Polemiche di fine estate per la possibilità data ai Comuni di pubblicare on-line i redditi dei propri cittadini contribuenti. Come al solito la polemica mi sembra risibile. Per me infatti, ragioniere precario attualmente disoccupato, non c’è nessun problema a dire quanto guadagno. Nel 2010 ho guadagnato un po’ meno di 12mila euro, e le tasse le ho pagate tutte visto che ero lavoratore dipendente. Fatto l’outing vediamo di snocciolare la questione.
A parte il fatto che in tempi come questi il fatto che il Governo conceda la possibilità ai Comuni mi puzza un po’ (sarà per farli diventare ancora più odiosi ai cittadini o comunque metterli in difficoltà nel dover scegliere se farlo o non farlo?), quale può essere il problema di mettere sul web la verità?
Abbiamo qualcosa da nascondere?
E’ un problema sapere che un dentista possa guadagnare meno di un operaio cassintegrato o un affermato libero professionista che gira con il SUV e fa le vacanze in barca a vela abbia meno soldi (si fa per dire) di un modesto impiegato comunale?
Ovviamente si tratta di domande retoriche, ma in Italia niente è retorico. L’evasione fiscale resta un problema gravissimo che va combattuto e anche l’inserimento al pubblico ludibrio potrebbe secondo me servire per evitare sacchieggiamenti e furbate eccessive. A mali estremi estremi rimedi.
Stessa cosa peraltro ho pensato a proposito del (mal organizzato) sistema dei ticket… che problema c’è a dover dire quanto si guadagna?
Le risposte sono due. Quale sarà quella giusta?
Ci si vergogna se scoprono che siamo evasori fiscali oppure, peggio ancora, ci si vergogna a dover dire quanto si guadagna davvero (senza evasione) quando siamo impegnati dalla mattina alla sera a far credere alla gente che siamo ricchi, ostentando a destra e a manca in stile Briatore-Paris Hilton?