A fronte del forte vento di destra che sta soffiando sull’Europa e che è arrivato anche nella penisola italiana, era inevitabile che per reazione arrivasse un vento contrario, anche se per ora non abbastanza forte, che riaccende le speranze del campo socialista. Coglie bene l’attuale situazione Pierluigi Sernaglia nel suo bell’articolo che analizza come dopo la fine del blairismo e del socialismo annacquato, riprenda vigore l’idea di socialismo e dei suoi tradizionali valori grazie, come dice l’opinionista, al leader del partito laburista inglese Corbyn, di quello spagnolo Sanchez, del portoghese Costa ed io aggiungerei anche il greco Tsypras che è riuscito a rissollevare le sorti del suo paese dalla grave crisi economica in cui l’aveva portata la destra.
Ma questi paesi erano pronti con i loro tradizionali partiti socialisti a cogliere il momento ed a porsi immediatamente come alternativa di governo, ma in Italia? Tutto ciò non esiste più, si è cancellata persino l’identità della sinistra, i suoi valori e i suoi ideali per sostituire il socialismo con il liberismo e questo lo si deve in gran parte al cattocomunismo e alle sue origini, che ha finito per cancellare sia la cultura cattolica che quella comunista in una indistinta identità incollando vari pezzi di partito assieme come un puzzle, che ha fatto perdere l’orizzonte al popolo della sinistra, compresi i socialisti che si sono sparsi ovunque con una diaspora senza precedenti.
Riorganizzare la sinistra in Italia diventa quindi un lavoro arduo e difficile in quanto il tempo incalza a fronte delle nuove sfide che questa nuova maggioranza che governa il Paese ci pone, mentre oltre alla volontà di convocare gli stati generali della sinistra italiana, serve trovare chi ha capacità di analisi e di sintesi per rispondere alle sfide della destra e nello stesso tempo riorganizzare il consenso del mondo del lavoro e dei giovani in un progetto per una nuova sinistra. Non si tratta quindi di dare una tinta di rosso alla facciata, come sostiene banalmente qualcuno, ma di ricostruire dalle fondamenta la casa della sinistra italiana. Ma a livello nazionale e locale esiste questa volontà? A me sembra di no, basta ascoltare il ridicolo dibattito interno al PD che nulla dice e niente analizza, che va avanti come nulla fosse successo in questi ultimi due anni. Anche nel livello locale, nonostante gli accorati appelli dell’amico e compagno Remo Rossi o di Valter Lupetti a fare una analisi sulla crisi della sinistra prima di poter parlare del futuro, come immaginavo nessuna risposta, anzi si riscontra una pochezza ed una mediocrità dei gruppi dirigenti al punto che ti domandi se abbiano davvero capito qualcosa di quello che è successo intorno a noi.
Spero che il dibattito prosegua perché ve ne è un gran bisogno!
Doriano Simeoni