L’ultima parte del concerto di ieri sera ha dato un senso a questo articolo. Già, dovremmo scrivere qualcosa sulla seconda giornata del Cortona Mix Festival 2018, quella del premio Pulitzer Greer e dell’Orchestra Regionale, ma prima di questa folgorazione in zona Cesarini non sapevamo veramente da cosa partire. La scena è questa: sul palco, un pout-pourri ben diretto e ben cantato da West Side Story, il celebre musical di Leonard Bernstein. Pubblico seduto, buona affluenza – considerato che si tratta di musica sinfonica – e noi pennivendoli che rumoreggiavamo nelle retrovie. A un certo punto, la folgorazione: un ragazzo non ben identificabile – americano? turista semplice? dell’UGA? – si leva le scarpe e si mette a danzare. Preso dal furore bacchico va avanti fino alla fine del concerto, con movenze e sgambate che denunciano un’educazione da ballerino classico. Muoversi al ritmo della musica come se nessuno ti guardasse, in un rapporto duale tra te e l’orchestra. Che sogno! Quanto lo abbiamo ammirato. Ascoltare la musica, in fin dei conti, è questo: un rapporto sentimentale con qualcosa di cui abbiamo bisogno e che ci rimane in testa. Una storia d’amore.
Le informazioni che non vi abbiamo detto: il concerto era in Piazza Signorelli; suonavano l’Orchestra Regionale Toscana e l’Orchestra Giovanile Italiana; il direttore era l’americano Timothy Brock, che si era già esibito al Mix nella prima edizione, dirigendo la colonna sonora di Tempi Moderni di Chaplin. Al piano, il bravissimo Federico Colli; nella parte finale si sono esibiti invece i cantanti Eleonora Facchini, Luca Giacomelli Ferrarini, Giuseppe Verzicco e Simona Di Stefano, accompagnati dal Pilgrims Gospel Choir diretto da Gianni Mini. Il programma alternava un repertorio rossiniano (ouvertures della Gazza Ladra e dell’Italiana in Algeri) e statunitense (la Rapsodia in blu di Gershwin per piano e orchestra e alcuni brani dal musical di Bernstein). Francamente era una selezione un po’ piaciona, di quelle per attirare anche il pubblico ampio anziché gli appassionati (che non ne possono più delle ouvertures di Rossini, ma probabilmente anche della Rapsodia in blu). Però capiamo perfettamente chi ha compiuto la scelta: fare la classica in piazza impone la scelta di brani facilmente riconoscibili. C’è da dire che si poteva osare – per dire, qualche anno fa fu proposta Shéhérazade di Rimskij-Korsakov, ma anche l’Histoire du soldat di Stravinskij magari nella solita forma del panino: pezzo “facile”, pezzo impossibile ma in grando di accontentare i palati fini, gran finale col classicone. Ci si potrebbe pensare.
Le presentazioni erano iniziate come di consueto verso le 5 e mezzo.
Per nostra colpa, nostra colpa, nostra grandissima colpa ci siamo persi il reading di Valerio Magrelli, che a noi cultori della parola avrebbe fatto piacere sentire. Rimedieremo grazie all’aiuto di Radio Incontri inBlu, che ha registrato le presentazioni più rilevanti di questa edizione e le trasmetterà nei prossimi mesi.
Pietro Grossi, autore di Orrore (Feltrinelli), ha strutturato in modo originale la propria presentazione, alternando brevi presentazioni e letture del romanzo alle esibizioni di una band live, che ha suonato brani dei Doors: un plauso a Matteo Urro (voce), Filippo Regoli (chitarra), Giacomo Bianchi (batteria) e Gianluca Caprili (tastiera), che hanno dimostrato una notevole capacità tecnica e hanno proposto le canzoni di Jim Morrison, Ray Manzarek e soci con coraggio e grinta.
La presentazione di Less (Nave di Teseo, premio Pulitzer 2018) di Andrew Sean Greer con l’autore, la traduttrice Elena Dal Pra e la nostra Anna Cherubini è stata di grande interesse. Un po’ in inglese, un po’ in italiano, un po’ in itanglese, abbiamo conosciuto la trama di questo bel romanzo – uno scrittore omosessuale di mezza età che viene lasciato dal compagno e cerca di alleggerire il dolore esistenziale viaggiando senza tregua – e capito che rispecchia significativamente la vita dell’autore. Greer, tra l’altro, parla l’italiano perché ha lavorato con un’istituzione italiana, la fondazione Santa Maddalena di Firenze, luogo di riposo e scrittura per scrittori finanziato da mecenati. La presentazione ci ha fatto capire molto anche del lavoro del traduttore, uno “psicanalista dell’autore originale”, nelle parole della Dal Pra. Dire che “tradurre è dire quasi la stessa cosa” (Umberto Eco) non rende facile la definizione di questo lavoro artigianale, e spesso impossibile. Sempre la Dal Pra ha usato la metafora dell’arpa eolica, suonata dal vento e non da uomini.
Durante le prove per la sua prima traduzione di Greer – il libro era Le confessioni di Max Tivoli, del 2004 – Eelena Dal Pra si era trovata in grande difficoltà, sia per lo stile emozionale dell’autore, sia per il caldo che affliggeva Milano nell’estate 2003. Poi, leggendo una poesia del milanese Luciano Erba, aveva trovato la spinta a lavorare. Grafologia di un addio, dalla raccolta L’ippopotamo, dice:
Questo azzurro di luglio senza te
è attraversato da troppo neri rondoni
che hanno un colore di antenne
e il taglio, il guizzo della tua scrittura.Si va dal “caro” alla firma
dal cielo alla terra
dalla prima all’ultima riga
dai tetti alle nuvole.
Il romanzo parla di paura, umiliazione, perdita e morte, ma secondo Greer è, in fondo, una storia d’amore. La traduttrice lo ha definito “una ricerca del significato dell’amore portata avanti attraverso la ricerca delle sue varie declinazioni”.
Nel romanzo ci sono prevalentemente uomini e l’amore fisico (eros) è quello omosessuale, ma è descritto con leggerezza, senza connotarlo diversamente da qualsiasi altro tipo di relazione fisica. I social networks e la tecnologia appaiono di rado: Greer li vede come strumenti che rendono difficoltosa la scrittura, e non permettono agli uomini di cavarsela con le proprie capacità – in altre parole li esclude anche per motivi strettamente narratologici.
La presentazione è stata uno scambio continuo di riflessioni, battute, appunti su amore, vita e letteratura. Un momento intenso che ha fatto dimenticare ai presenti l’ora tarda a cui si è concluso (le 20.40).
P.S. Vi ricordiamo che l’incontro con Goffredo Fofi, previsto originariamente per mercoledì 18, è rimandato a oggi pomeriggio alle 17.15, sempre nel chiostro di Sant’Agostino.