commerciale di tutto il territorio cortonese. Uno spazio pieno di risorse che dovrà essere sfruttato investendo sempre più negli eventi, dando quindi concreta attuazione al suggerimento da noi più volte trasmesso nel corso degli anni (l’articolo più recente è questo).
A poche ore dalla “Fiera” credo comunque utile esporre alcune idee che potrebbero garantire a questo appuntamento, certamente ancora di grande richiamo, un futuro sicuro che ne mantenga vivo il successo e il legame identitario con la nostra comunità.
L’attaccamento a questo evento è ancora forte. Da decenni la Fiera svolge infatti molte funzioni, fra le quali:
– quella sociale: è un momento di ritrovo collettivo. Alla Fiera ci si va per incontrare gente.
– l’offrire un’opportunità di acquisto di prodotti altrimenti difficili da trovare, perlomeno a un determinato prezzo. Si aspetta la Fiera per comprare determinate cose.
– L’emergere di nuovi prodotti che trovano soluzioni utili nelle attività di tutti i giorni. Ogni anno si torna dalla Fiera con qualcosa di mai visto prima.
Nel tempo, come altri simili appuntamenti del circondario (si pensi alla Fiera di Sinalunga o alla Fiera del Mestolo di Arezzo) le trasformazioni economiche hanno in parte cambiato la kermesse camuciese, con segnali di standardizzazione dell’offerta e riduzione della varietà e (a volte) anche della qualità, allentando di riflesso le funzioni che ho elencato sopra.
Per evitare che la Fiera diventi un “grande mercato”, cioè la riproposizione del mercato settimanale di Camucia con solo più banchi, si dovrà provare qualche intervento. Per questo credo sia opportuna una riorganizzazione dell’offerta, nei limiti delle possibilità certo molto limitate che un’Amministrazione Comunale ha a disposizione.
A questo scopo, ferme restando le licenze già concesse su cui fino almeno alla loro scadenza si può far poco, si potrebbero intanto iniziare a inserire nuove aree “a tema”, riservate solo a determinate ben specifiche attività.
Penso alle tipicità agricole ed eno-gastronomiche, in parte già presenti ma su cui si potrebbe fare di più. Oppure i prodotti dell’artigianato di alta qualità che fanno parte del nostro storico patrimonio. O ancora si potrebbe pensare a uno specifico settore con banchi legati all’innovazione, con riferimento particolare al bricolage, al giardinaggio, alle attività casalinghe o dell’agricoltura.
Credo che sia assolutamente possibile, ricollegandosi allo spirito più tradizionale e genuino della Fiera stessa e al meglio di quello che può ancora offrire il nostro territorio, creare una nuova immagine che rafforzi l’identificazione della comunità cortonese con questo evento, sostenendo la qualità e aumentando ancora di più la riconoscibilità, l’unicità e l’attrattiva.