Una serata all’insegna della “black comedy” quella di ieri al Teatro Signorelli di Cortona. In scena “Sisters: come stelle nel buio” di Igor Esposito con Isabella Ferrari e Iaia Forte, per la regia di Valerio Binasco.
Un tema difficile, quello della rivalità tra sorelle, un clichè della narrativa, del teatro di tutti i tempi, esasperato e portato alle più estreme conseguenze nella commedia di Igor Esposito, tragica e al tempo stesso grottesca.
Regina e Chiara, cresciute nel sogno di sfondare nel cinema e nella musica, si ritrovano sole, nella villa paterna di Posillipo, a Napoli, unica eredità di un genitore artista fallito, morto in un incidente.
Dopo una vita passata ad inseguire il successo, Chiara vede stroncata la sua brillante carriera nel cinema dallo stesso incidente in cui muore il padre.
Relegata su una sedia a rotelle, in qualche occasione si compiange anche troppo, più spesso ha paura di come l’alcool alteri la sorella rendendola violenta, fino a trasformarla…forse… in una assassina.
Con il suo peluche sempre abbracciato e l’insopportabile campanaccio a portata di mano, tiene in scacco Regina ricordandole i suoi doveri assistenziali ma la cerca anche per controllarne lo stato di sobrietà e per la paura costante di essere abbandonata.
Regina, eterna seconda, quasi sempre “su di giri”, con il microfono a fianco al letto, ripassa a squarciagola il repertorio di “Papà e bijoux”, il duo con il padre morto grazie al quale sopravvivevano esibendosi in” televendite con intrattenimento” e spera in un ingaggio in una tv locale.
Come in un rettangolo di gioco ”estremo” , in una casa-prigione, rappresentata sulla scena da tre porte maestose e due letti sgangherati, dove le pareti sono invisibili eppure soffocano, Chiara e Regina consumano la loro sfida al massacro.
Un gioco pericoloso, il loro, cattivo, che sfiora la malvagità. Non sempre comprensibile per il pubblico. Dove l’incontenibile prova caricaturale della “sister” Iaia Forte a volte disorienta e non sempre tiene il tempo con la disabilità fisica e vocale, a tratti forzata, della “sister” Isabella Ferrari.
Sullo sfondo, un video-mapping, che scarsamente contribuisce alla tensione scenica.
Una piece “urlata” come il mondo che ci circonda, e per questo di grande attualità. In cui la televisione incombe, non solo come elettrodomestico, ma soprattutto come traguardo e sinonimo di successo. Una realtà fatta di “compromessi”, accettati dalle sorelle, in nome della “carriera” (anche questo tristemente attuale!). E ancora, di soldi, quelli nascosti forse da Chiara, quelli che servono a Regina per pagare le bollette e finanziare il suo “vizio”.
Sul palcoscenico due grandi donne del teatro italiano.
Una occasione unica per vederle lavorare insieme. La maturità, per entrambe, di un percorso artistico in crescendo, segnato da incontri con grandi registi e illustri riconoscimenti.
Una regia, quella di Binasco coerente con la sua concezione di teatro dalle emozioni forti, una sfida che dal prossimo anno lo vedrà impegnato nella direzione artistica del teatro Stabile di Torino.