Sì perché io il Palio non solo lo guardo, ma lo vivo…
In questi giorni, dopo il Palio del 2 luglio che si è corso a Siena, mi è capitato di leggere post dove in molti inneggiavano a Tornasol, cavallo della contrada della Tartuca, come a un eroe che si è rifiutato di prendere parte a una manifestazione crudele, che prevarica gli animali e che, per tanto andrebbe cancellata, paragonando addirittura il palio alle corride.
A parte il fatto che ognuno è liberissimo di pensare quello che vuole, credo però che invece di parlare a vanvera, come si suol dire, sarebbe opportuno che chi si erge a paladino della giustizia, prima si informasse su come stanno davvero le cose.
Io sono castiglionese, faccio parte del rione Cassero e adoro il Palio dei Rioni. E proprio per questo so per certo che i cavalli che prendono parte al palio sono amati, coccolati, trattati con cura e con tutto il rispetto possibile, un trattamento che a volte non viene riservato neppure agli esseri umani.
Quello che trovo fastidioso è questa presa di posizione da estremisti, perché di questo si tratta. Sbraitare contro manifestazioni storiche che affondano le proprie radici nella nostra cultura, e che per tanto fanno parte del nostro patrimonio comune, lo trovo quanto di più oscurantista possa esserci, soprattutto perché spesso e volentieri si criticano eventi dei quali non si conoscono i retroscena. Si parte dal presupposto che “sfruttamento degli animali” è sinonimo di malvagio, sbagliato, da condannare a priori. Anche se poi, questo “sfruttamento” dovrei proprio capire dov’è…
Invito chi sostiene questa tesi a visitare, durante il periodo del palio (terza domenica di giugno), la stalla del Rione Cassero, o quella del Rione di Porta Romana o del Terziere di Porta Fiorentina, a Castiglion Fiorentino (sta in provincia di Arezzo) giusto per toccare con mano la realtà dei fatti.
Chiunque, specie chi ha a che fare con il palio, potrà confermare l’amore che viene dimostrato ai cavalli, sia dai barbareschi sia dai rionali stessi, che vedono nel cavallo il vero protagonista della corsa, quello che può fare la differenza in una corsa dove, di crudele, non c’è un bel niente.
Troppo facile prendere posizione senza sapere come stanno le cose. Troppo facile condannare a prescindere da…
Io il Palio di Siena me lo gusto, lo guardo, ne apprezzo l’atavica potenza che richiama ed evoca. A quello di Castiglion Fiorentino prendo parte e non c’è niente che mi farà cambiare idea. E ve lo dice uno che ama gli animali, che ha sette gatti, che sta attento a non “mettere sotto” i rospi in mezzo alla strada e che tiene alle balene, ai delfini e odia i bracconieri.
Prima di criticare, che sia un palio o una corrente politica o di pensiero, mi informo e se quello che scopro va contro quello in cui credo, allora sfodero la spada e dico la mia. Però, ribadisco, prima mi informo, poi apro la bocca.
Anche a me stanno simpatici i carciofi, eppure non grido allo scandalo se qualcuno li prende e li salta in padella. E credetemi, ancora ho da mangiare la carne di un cavallo che ha corso il Palio, di Siena, di Castiglion Fiorentino o di Vattelapesca.