Le parole non sono mai state così tante. Forse anche per questo, non sono mai state così importanti. In un’epoca in cui è diventato semplice e immediato esternare le proprie emozioni e i propri commenti, condividendoli all’istante con una platea potenzialmente globale, il Cortona Mix Festival propone un momento di riflessione su ciò che scriviamo, leggiamo e ascoltiamo. Sul senso delle parole che ci circondano e sul modo in cui le utilizziamo per plasmare noi stessi e la società.
Promossa dal Comitato Cortona Cultura Mix Festival (Gruppo Feltrinelli, Orchestra della Toscana, Accademia degli Arditi e Officine della Cultura) e dal Comune di Cortona in collaborazione con Regione Toscana e Camera di Commercio di Arezzo, la settima edizione si svolge da mercoledì 18 a domenica 22 luglio, fedele alla formula del “mix delle arti”, intrecciando e mettendo in dialogo la narrativa e la poesia, il cinema e la musica, il giornalismo e il teatro.
Le parole protagoniste sono quelle di prestigiosi autori internazionali (Andrew Sean Greer, premio Pulitzer 2018 per la narrativa), poeti affermati (Valerio Magrelli) e intellettuali di lungo corso (Goffredo Fofi), giornalisti di quotidiani, tv e web (Annalena Benini, Marco Damilano, Gabriele Del Grande, Sergio Rizzo), esponenti dei diversi generi letterari (dal giallo di Giuseppina Torregrossa all’horror di Pietro Grossi), drammaturghi che hanno conquistato palcoscenici globali (Stefano Massini) e attrici che debuttano nel mondo della parola scritta (Laura Morante), professionisti del marketing (Roberto Olivi) e moderni goliardi della comunicazione (il team di Lercio).
Quando il pomeriggio si tinge dei colori del tramonto, le parole dei libri lasciano spazio a quelle della musica. E anche in questo caso il vocabolario è ricco di suggestioni: dall’apertura rock’n’roll con Little Steven, il leggendario chitarrista di Bruce Springsteen in tournée con i suoi The Disciples of Soul, alla chiusura con il concerto di Gino Paoli, gigante della canzone d’autore che presenta i successi di una carriera sconfinata in veste jazz (e prima dello spettacolo incontra il pubblico in dialogo con la figliaAmanda Sandrelli). Passando per l’America di Rhapsody in Blue e West Side Story, riletta dai professori dell’Orchestra della Toscana accompagnati dai musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana (sul podio Timothy Brock, con Federico Colli al pianoforte), lo ska in salsa sabauda degli Statuto (che festeggiano i 35 anni di carriera), la surreale comicità di Nino Frassica & Los Plaggers Band e le colte ricerche nel repertorio della musica classica (il duo violoncello-contrabbasso Tra Bassi e Alti) e antica (l’Anonima Frottolisti alla scoperta delle laudi francescane).
Confermata è l’ambientazione nei luoghi più suggestivi del borgo toscano: il palco per gli spettacoli in Piazza Signorelli, l’auditorium e il chiostro del Centro Sant’Agostino, che ospitano gli incontri, il grande schermo del Teatro Signorelli per le proiezioni dei documentari di Visions e poi ancora la Chiesa di San Francesco, la Fortezza del Girifalco (sede della festa finale e di alcune sessioni dello Yoga Mix), la Loggia del Teatro Signorelli (dove è allestita la biglietteria), la Sala Consiliare del Palazzo del Comune (che mercoledì 18 luglio ospita l’inaugurazione ufficiale del Festival), fino alle piazze e alle vie del centro storico, simbolicamente attraversate nella giornata di domenica dai suoni della marching band ArchiMossi.
GLI INCONTRI
“Un libro generoso, musicale nella prosa e ampio in struttura e portata, sul diventare grandi e sulla natura essenziale dell’amore”. Con questa motivazione, la giuria del Pulitzer ha assegnato il premio 2018 per la narrativa al romanzo Less (La Nave di Teseo) di Andrew Sean Greer, mirabolante odissea di uno scrittore in crisi che – per cercare se stesso e fuggire dai problemi della vita – intraprende un folle giro per il mondo. L’autore americano, direttore della Fondazione Santa Maddalena, sarà al Centro Sant’Agostino giovedì 19 luglio in dialogo con la traduttrice della versione italiana Elena Dal Pra. Parole che danno un senso alla vita e parole a cui bisogna trovare la giusta veste quando si passa da una lingua all’altra: la traduzione letteraria, anzi poetica, ha un ruolo rilevante anche in La parola braccata (Il Mulino), l’ultimo libro di Valerio Magrelli, che il 19 luglio precederà Greer sul palco del Centro Sant’Agostino (sede di tutti gli incontri del Festival). Il poeta, critico e accademico romano, una delle voci più forti della poesia italiana contemporanea, proporrà al pubblico di Cortona una lettura di testi selezionati dal suo repertorio. Affermare che in poesia le parole sono importanti sembra quasi superfluo; verificarlo dal vivo, ascoltando l’appassionante reading di Magrelli, sarà tutta un’altra cosa.
Un paio di settimane prima dell’inizio del Cortona Mix Festival, al National Theater di Londra andrà in scena l’opera Lehman Trilogy, nella nuova versione kolossal diretta dal regista americano Sam Mendes (premio Oscar per American Beauty). È l’appuntamento più atteso della stagione del teatro londinese così come al Teatros del Canal di Madrid, dove l’opera è in scena negli stessi giorni. L’autore di Lehman Trilogy Stefano Massini, vincitore di due premi Ubu e oggi tra i drammaturghi italiani più rappresentati nel mondo, è atteso al Festival venerdì 20 luglio. Artigiano della narrazione, volto noto della tv per i suoi racconti trasmessi su La7, rifletterà sulle parole del teatro, e non solo.
A una tragica pagina della storia d’Italia – il sequestro di Aldo Moro, di cui nel 2018 ricorre il quarantesimo anniversario – e ai suoi effetti sul nostro Paese guarda invece il lavoro di Marco Damilano, Un atomo di verità (Feltrinelli). Il direttore del settimanale “L’Espresso” sarà al Centro Sant’Agostino, sabato 21 luglio, per riflettere su una tesi radicale: che il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro abbiano sancito l’inizio della fine della Prima Repubblica, quella dei partiti, abbattuta poi nel 1992 dai colpi di Tangentopoli e quindi sepolta oggi nell’era dei movimenti e di una politica in cui – tra le parole chiave – sembrano assumere sempre maggiore importanza il narcisismo e il nichilismo.
Anche quest’anno il giornalismo ha un ruolo di primo piano al Festival, con appuntamenti e approfondimenti quasi quotidiani. Se sabato sarà il giorno di Marco Damilano, venerdì 20 luglio è atteso il vicedirettore de “la Repubblica” Sergio Rizzo, autore de Il pacco (Feltrinelli): inchiesta che fa chiarezza sui recenti scandali finanziari che hanno colpito diversi istituti di credito della profonda provincia italiana. Un altro mondo, quello dell’economia, delle banche e dell’alta finanza, in cui le parole non solo sono importanti, ma spesso diventano nuovi e misteriosi simboli della contemporaneità: dai “mutui subprime” che hanno scatenato l’ultima grande crisi globale allo “spread” che è diventato protagonista dell’informazione non solo economica. Domenica 22 luglio il microfono passa a Gabriele Del Grande. Al centro dell’incontro con il blogger e documentarista lucchese – diventato famoso suo malgrado nell’aprile del 2017, quando fu arrestato e trattenuto in carcere per due settimane in Turchia – sarà la parola che fa da titolo al suo ultimo libro, Dawla (Mondadori). Oscura all’apparenza, ma in fondo semplice: è la traduzione di “Stato” ed è una di quelle che gli affiliati dello Stato Islamico (di cui Del Grande ha incontrato molti disertori) utilizzano per identificare la propria organizzazione. Un’altra parola chiave del presente – e del mondo dell’informazione – è “fake news”. Su Internet c’è chi di notizie false vive e prospera nell’ombra, ma c’è anche chi le utilizza per rinfrescare il mondo della satira e ironizzare sulla salute dell’informazione, come il sito Lercio. Nato all’interno di una palestra online creata da Daniele Luttazzi, quindi decollato in forma autonoma e diventato il collettivo satirico più famoso d’Italia (con oltre un milione di iscritti su Facebook), Lercio atterrerà a Cortona sabato 21 luglio in un incontro in cui due dei suoi redattori, Andrea Michielotto e Augusto Rasori, racconteranno lo straordinario percorso che li ha portati dall’underground online a salire sul palco del festival rock Sziget di Budapest (sembra una fake news di Lercio, ma è davvero avvenuto nell’estate del 2017).
Prerogativa del Cortona Mix Festival, in un certo senso dettata anche dalla sua ragione sociale, è quella di proporre un’ampia varietà di appuntamenti, esplorando i generi, sperimentando con i linguaggi, sorprendendo con gli accostamenti. Il programma degli incontri della settima edizione non fa eccezione, con gli organizzatori che hanno definito un cartellone in cui il tema del Festival viene interpretato attraverso il più ampio ventaglio possibile di competenze e punti di vista. In questo senso è emblematico il primo giorno, mercoledì 18 luglio, in cui saranno protagonisti un intellettuale militante (Goffredo Fofi), un esperto di comunicazione e marketing (Roberto Olivi) e un’attrice al suo debutto letterario (Laura Morante). Saggista, giornalista, critico rigoroso e condottiero di infinite avventure culturali ed editoriali, da sempre in lotta contro la “deformazione della parola” che il potere crea e utilizza per distogliere l’attenzione della realtà, Goffredo Fofi proporrà un intervento che prende spunto dalla celebre inchiesta di Carlo Levi sulle misere condizioni di vita nelle campagne siciliane (Le parole sono pietre). Il testimone passerà poi a Roberto Olivi, vent’anni di esperienza come direttore della comunicazione nel settore automobilistico, una grande passione per i libri e la letteratura e un recente volume in cui collega i due universi (La comunicazione è un posto dove ci piove dentro, La Nave di Teseo). Sempre mercoledì 18, infine, Laura Morante presenterà i suoi Brividi immorali (La Nave di Teseo), antologia di racconti che spalancano finestre su relazioni, affetti, tradimenti, paure. Per una delle più importanti attrici italiane contemporanee, con oltre 70 pellicole alle spalle, spaziando dai ruoli drammatici (diretta da Bertolucci, Moretti, Avati) a quelli più leggeri (Virzì, Verdone), si tratta di un nuovo esordio.
Sarà invece un esperimento ai confini tra letteratura e musica quello presentato da Pietro Grossi giovedì 19 luglio. Lo scrittore fiorentino si farà aiutare da alcuni musicisti per presentare le atmosfere e la storia contenute nel suo ultimo romanzo Orrore (Feltrinelli). La scelta è caduta sul repertorio dei Doors, con inevitabili richiami e suggestioni cinematografiche: la musica della band di Jim Morrison accompagnava anche Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, il film con il celebre monologo di Marlon Brando sull’orrore. A proposito di generi, non poteva mancare al Cortona Mix Festival uno spazio dedicato al noir, uno dei settori più dinamici dell’editoria nazionale. Se ne farà portavoce Giuseppina Torregrossa, da poco in libreria con Il basilico di Palazzo Galletti (Mondadori), domenica 22, portando nel chiostro di Sant’Agostino le parole, gli aromi e i sapori di un giallo alla siciliana. Sabato 21 Annalena Benini parlerà invece del suo La scrittura o la vita (Rizzoli), in cui ha intervistato dieci autori italiani: un titolo che è quasi una professione di fede, un racconto corale che ci dice tante cose sul “mestiere dello scrittore”. Perché, come spiega Annalena Benini: “L’unica verità è quella delle parole scritte. Lì dentro c’è il fuoco acceso, c’è tutto. Anche la scelta fra la scrittura o la vita”.
GLI SPETTACOLI
L’energia del rock, l’eleganza del jazz applicata alla canzone d’autore, l’allegria dello ska e delle parodie pop, la storia del cinema in versione d’orchestra e quella della musica classica in un viaggio che risale fino al XIII secolo. Sono gli ingredienti del ricchissimo programma degli spettacoli della settima edizione del Cortona Mix Festival. Cinque concerti per cinque serate, sempre sul grande palco allestito in Piazza Signorelli a partire dalle 21.15, con due appuntamenti extra nella cornice della Chiesa di San Francesco, la consueta festa itinerante dell’ultimo giorno per le vie della città e il dj set finale alla Fortezza.
Il big bang ha almeno tre nomi diversi. Sono quelli con cui è conosciuto il protagonista del concerto che aprirà il Festival, mercoledì 18 luglio: Steven Van Zandt (all’anagrafe), Little Steven e Miami Steve. A Cortona, Van Zandt si presenterà nella sua veste più rock’n’roll, come Little Steven & The Disciples of Soul, presentando i successi di una carriera lunga oltre quarant’anni, da poco rinfrescata con un nuovo album (Soulfire del 2017). Little Steven è conosciuto per tante ragioni: per essere dagli anni Settanta il fedele chitarrista della E Street Band di Bruce Springsteen, per esempio, ma anche per aver contribuito a creare quel sound della costa est americana chiamato “Jersey Shore” e per aver recitato in ruoli di primo piano nelle serie tv I Soprano e Lilyhammer (di cui è stato ideatore e protagonista). In Piazza Signorelli parlerà la sua musica, esplosiva miscela di soul, blues e rock’n’roll.
Da una leggenda all’altra: il concerto finale del Cortona Mix Festival 2018 è affidato a Gino Paoli, la sera di domenica 22 luglio. A lui si devono parole non solo importanti ma memorabili, per il modo in cui – attraverso metafore, immagini, accostamenti unici – sono entrate nell’immaginario collettivo di un Paese: dalla stanza in cui scompaiono le pareti (Il cielo in una stanza) alla gatta che aveva una macchia nera sul muso (La gatta), dal sapore di sale sulla pelle e sulle labbra (Sapore di sale) ai quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo (Quattro amici). Questi e altri classici saranno riproposti nella notte di Cortona con il supporto di un formidabile gruppo di jazzisti, il Tri(o)Kàla: Rita Marcotulli al pianoforte, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria. Anche l’aperitivo promette di essere speciale: sempre domenica 22, nel tardo pomeriggio, è infatti previsto al Centro Sant’Agostino un incontro in cui il cantautore dialogherà con la figlia e attrice Amanda Sandrelli.
L’Orchestra della Toscana, tra i fondatori e promotori del Cortona Mix Festival, regalerà invece al pubblico di Cortona (in collaborazione con Orchestra Giovanile Italiana) un sogno americano di mezza estate. Giovedì 19 luglio è in programma un concerto dedicato a due opere che hanno contribuito a costruire – tra cinema e musica – il mito della New York del Novecento: la Rhapsody in Blue di George Gershwin e la West Side Story di Leonard Bernstein. E a dirigere l’ORT, che si esibirà con i giovani musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana, sarà uno dei massimi esperti mondiali di musica da film: Timothy Brock. La Rapsodia ha una storia antica, che risale a quasi un secolo fa, ed è stata consacrata nel 1979 quando Woody Allen l’ha scelta come brano d’apertura del suo film Manhattan. Al Festival verrà riproposta la versione originale del 1924, con il talento bresciano Federico Colli a interpretare il ruolo di Gershwin al pianoforte solista. West Side Story è uno dei musical più famosi di tutti i tempi, prima nella versione teatrale di Broadway (1957), quindi in quella cinematografica diretta da Robert Wise (1961). Rielaborazione del Romeo e Giulietta nell’Upper West Side di New York, con due gang di strada a sostituire i Capuleti e Montecchi di scespiriana memoria, l’opera è celebre per la partitura composta e più volte modificata da Leonard Bernstein. L’Orchestra della Toscana proporrà le Symphonic Dances e la Suite n.2, con i cantanti Eleonora Facchini, Luca Giacomelli Ferrarini, Giuseppe Verzicco e Simona Di Stefano e il Pilgrims Gospel Choir diretto dal maestro Gianni Mini.
Sulle ali dell’allegria, dell’ironia e del divertimento sono i due concerti di venerdì 20 e sabato 21 luglio. Venerdì sera, a ingresso libero, salgono sul palco i torinesi Statuto. L’occasione è di quelle importanti: il trentacinquesimo compleanno della band. Nati in piazza Statuto nel 1983, luogo di ritrovo dei “mods” a Torino, interpreti di una vivace versione italiana dello ska che in quegli anni impazzava soprattutto in Gran Bretagna (grazie a band come i Madness e gli Specials), gli Statuto hanno vissuto una carriera costantemente on the road: centinaia di concerti, passando senza problemi dal palco del Festival di Sanremo a quello di Plaza de la Revolucion a L’Havana. A precederli sul palco saranno gli umbri Snow in Damascus!. Sabato 21 è la volta dello spericolato viaggio alla riscoperta (e alla parodia) del pop italiano di Nino Frassica & Los Plaggers Band. Un personaggio televisivo inconfondibile, sei musicisti e un repertorio monumentale a cui attingere: oltre cento brani, tra tormentoni delle mitiche trasmissioni di Renzo Arbore (Cacao meravigliao, Grazie dei fiori bis), sigle d’altri tempi, musiche della pubblicità e tanti classici della tradizione popolare italiana. Il tutto ovviamente rivisto e corretto dalla surreale e dissacrante comicità dell’artista siciliano, che dopo il concerto incontrerà il pubblico e firmerà copie del suo ultimo libro Novella bella (Mondadori).
L’offerta e la diversità musicale del Cortona Mix Festival 2018 si arricchiscono con due appuntamenti dedicati alla musica classica e colta, in programma a partire dalle 18.30 nella Chiesa di San Francesco. Venerdì 20 luglio, l’Anonima Frottolisti presenta Gloriosus Franciscus, affascinante esplorazione della musica per San Francesco dal XIII al XVI secolo: canti gregoriani, primitive polifonie, laudi monodiche in lingua volgare, nell’esecuzione filologica e con strumenti d’epoca della formazione di Assisi (che in passato ha anche inciso un disco dedicato alla versione integrale del Laudario di Cortonia, codice musicale del XIII secolo conservato nella Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca). Sabato 21, l’ORT si presenta in forma di duo con il concerto Tra Bassi e Alti: il violoncellista Luca Provenzani e il bassista Amerigo Bernardi, entrambi prime parti della ORT, propongono un viaggio senza tempo sulle note di Sammartini, Bach, Mozart, Piazzolla, e Rossini. Altro appuntamento ormai consolidato del Festival è quello con le marching band, le formazioni che attraversano e suonano per le strade, le vie e le piazze del centro storico. Domenica 22, a inaugurare una lunga festa musicale di chiusura, che proseguirà con il concerto di Gino Paoli e terminerà a notte inoltrata con l’After Mix DJs Party alla Fortezza del Girifalco, i protagonisti saranno gli ArchiMossi: una banda quasi interamente al femminile, curiosa sia per la strumentazione “da camera” (violini), sia per il coloratissimo repertorio (dalle ballate irlandesi alle danze slave, dai recuperi rinascimentali al pop di Michael Jackson).
Infine, a completare il programma, il doppio spettacolo con i ragazzi disabili delle compagnie Allegra Brigata del CAM Residenze Sanitarie e Centro Arca Monte San Savino/Arezzo (mercoledì 18) e tre appuntamenti riservati ai ragazzi del campo estivo: Pinocchiologhy di e con Paolo Valenti, Il flauto magico di Gianni Micheli, liberamente ispirato all’opera di Mozart, e ArcheoJunior, per archeologi in erba (in programma rispettivamente mercoledì 18, giovedì 19 e venerdì 20).
VISIONS, LE PROIEZIONI NOTTURNE
Che cos’hanno in comune il pittore Jean-Michel Basquiat, lo scrittore Michel Houellebecq, il cantante Iggy Pop e l’attrice Hedy Lamarr? Sono i protagonisti del cocktail offerto dall’edizione 2018 di Visions, il ciclo di proiezioni che ogni anno accompagna e chiude le giornate del Cortona Mix Festival. Da giovedì a sabato, ogni sera alle 23.30 al Teatro Signorelli (con ingresso libero) verrà proposto un documentario – in inglese con sottotitoli in italiano, distribuzione italiana Feltrinelli Real Cinema – dedicato ad alcune delle figure più carismatiche, geniali e intriganti dell’arte dell’ultimo secolo. Il piccolo cineforum notturno si aprirà giovedì 19 luglio con Boom For Real: The Late Teenage Years of Jean-Michel Basquiat. Diretto nel 2017 dalla filmaker statunitense Sara Driver, storica compagna di Jim Jarmusch e protagonista in prima persona dell’avanguardia artistica di New York, il film cattura gli anni giovanili del geniale pittore e “writer” Jean-Michel Basquiat. Nella turbolenta e dinamica Grande Mela della fine degli anni ’70, tra il ruggito del punk e la nascita dell’hip hop, le battaglie politiche e i primi graffiti a segnare il territorio, i precoci segni del passaggio di una stella cometa destinata ad andarsene troppo presto (Basquiat è morto nel 1988, per un’overdose di eroina, ad appena 27 anni). Venerdì 20 luglio è la volta di To Stay Alive: A Method. Produzione olandese del 2016 con tre autori in cabina di regia (Erik Lieshout, Amo Hagers e Reinier Van Brummelen), racconto dell’incontro tra due formidabili personaggi: Michel Houellebecq e Iggy Pop. Nel 1991 lo scrittore aveva scritto un saggio intitolato “Rester vivant” (pubblicato in Italia come “Restare vivi” nell’antologia La ricerca della felicità, Bompiani), venticinque anni dopo il cantante lo legge e interpreta, in un curioso esperimento narrativo che vede protagoniste – oltre ai due artisti – altre persone legate alla vita di Houellebecq. Il terzo e ultimo appuntamento, sabato 21 luglio, è con Bombshell: la storia di Hedy Lamarr (2017) di Alexandra Dean. Nata nel 1914 come Hedwig Eva Maria Kiesler, scomparsa nel 2000, viennese di origini ebraiche, l’attrice Hedy Lamarr ha sconvolto gli spettatori degli anni Trenta con il primo nudo integrale nella storia del cinema (Estasi, 1933), quindi si è trasferita a Hollywood, in fuga dall’Austria e dal marito filo-nazista, ha girato altri venticinque film (al fianco di Spencer Tracy, Judy Garland, Clark Gable, James Stewart), si è sposata sei volte, ha avuto un flirt con il presidente John Fitzgerald Kennedy e – nei ritagli di tempo – ha inventato un sistema di guida a distanza per siluri di sottomarino, riscoperto e adattato di recente nell’ambito della telefonia e delle tecnologie wireless. Una vita che meritava davvero di essere raccontata, in un film prodotto da Susan Sarandon.