Per un attimo mi era quasi caduto un mito. L’infanzia e quel ciclismo ancora eroico, i duelli con Hinault, il giro dell’84 vinto all’ultima crono beffando il francese dall’orrida acconciatura biondacea Fignon (pace all’anima sua…), il record dell’ora con le ruote lenticolari (che poi per imitazione avevo montato sulla mia BMX), le braccia alzate sul traguardo mondiale di San Cristobal… Francesco Moser, trentino taciturno e schivo, tutta fatica e lavoro e poche chiacchiere, per me era stato quasi un esempio di vita. Non sono come lui, ma a volte vorrei esserlo.
Poi oggi sento parlare di una sua uscita contro “i comunisti” e in difesa del contestatissimo Giro della Padania e comincio a preoccuparmi. Sta a vedere che il Moserone mi è scivolato sul banale, e peggio ancora sull’anti-italianismo…
Poi però sono andato a leggermi attentamente le sue parole e mi sono ricreduto. In fondo non ha detto niente di grave. Ha solo ribadito, di fronte alle proteste di chi vorrebbe bloccare la corsa solo perchè è una gara un po’ leghista, che ognuno è libero di organizzare le corse ciclistiche che vuole, e di chiamarle come vuole. E infatti pretendere di bloccare il Giro della Padania solo per il nome che porta non ha veramente senso. Parliamo di sport, che ci frega del resto???
E’ vero anche, come dice Moser, che “i comunisti” le corse ciclistiche le hanno organizzate per tanti anni. Ad esempio il Giro delle Regioni, corsa riservata ai dilettanti che io ricordo con affetto perchè passò a Cortona a metà anni 80 (vinse il mitico Flavio Giupponi, poi secondo a un Giro d’Italia dietro al solito Fignon una volta passato professionista) e ci fecero vestire con strani costumi che dovevano essere “da olandesi” (non ricordo perchè) ma più che altro parevano da turchi, visto che avevamo un gilet orrendo e un fez.
Lì vincevano spesso i sovietici, ma Moser sbaglia a generalizzare. Forse i sovietici, che non potevano diventare professionisti, primeggiavano perchè erano forti davvero e non perchè quelle corse erano truccate. Dire che i “compagni” parteggiassero per le maglie rosse è una forzatura che certo non si addice a un uomo sempre serio e misurato come Moser, che dimentica anche fattarelli tipo l’ormai quasi totalmente accertato tentativo di uccidere Berlinguer operato in Bulgaria a metà anni 70; sintomo di una quantomeno scarsa amicizia fra PCUS e PCI.
Ma forse in questo caso Moser, che certo non è mai stato di sinistra, s’è fatto prendere un po’ la mano.
A parte questo, anche se detesto l’anti-italianismo padano mi fa sorridere la protesta a suon di tricolori promossa da soggetti che in gran parte (nel migliore dei casi) quella bandiera l’hanno snobbata per decenni. In una recente festa di un partito di estrema sinistra ho visto solo bandiere di quel partito e bandiere rosse con falci e martello, nessun tricolore. Non ho nulla da eccepire, ma che la bandiera italiana venga poi rispolverata ad arte solo per dare contro alle Lega mi suona un po’ comico. Meglio tenersi le bandiere rosse.