A volte quando si fa un errore è meglio starsene zitti che cercare di recuperare se non si hanno argomenti buoni. Si rischia solo di peggiorare le cose. E’ il caso delle posizioni esternate da PdL e PD in questi giorni dopo il famoso voto contrario sulla proposta dell’Italia dei Valori che andava in direzione dell’abolizione delle Province. Premetto che non sono uno di quei semplificatori spiccioli che aprono bocca e danno fiato, o almeno vorrei non esserlo, diciamo che ci provo…ma insomma le arrampicate sugli specchi dei due grandi partiti mi hanno dato fastidio.
Sarà stato il caldo. Il PD ha recuperato le sue proposte blandissime, visto che ha da tenere buoni una valanga di propri amministratori locali. E vabè, fin qui ci sta, ma in particolare m’ha dato fastidio l’idea lanciata dal PdL aretino che ha parlato della prospettiva di una possibile unificazione della Toscana del Sud in un’entità unica. M’è sembrata grottesca. Fino a ieri a lamentarsi di Arezzo “che non conta niente” e poi si comincia a pensare di fare matrimoni con Siena e Grosseto?
Non vorrei che il PdL ricadesse nella logica distorta del PD: accorpare per creare soltanto un’entità in più e lasciare invariato tutto il resto. Lo fa il PD gestendo il suo “potere parallelo” delle società dei servizi pubblici. Hanno fatto Tiemme ma hanno mantenuto in vita Lfi, fanno Estra ma resta viva Coingas ecc ecc. Ottimizzazioni e risparmi dove sono? Boh. Io vedo solo un presidente in più, un cda in più e tutto il resto.
Come fu con le “intercomunali”, come è stato con le “comunità montane” ecc ecc.
Una cosa è dire: gestiamo le cose in modo unitario e cooperando, così da risparmiare; ma se non sparisce nulla di tutto quello che c’è e ci si infila solo un nuovo “provincione” qual è il guadagno?
A quel punto teniamoci le nostre province, e buonanotte.