L’anno scorso avevamo scritto che la Cortona Jazz Night era “ossigeno per una Cortona più bella“. Fortunatamente si è andati avanti e dalla “Night“, passando per altri eventi nel corso dell’inverno e della primavera, si è arrivati al “Festival“: cinque giorni di concerti, diciotto appuntamenti in totale.
Siamo di fronte a un vero miracolo per quella che è attualmente la situazione dei centri storici turistici, come pure per quello che è lo stato di salute dei festival, della promozione dell’arte e della cultura in generale in Italia. Un vero miracolo anche per Cortona, che rialza la testa e prova a uscire dalla standardizzazione e dalla rincorsa del guadagno facile immaginandosi un futuro differente, un futuro che la veda inserirsi in una categoria di città di valore superiore.
Questo miracolo lo stanno compiendo un gruppetto di volenterosi, riuniti nel sodalizio dell’associazione Mammut, tutti ovviamente al lavoro “a gratis” con passione, impegno, pazienza, devozione, creatività, concretezza e soprattutto grande amore per la propria città e voglia di mettersi a disposizione per farla crescere.
Il Cortona Jazz Festival si inserisce, senza troppi strombazzamenti nè intenti polemici, in un circolo virtuoso e “differente” sempre più vivo in città: è quello che unisce realtà al lavoro nella città etrusca quali On The Move, Mammut appunto, Radio Incontri (che ha ripristinato il modello delle eroiche “dirette” alle quali ebbi l’onore di partecipare ai tempi dei primi Mix Festival) e tanti altri. Ognuno a suo modo fa bene a Cortona e sta costruendo, spesso con meno gratificazioni e celebrazioni rispetto ad altri che in realtà meriterebbero molto meno, cose importanti.
Il Jazz Festival, in particolare, è straordinario per una serie infinita di motivi. Ne elenco solo alcuni:
- la qualità dei musicisti. Non c’è bisogno di amare il Jazz: la musica quando è buona e suonata da grandi artisti è sempre bella e apprezzabile
- il suo essere “itinerante”, da una piazza all’altra, da un angolo di Cortona all’altro. Tutta la città è protagonista, riscoperta anche nei suoi luoghi meno noti e frequentati (il chiostro di San Francesco, la piazzetta di Sant’Antonio, la Fortezza, la Piazza del Duomo ecc. ecc. che vengono valorizzati. Un bell’antidoto alla “prigione” del turismo mordi e fuggi, cieco e volgarotto, incapace di andare oltre oltre Via Nazionale.
- riporta l’arte al suo valore vero, che è quello culturale, togliendola dalla volgarizzazione che l’ha ridotta a banale strumento per guadagni facili, umiliandola con sempre maggiore frequenza.
- restituisce a Cortona un evento “su misura” che le si cuce addosso alla perfezione per la sua stessa conformazione fisica
- ne rafforza il buon nome, aumentandone il prestigio.
Sono assolutamente convinto che, proseguendo, i ragazzi di Mammut arriveranno in alto. Cortona Jazz Festival può diventare un brand forte, di grande attrattiva, avamposto di una Cortona differente: l’unica che merita di essere valorizzata.
Mi verrebbe infine da proporre la coppia Antonio Massarutto (che non è nato a Cortona, ma sta dimostrando di averla capita nel suo profondo, conoscerla e amarla più di tanti autoctoni) e Francesco Salvadori (una mente davvero instancabile e creativa) come assessori alla cultura della Cortona che vorrei (anche perchè dopo le dimissioni di Albano Ricci siamo rimasti senza Assessore!), ma eviterò polemiche politiche inutili.
A quanto pare le cose belle si possono fare anche fuori da quella dimensione… e dei politici si può fare anche senza!