Visto che ci piace l’idea lanciata dal Bisbetico Dott. Ing. Donato Apollonio di Valdichianaoggi.it come (anche) un “Bar Virtuale” in cui dibattire di temi locali e non solo mi permetto di rispondere a quanto scritto ieri dal prof. Romano Scaramucci. Innanzitutto complimenti: un articolo da vero Bastiancontrario. Ma a parte questo, non sono del tutto d’accordo. Condivido lo scarso apprezzamento per tutto ciò che è “virale” nell’era del web 2.0, gli status copia-incollati e i messaggi replicati certamente con superficialità, però non credo che quelli che il prof. Scaramucci definisce “Luoghi Comuni” siano in realtà totalmente tali. In effetti quanto affermato nel “virus” ferragostano anti-clericale diffusosi di status in status è quantomeno da approfondire.
A questo proposito è stabilito dal decreto Bersani del 2006 che la Chiesa non paghi l’ICI eccetto che sulle attività prettamente commerciali, cioè sugli immobili che affitta e per le strutture alberghiere. Tale definizione, però, pare sia sottoposta a maglie variabili e spesso (secondo l’accusa) troppo larghe.
Aldilà di questo c’è però da farsi un’altra domanda. E’ giusto che in un momento in cui si chiedono sacrifici particolari a tutti la Chiesa debba restarne totalmente esente?
Forse un cattolico, più che indignarsi di fronte alla superficialità che certo esiste e certo è fastidiosa, potrebbe anche cercare di riflettere su questo.
Poi però c’è un altro punto, che non dice nessuno. Di “privilegiati” più o meno sul livello della Chiesa Cattolica in Italia è pieno. Aldilà degli onorevoli di cui tanto si discute in questa estate e delle varie “caste” c’è anche chi svolge attività pressochè commerciali o d’azienda, ma non ha la stessa tassazione di un qualsiasi privato. Un bell’approfondimento anche in quella direzione sarebbe l’ora di farlo.