Dai Quotidiani di questi giorni emergerebbe che SEI Toscana debba pagare 20 milioni (VENTI!) ai Comuni di Arezzo Siena e Grosseto. Il M5S vuole precisare che questa non è che fake news del nostro sistema informativo.
Uno specchietto per le allodole funzionale a distrarre l’attenzione dai veri nodi che stringono il sistema dei rifiuti voluto dal PD e capeggiato dal presidente della Regione Rossi con la scellerata legge regionale che ha imposto un gestore unico per aree vastissime (nel nostro caso tre province con oltre 800.000 abitanti da servire).
In primo luogo non è vero che i venti milioni dovrebbero andare ai comuni ma l’esatto contrario. I venti milioni sono l’importo della vecchia tassa TIA, che una parte dei comuni non aveva corrisposto ai vecchi gestori pubblici del servizio (Sienambiente, Coseca, AISA, Casentino Servizi), cioè a se stessa. Sì, perché se guardiamo oltre la cortina fumogena delle scatole cinesi, messa in piedi in questa tristissima vicenda, Sienambiente, Coseca, AISA, Casentino Servizi, che sono società a maggioranza pubblica,fanno tutte parte della compagine societaria di SEI Toscana.
Se non ci fosse stata l’indagine della magistratura e il commissariamento di SEI (grazie anche al lavoro di studio e di informazione fatto dal M5S) molto probabilmente questa storia non sarebbe mai venuta fuori.
E ancora: la clausola di questi famigerati crediti TIA era scritta nel bando di gara, e secondo la Magistratura e ANAC messa lì proprio per scoraggiare qualsiasi altro concorrente a partecipare alla gara di appalto del servizio. Gara indetta da ATO Toscana Sud l’Ente regionale composto da tutti i comuni delle tre province.
Quello che il cittadino ignaro percepisce però dalle informazioni dei quotidiani è che i comuni, in questa bagarre, sembra non c’entrino nulla. La realtà invece è ben altra:
I nostri comuni partecipano in modo sostanziale nelle società che hanno formato SEI Toscana e quindi, indirettamente ne sono azionisti e hanno tratto beneficio dall’affidamento a SEI del servizio. D’altro canto, i nostri sindaci, che si trovano anche nella veste di controllori, tramite ATO SUD, sono coloro che in questi anni hanno approvato allegramente qualsiasi documento presentato loro. A partire dai documenti della gara per il Gestore Unico, attualmente sotto indagine. Un conflitto di interessi gigantesco.
Ora che tutto questo sia frutto del caso o solo della disonestà (per ora presunta) di poche “mele marce” (Il Direttore Generale di ATO arrestato e rinviato a giudizio per turbativa d’asta e corruzione e il Presidente e l’AD di Toscana SEI interdetti e rinviati a giudizio) lo possono credere solo gli ingenui o quelli in malafede. Tutte le scelte fatte sia in sede pubblica sia dentro le varie società sono state prese dai sindaci (per la stragrande maggioranza targati PD) e da uomini nominati dal PD dentro le società pubbliche. Uomini come Fabrizio Vigni (all’epoca dei fatti presidente di Sienambiente e poi anche di Toscana SEI) che, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano di qualche giorno fa, per queste cariche avrebbe versato al partito una parte degli emolumenti annui percepiti. Ma il sistema evidentemente giova in modo trasversale: anche dove oggi governano partiti di destra, non si muove foglia. Il nuovo presidente di ATO e sindaco di Arezzo, tanto per fare un esempio, si dichiara soddisfatto del lavoro di ATO SUD.
Ciò che ne viene fuori con chiarezza è un sistema di potere che, al di la delle responsabilità penali che la magistratura accerterà, subordina gli interessi dei cittadini a quelli del partito e della gestione di cospicue fette dei servizi pubblici, anche attraverso le cooperative “rosse”, fregandosene bellamente delle catastrofiche conseguenze in termini di costi e inefficienze di servizio che questo sistema comporta. Basta leggere l’Ordinanza del Prefetto con la quale proroga il commissariamento di SEI Toscana, per capire che ATO e SEI Toscana sono le facce della stessa medaglia, mascherata dietro il gioco delle parti di soggetti formalmente diversi ma sostanzialmente uniti dal collante del partito.
Tutto questo è ciò che, oggi sotto gli occhi di tutti, il Movimento 5 Stelle denuncia dal 2014. Costituisce il passato e il presente della vicenda su cui il Movimento continuerà ad esercitare attenzione e controllo, tuttavia non possiamo non guardare al futuro. Un futuro che si preannuncia ferale per gli oltre 3 milioni di toscani. Si perché il presidente Rossi, non pago dello scempio compiuto con l’attuale legge regionale e, con il pretesto del clamoroso fallimento di ATO Toscana SUD, blatera che l’unica soluzione è un ATO Unica e un Gestore Unico per tutta la Toscana. Come se avesse la memoria di un pesce rosso fa finta di non sapere che proprio lui è il massimo responsabile di questo fallimento. Lui che ha fatto l’attuale legge, lui che indicò l’Ing. Corti come Direttore Generale di ATO, lui ora si propone come risolutore dei casini che ha combinato. Il rischio è altissimo anche perché molti sindaci si sono già accodati, ubbidienti e disciplinati per ordine del partito alcuni, per interesse altri.
Il Movimento 5 Stelle lo dice ormai da anni che la soluzione è quella di ritornare ad ATO territorialmente piccole e omogenee (composte da non più di 100.000 abitanti), dove il controllo diretto degli comuni e dei cittadini possa essere esercitato in modo agile ed efficiente. L’esatto contrario di quello che vogliono Rossi, il PD e la destra. Lui vuole allontanare sempre di più i cittadini dal controllo dei servizi che pagano, noi vogliamo l’esatto contrario: ognuno deve poter controllare e decidere sui servizi che riceve (e paga).
Come dicevamo all’inizio: le fake news servono per distogliere l’attenzione dai veri nodi. Si parla dei venti milioni (che non ci sono) e non si parla dei piani scellerati che Rossi e il PD stanno cucinando per i toscani. Salvo poi, tra qualche anno, quando sarà troppo tardi, accorgersi degli ulteriori danni che dovremo pagare. Siamo ancora in tempo e Il Movimento 5 Stelle “farà le barricate” per evitare che i cittadini continuino a pagare le scelleratezze di questi politici di professione. Ma per ottenere ciò che è nostro diritto è necessario il contributo di tutti coloro che credono nel valore della partecipazione democratica alla vita pubblica, che hanno a cuore la qualità della vita e che non vogliono essere spolpati nel portafoglio.
MoVimento 5 Stelle gruppi ATO Toscana Sud