Come difendersi dal caldo?
Prima lo invochiamo e poi lo detestiamo. Ogni anno va così. Il caldo, sinonimo di sole e vacanze nei nostri auspici primaverili, si rivela poi meno piacevole del previsto appena entra in contatto con l’afosa realtà. Ecco perché, chi resta in città deve darsi da fare per escogitare delle strategie e proteggersi dalla calura.
Se uno stile di vita sano ed equilibrato è il primo modo per difendersi dagli spiacevoli effetti che il caldo può provocare al nostro benessere, anche il ricorso a dispositivi smart può rivelarsi particolarmente utile nella lotta alle temperature torride.
Ecco, allora, cinque consigli per difendersi dall’afa adattando il proprio stile di vita alle settimane più calde dell’anno.
Mangia sano – È molto importante osservare un’alimentazione corretta e mangiare in modo sano e leggero. Prediligi frutta, verdure fresche di stagione, pesce, yogurt e formaggi. Cerca invece di limitare il consumo di carne rossa, intingoli, insaccati, cibi in scatola, fritti e formaggi stagionati.
Spostati con un’e-bike – la bici elettrica ti consente di accorciare i tempi di percorrenza e di affrontare anche le piccole pendenze senza fatica.
Evita di uscire quando fa troppo caldo – Cerca di stare al riparo dal sole nelle ore che vanno dalle 11 alle 17, quando il calore è molto intenso e la concentrazione di ozono nell’aria raggiunge i massimi picchi. L’ideale è concentrare le commissioni giornaliere al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
Scegli abiti freschi e chiari – Indossa abiti non fascianti, di colore chiaro, in cotone, lino e fibre naturali. Preferisci scarpe aperte e non strette. Proteggiti la testa e gli occhi con copricapi anch’essi chiari e usa occhiali da sole con lenti di buona qualità.
Rinfresca la casa in anticipo – Scegli un sistema di climatizzazione intelligente e regolalo anche quando sei lontano da casa: ottimizzi i consumi e risparmi energia.
Toscana, prorogato bando per impianti a biomassa a servizio di utenze pubbliche
Il termine ultimo per presentare domanda di contributo è stato posticipato, dalle ore 13:00 del 29 giugno 2018 alle ore 13:00 del 1° ottobre 2018.
Via libera a uso agronomico digestato prodotto con glicerina grezza
E’ illegittima la normativa che preclude l’uso agronomico del digestato da impianti a biogas che utilizzano glicerina grezza prodotta da impianti di biodiesel, alimentati esclusivamente da residui di origine vegetale.
Bando efficientamento energetico scuole, prorogati termini per invio domande
Ci sarà a disposizione più tempo, fino alle 17:00 del 31 dicembre 2018, per presentare domanda di finanziamento a tasso agevolato per interventi di efficientamento energetico degli immobili scolastici.
Parlamento Ue su plastica, vietare l’oxo-degradabile al 2020
Il 10 luglio 2018 la Commissione Ambiente del Parlamento Ue ha votato la proposta di direttiva sulla plastica monouso, previsto il bando al 2020 per le plastiche oxo-degradabili.
Report Istat su rifiuti, vola raccolta differenziata plastica
L’Istat ha diffuso i dati relativi alla raccolta differenziata (+5% rispetto al 2015), segnalando che l’85% delle famiglie italiane effettua la raccolta della plastica; anche se la quasi totalità vorrebbe maggiori informazioni su come separare.
Rapporto Ecomafia 2018, il 24% dei reati ambientali nel settore rifiuti
Secondo il Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente (Edizioni Ambiente Editore) presentato il 9 luglio 2018 il 24% dei reati ambientali accertati nel 2017 ha riguardato il settore dei rifiuti.
Rapporto Ue su acque, critica situazione di laghi e fiumi
Secondo un rapporto pubblicato dall’Agenzia europea per l’ambiente il 4 luglio 2018 lo stato del 40% delle acque superficiali di laghi, fiumi e zone costiere non è “buono” come prevede la direttiva 2000/60/Ce sulle acque.
Trattare rifiuti produce altri rifiuti: oltre 37 milioni di tonnellate l’anno in Italia
I rifiuti che vediamo ogni giorno e con cui tutti abbiamo direttamente a che fare, ovvero quelli urbani, ammontano – secondo i più aggiornati dati Ispra – a 30.116.605 di tonnellate, prodotte dagli italiani in un anno (2016). A questi va sommata la produzione di rifiuti speciali, di cui raramente abbiamo notizia, ma che in realtà rappresenta gli scarti delle imprese che producono i beni che consumiamo, o quelli prodotti negli uffici presso cui ci serviamo o lavoriamo. Sono altre 135,1 milioni di tonnellate (2016), di cui 125,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi (cioè 2.070,9 kg/abitante per anno, mentre la produzione pro capite dei rifiuti urbani è pari a 497,1 kg/ab*anno). Che fine fa tutta questa spazzatura?
Come conferma anche il nuovo pacchetto normativo europeo sull’economia circolare, approvato da pochi mesi, occorre(rebbe) operare secondo logica di sostenibilità e prossimità, seguendo una precisa gerarchia: i rifiuti che non siamo riusciti a evitare di produrre (prevenzione) devono essere se possibile riusati, o riciclati, o avviati a recupero energetico, o conferiti in discarica. Attività per le quali occorrono impianti dedicati, oltre a quelli relativi ai necessari passaggi intermedi di selezione. Tutti questi anelli sono fondamentali per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti, e sia la normativa sia gli incentivi economici dovrebbero seguire i dettami della gerarchia. Questo però in Italia raramente accade e, di fatto, persiste una cronica carenza di impianti per la gestione dei rifiuti che produciamo.
A quanti professano l’efficace slogan “rifiuti zero” potrebbe essere utile sapere, come tiene a sottolineare l’Unirima (Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri) che i rifiuti ricadenti nel capitolo 19 del Catalogo europeo dei rifiuti (Cer) rappresentano proprio i “rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti”. In Italia «sono pari a 37.683.868 tonnellate e comprendono anche quelli provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani. Si tratta quindi di una quantità ben superiore alla produzione dei rifiuti urbani», che come detto arriva a poco più di 30,1 milioni di tonnellate/anno. È un problema di cui però in Italia preferiremmo non vedere, come una volta fatta la raccolta differenziata – quando va bene – tutti i nostri scarti fossero obbligati a sparire dai radar della pubblica opinione. Non è così, naturalmente.
Scarlino Energia, nei «prossimi giorni» la Regione (ri)darà l’autorizzazione all’impianto
Dopo le conclusioni raggiunte l’11 luglio scorso dalla conferenza decisoria sui destini del termovalorizzatore di Scarlino Energia, nei «prossimi giorni» la Giunta regionale della Toscana procederà con l’approvazione definitiva dell’atto di autorizzazione all’impianto: è quanto ha annunciato oggi da Gianfranco Simoncini, consigliere del presidente Enrico Rossi per il lavoro, nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali per fare il punto sulla complessa vicenda, che si trascina ormai da molti anni.
Quanto è circolare l’economia? In quella italiana l’uso di materiali riciclati è fermo al 18,5% sul totale
Come migliorare? Fluttero: «Iva agevolata, diffusione del Gpp e corretta informazione dei consumatori» L’Ispra informa che nel 2016 per i rifiuti urbani in Italia «la percentuale di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio si attesta al 47,7%», mentre per i rifiuti speciali il recupero di materia è al 65%. Eppure per Eurostat (2014) il “circular material use rate” è ancora al 18,5%. Cosa significa, e come si spiega quest’ampio divario?
Rifiuti, a che punto siamo in Italia su prevenzione e riutilizzo degli imballaggi?
Gli imballaggi costituiscono appena il 7% circa di tutti i rifiuti prodotti in Italia ogni anno, una frazione però molto vicina alla quotidianità dei cittadini, in quanto rappresentano al contempo il 35-40% in peso dei rifiuti solidi urbani prodotti ogni anno: come e in che volumi il maggiore impiego di imballaggi riutilizzabili potrebbe incidere sul problema?