Due giorni dopo il mio 30esimo e X compleanno ero quasi tentata di ribattere, alzando la mano destra come a scuola, che i veri giovani erano quelli che li stavano ascoltando, tutti under 25 vestiti come noi 25 anni fa ai tempi di Beverly Hills 90210 e che battevano le mani a tempo. Le stesse mani giovani che probabilmente mi stanno rubando il lavoro mentre scrivo questo post.
Scrivere… altra azione anacronistica.
Per quanto ci provi ad accettare questa età di passaggio, il risultato è che mi sento un ibrido in confusione, in tensione perenne tra due mondi che non mi appartengono. Attaccata ai miei feticci da 30enne come il tacco beige e la tessera dell’ Esselunga con i 4000 punti per comprare il ferro da stiro, adagiata sulle comodità da adulta e sui braccioli del mio divano grigio, ma con le gambe rialzate per migliorare la circolazione, che sobbalzano in piedi al minimo sentore di musica dance. Le stesse gambe che mi hanno trascinato a questo concerto young insieme ai veri young fino a tarda notte e le stesse gambe che poi gonfie faticavano a muoversi dopo aver osato camminare in strade non sterrate con i tacchi camoscio 10 cm e che, a vederle ora inciabattate di rosa sembrerebbero aver dimenticato l’ adrenalina di essere fermate anche per un controllo di sicurezza all’ingresso. Hanno guardato la mia shopper beige e mi hanno fatto passare. Probabilmente gli integratori vitaminici non erano il loro obiettivo.
Mi sento come un ibrido della Toyota. Una macchina a benzina che si alimenta anche a energia elettrica e che cerca un attacco per ricaricarsi e ripartire, ma nella ricerca finisce per rimanere a secco.
Mi sento un po’ ciabatta, un po’ stiletto.