Ho letto con piacere una nota dei Giovani Comunisti che lamentano l’abbandono in cui versa lo ZAK, il Centro di (presunta) aggregazione giovanile di Camucia nel quale, dicono, da un anno sono state interrotte tutte le attività.
Avevo pensato di scrivere qualcosa di simile io, ma mi hanno anticipato. A questo punto provo ad allargare il discorso.
In realtà lo ZAK non mi pare abbia mai aggregato granchè, tant’è che ne scrissi anche ai primordi di Valdichianaoggi, quando era “Il Pollo della Valdichiana”. Era il 2006 e dissi che qualcosa lì non funzionava perchè anche se un po’ di attività c’erano non è che fosse popolato tutti i giorni da decine di giovani. Quindi si poteva provare a fare di meglio.
Mi risposero un po’ stizziti che mi sbagliavo e invece andava tutto bene (una modalità, quella di cercare di farti passare per scemo, che anni dopo è diventata di moda con l’arrivo di Renzi e dei suoi cloni ai livelli politici più bassi).
Ricordo con piacere, peraltro, il concerto dei The Dobra (la mia band) nel 2004, grazie al nostro “manager” di allora che ebbe la buona idea di farci suonare lì. Fu una bella serata e dimostrò che un minimo di aggregazione di ragazzi a Camucia si poteva fare, ma credo che fu una delle poche cose che negli anni abbia funzionato davvero in quel posto che già dal nome (acronimo di Zona ad Alta Curiosità) convinceva molto poco. Negli stessi tempi ben altra vita giovanile, quantomeno in termini numerici, c’era altrove, ad esempio a Salcotto (la Villa Comunale occupata da un gruppo di giovani che all’epoca erano definiti “no global”).
Da allora sono passati oltre 10 anni, ma vedendo come è andata a finire credo che dire che lo ZAK è stata un’occasione persa non sia un fazioso azzardo mistificatore.
E’ allora… è così impossibile fare aggregazione a Camucia? Io, pur capendo le difficoltà, continuo a credere di no.
Un esempio positivo, sempre un po’ di anni fa, fu Insanamente Cortona Sound Festival, un festival musicale che con alcuni amici volemmo organizzare proprio a Camucia partendo da alcune riunioni aperte a tutti che, guarda caso, facemmo allo ZAK. Nel triennio 2007-2009 ci furono risultati notevolissimi: basterebbe ricordare il concerto di Caparezza o quello di Morgan. 4mila persone al Parco della Piscina Comunale, ingresso gratuito, la viva partecipazione dei ragazzi del posto sia come pubblico che nell’organizzazione.
Quello fu un segnale importante che purtroppo non ha avuto seguito.
Adesso, anno domini 2018, mi rendo conto che non è il caso di pretendere miracoli: è passato un secolo da quei positivi segnali di vita, Camucia è sempre più una realtà complessa, frammentata, davvero difficile da interpretare. Pure il mondo giovanile è assai complicato da decifrare.
Però i segnali buoni ancora ci sono: aldilà del Centro Sociale (che funziona bene, ma è per gli over 60) penso al successo che raccoglie La Notte Bianca dello Sport e mi viene da dire che forse si continua a mettere poco impegno per decifrare l’enigma camuciese e che la si considera sempre troppo poco, ad esempio sul fronte degli eventi che certo potrebbero dare una mano (è così assurdo, ad esempio, pensare di dirottarci qualche evento più popolare alleggerendo Cortona, come pure qualche serata del Mix Festival poco adatta a Piazza Signorelli?).
Forse anche stavolta ci sarà qualcuno che verrà a dirmi che mi sbaglio e che va tutto bene, che Camucia è una comunità unita e viva, che non manca nulla e viverci è bellissimo. Gli consiglio di impiegare meglio il proprio tempo, riflettere e provare a farsi venire un’idea, magari prima della primavera 2019.