Grazie alla mia insonnia mi è capitato di imbattermi dopo anni nel mio idolo di sempre: Sampei Mihira. Oggi l’allora giovanotto pescatore dovrebbe avere 37 anni e mi chiedo se si sarà rotto di andare a pesca, se si sarà sposato, magari con quella gnocchetta di Shoji, o magari ha fatto outing e si è fidanzato con Pyoshin che nel frattempo ha fatto la plastica alla brutta ferita in faccia causata da un enorme pesce. Il povero nonno Ippei purtroppo se ne è andato lasciando in eredità all’amato nipote una enormità di canne di bambù già passate d’epoca e quindi con un plusvalore in grande crescita.
Con Sampei ho scoperto pesci di rara fattura e ho anche capito che se non potevo pescare la carpa dorata nel Canale Maestro anche il Babbo Natale che ogni 24 dicembre arrivava davanti al camino dei miei nonni era solo una drag queen d’altri tempi. Insomma ho provato anche io, nella mia fortunata carriera di pescatore nei fiumi e rigagnoli della Chiana, a pescare il takitaro, ma ho sempre preso solo pesci gatto urticanti. A Sampei quella bestia rimase allamata per tre puntate, manco il marlin di Santiago fu così potente. Ho provato anche a pescare il temibile matsugoro, costato quasi la vita al giovane pescatore nipponico, ma niente, solo raganelle. La trota dinosauro forse esiste davvero, mentre caro Sampy, il pesce arabescato l’ho visto solo nel rosone di Notre Dame a Paris ed era anche un pochino gobbo. L’unico pesce che ho preso come te, Sampei, è stato quello fantasma, talmente fantasma che nemmeno si è visto allamato, però c’era lo giuro! Insomma caro amico d’infanzia Sampei, ovunque tu sia ora, qualsiasi cosa tu faccia, ricorda che l’importante non è cosa, come, con chi e dove peschi, ma che se ti capita un’altra volta il pesce diavolo fallo in porchetta stavolta, non rilasciarlo che di diavoli ce ne sono già abbastanza a romperci. Colonna sonora: Il pescatore By Fabrizio De Andrè