Interessante l’incontro di ieri sera dedicato al lavoro nell’ambito della Festa della Federazione della Sinistra a San Lorenzo di Cortona, con due esponenti della CGIL Regionale e della FIOM Nazionale. Il lavoro è tema di importanza centrale nella vita di tutti noi, ma a mio avviso è sempre più ridotto ad un problema personale di ogni singolo individuo e quindi è sempre meno capace di fare notizia e occupare un posto centrale nell’agenda politica e mediatica. Parlando di lavoro oggi il problema principale in questo momento mi pare sia il distacco fra la realtà che chi lavora o cerca lavoro si trova costretto a vivere ogni giorno e la percezione di tale realtà che vi è invece nell’opinione pubblica, come pure in tanti di coloro che operano in difesa e tutela dei lavoratori.
Ci siamo accorti che il lavoro subisce trasformazioni a una velocità che fino a qualche anno fa neanche era ipotizzabile? Conosciamo davvero tutte le sfaccettature nuove e in metamorfosi costante che sorgono in questo ambito?
Qualcuno ha capito che la grande impresa occupa sempre meno manodopera mentre crescono le aziende piccole e piccolissime che non hanno da sottostare a tutti gli obblichi sanciti dallo Statuto dei Lavoratori?
Qualcuno si è accorto di fenomeni crescenti come quello del “popolo delle partite IVA” con cui lavoratori che di fatto sono dipendenti vengono camuffati da autonomi e assunti senza alcun diritto e tutela, con la possibilità di perdere il lavoro in qualsiasi momento la necessità di sobbarcarsi tutto il discorso previdenziale?
E il lavoro a chiamata? Qualcuno conosce le dimensioni e l’importanza di questo fenomeno?
Qualcuno conosce poi l’impatto reale dell’immigrazione su questo mondo?
L’assurdo è che in momenti di crisi come questo, nel caso venisse approvato l’articolo 8 del decreto governativo in discussione in questi giorni in parlamento, tutte le atipicità diventerebbero perfettamente legali, visto che con appositi accordi aziendali sarebbe possibile derogare tutte le norme dettate dai contratti collettivi nazionali, con inevitabile perdita di una lunghissima serie di diritti acquisiti negli anni.
E allora giusto aderire Martedi 6 alla giornata di sciopero proclamata dalla CGIL partecipando alle manifestazioni nelle varie città; nel contempo vanno però studiate per il futuro forme di lotta nuove e più efficaci (e anche meno costose per i lavoratori, visto che scioperare significa riunciare ad un giorno di stipendio) che possano coinvolgere tutti, anche i più disagiati. Altrimenti si rischia di ripetere fuori tempo massimo cose già viste, e ormai totalmente incapaci sia di coinvolgere il mondo del lavoro reale nella sua interezza sia di ottenere un risultato concreto per quanto riguarda il condizionamento sulle scelte di chi governa.