Il cardinale Ernest Simoni porterà la sua testimonianza sabato 1 settembre al Santuario della Madonna delle Vertighe all’incontro promosso dalla Fraternità Francescana di Betania, custode del santuario mariano di Monte San Savino.
Alle ore 18.00 il cardinale Simoni celebrerà la Santa Messa, mentre alle ore 21.00 è in programma l’incontro preceduto dalla recita del santo rosario con don Ernest, racconterà la sua importante testimonianza di vita e di fede.
L’anziano prelato, nato nel 1928, è stato creato cardinale da Papa Francesco nel 2014, per il suo passato di testimone della fede cristiana nelle famigerate carceri del regime comunista albanese, dove è stato recluso dal 1963 al 1990.
Don Ernest iniziò il suo ministero ecclesiastico seguendo in piena ‘guerra fredda’ cinque villaggi, ma il regime comunista di Albania, autoproclamatosi il “primo stato ateo al mondo”, passò al plotone di esecuzione tutti in suoi superiori dell’Ordine francescano. La vigilia di Natale del 1963 arrivarono a casa sua quattro poliziotti e lo arrestarono “come nemico del popolo”, perché aveva predicato di avere fede e di amarsi l’uno con l’altro.
Durante gli anni della prigionia Don Ernest celebrava la messa di nascosto, a mente, in latino, mettendo da parte qualche briciola di pane e spremendo alcuni chicchi di uva che gli portava di nascosto una signora musulmana, moglie di un professore. Non fu ucciso, in quanto, dicendo la messa lo vedevano parlare da solo e pensavano che fosse impazzito. Viveva in camerate di sessanta uomini, tutti dissidenti politici, in condizioni igieniche molto precarie; tutti uomini che venivano sfruttati nel lavoro in miniera, passavano da una temperatura di circa 40 gradi nella miniera a meno 15 gradi sul piazzale dell’edificio di reclusione, dove dovevano aspettare l’appello prima di rientrare in camerata. Nel 1991, dopo la liberazione dal regime comunista, quando ormai lo “stato ateo” aveva consumato appieno il suo fallimento, don Ernest tornò nella sua parrocchia e ricominciò il sevizio alla Chiesa. Una volta scarcerato, don Ernest abbracciò coloro che lo avevano perseguitato, dimostrando loro che non serbava rancore. «Con la venuta della libertà religiosa – ricorda don Ernest – il Signore mi ha aiutato a servire tanti villaggi e a riconciliare molte persone in vendetta con la croce di Cristo, allontanando l’odio e il diavolo dai cuori degli uomini».
Un giorno don Ernest vide una piccola suora che le si avvicinò con una lettera: questa suora era Madre Teresa di Calcutta e la lettera era di Giovanni Paolo II; nella lettera c’era scritto: “Voglio sapere come sta don Ernest e monsignor Nicola Trosciani”. Madre Teresa, il vescovo monsignor Trosciani e don Ernest partirono insieme e andarono a Castel Gandolfo: per la prima volta il pastore della Chiesa di Scutari riusciva a lasciare l’Albania ed incontrare il Santo Padre.
Il 21 settembre 2014 don Ernest incontra papa Francesco in visita apostolica in Albania. Lo stesso papa Francesco, il 9 ottobre 2016, ne annuncia la nomina a cardinale. La storia di don Ernest Simoni è raccontata nel libro «Dai lavori forzati all’incontro con Francesco» di Mimmo Muolo pubblicato dalle Edizioni Paoline.