«Ei fu».
Intorno a lui, le gelide acque del mar d’Irlanda.
«Siccome immobile».
Pezzi di legno, tubi metallici, perfino la custodia d’uno strumento. E un odore di morte che pervade l’aria.
«Dato il mortal sospiro…».
È il 2 luglio del 1940, e l’Arandora Star è stata appena silurata da un U-boot tedesco.
La nave stava deportando in Canada un folto gruppo di italiani “filo-fascisti”, dietro ordine del governo inglese. Churchill intendeva così tutelarsi dall’esistenza di una “quinta colonna” del nemico in casa, dopo la dichiarazione di guerra annunciata il 10 giugno da Mussolini. Ad affidarsi alla forza della letteratura per sopravvivere, Uberto Limentani, già collaboratore per la BBC. Sopravviverà, divenendo professore di letteratura italiana a Cambridge, e raccontando questo incredibile aneddoto. Ma saranno 446 gli italiani a morire nella tragedia dell’Arandora Star. La stragrande maggioranza di loro non era neppure fascista, perché i veri collaboratori del regime erano stati avvisati per tempo e avevano lasciato il Regno Unito. Tra gli internati dal governo britannico, anche alcuni antifascisti, arrestati più per questioni razziali – erano italiani – che per le reali convinzioni ideologiche. L’Arandora Star, stipata con 1500 persone, non era neppure scortata. Un bersaglio mobile, facilissimo, per i potenti sottomarini tedeschi. In fin dei conti, chi avrebbe pianto quei morti?
Questa terribile storia è raccontata in Nessuno può fermarmi, il primo libro di Caterina Soffici, presentato da Wlodek Goldkorn ieri pomeriggio a Sant’Agostino. Romanzo di grande interesse, scritto dalla Soffici a seguito di una sua visita alla vecchia Little Italy londinese, in cui esiste tutt’ora un centro di aggregazione – la “casa pallottina” – con una targa dedicata all’episodio. I fatti sono veri, ad essere romanzeschi sono alcuni dei personaggi, a partire dai narratori Florence e Bartolomeo. L’autrice giustifica la scelta di scrivere un romanzo, anziché un saggio storico, in quanto un testo di finzione appassiona di più e permette di immedesimarsi nelle vicende narrate. In altre parole: la fiction può essere più reale della realtà (che poi è quello che diceva Aristotele nella Poetica). Parlare oggi di intolleranza tra popoli, ai tempi della Brexit e del dramma dei migranti, fa una certa impressione. La Soffici, che scrive per La Stampa e vive a Londra da sette anni, ha persino letto degli articoli dei giornali dell’epoca che descrivevano in termini denigratori gli italiani immigrati, non così distanti dai commenti deliranti che appaiono sui social di oggi. In quel caso, le parole feroci si sono tradotte negli atti feroci della deportazione (e persino dello sterminio, se si pensa a quanto accadeva dall’altro lato della barricata). Parlare di drammi dimenticati come quello degli italiani d’Inghilterra nel 1940, dovrebbe servire a farci riflettere, affinché non accada lo stesso anche oggi.
L’evento con Caterina Soffici non era l’unico della giornata – anzi, ci scusiamo qui perché spesso saltiamo gli eventi della mattina, ma sfortunatamente non abbiamo la possibilità di vedere tutto. Per esempio, prima di lei (e della pioggia istantanea caduta intorno alle 18) è comparsa sulle strade del centro la buffissima BadaBimBumBand con il suo WannaGonnaShow.
Alle 19.00, invece, “puntuali come gli svizzeri” (Albano Ricci), è iniziata nel chiostro di Sant’Agostino la presentazione de Il selfie del mondo di Marco D’Eramo, introdotto dalla giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese e dalla storica Victoria de Grazia. Il volume affronta il tema del turismo, una realtà economica e sociologica di grandissima importanza per il mondo d’oggi (fondamentale, per paesi come Cortona), ma in genere denigrata: chiunque si metta in viaggio, tiene a sottolineare che non farà “il turista”. Del resto, ha osservato D’Eramo, la parola “turista” è stata coniata dagli aristocratici dell’Ottocento per ridicolizzare i “nuovi ricchi” che potevano permettersi i viaggi ed imitare i loro grand tours. Il turismo come fenomeno di massa cambia i luoghi e le vite delle persone, e per questo richiede una regolamentazione che lo renda sostenibile.
***
Ottima, la presenza di pubblico per il concerto di Nicola Piovani con l’Orchestra Regionale della Toscana. L’evento è stato un viaggio autobiografico tra le innumerevoli colonne sonore composte dal maestro, partendo – come preannunciato venerdì – con i film dei fratelli Taviani, per proseguire con l’ultimo Fellini e ovviamente con i film di Roberto Benigni. Si sentiva l’assenza di una serata sinfonica, in questa edizione del Mix… e non siamo rimasti delusi.
Eh già, Danny come fotografo è molto, ma molto più scarso del nostro
Andrea Migliorati. Ma il convento questo passava.
Il programma di oggi
-
Ore 11.00 Centro Storico: Secret Pieces | Libere azioni nella Città di Cortona (danza);
-
Ore 11.30 Loggia del Teatro Signorelli: Piccole bambine ribelli crescono, con Elena Favilli e Anna Cherubini (presentazione del libro Storie della buonanotte per bambine ribelli);
-
Ore 15.00 Teatro Signorelli: proiezione del documentario Merci Patron! di François Ruffin;
-
Dalle 15.30 Centro Storico: gli ArchiMossi per le strade di Cortona (marching band);
-
Ore 17.00 Centro Sant’Agostino: Noir in Italia, un malinconico divorzio, con Diego De Silva e Roberta Scorranese (presentazione del libro Divorziare con stile);
-
Ore 18.00 Centro Sant’Agostino: Noir in Italia – il lungo addio, con Marcello Fois e Anna Cherubini (presentazione del libro Del dirsi addio);
-
Ore 19.00 Centro Sant’Agostino: Di tradimenti e vendette squisite, con Hanif Kureishi e Lorenzo Pavolini (presentazione del romanzo Uno zero);
-
Ore 19.00 Piazza Garibaldi: Secret Pieces | Libere azioni nella Città di Cortona (danza);
-
Ore 21.30 Piazza Signorelli: Baustelle – L’amore e la violenza tour [a pagamento];
-
Ore 23.30 Fortezza del Girifalco: After Mix DJs Party (bum bum bum! Yo!).