Arezzo introduce la figura dell’Ispettore Ambientale
E’ ufficiale, gli ispettori ambientali di Sei Toscana hanno preso servizio nel territorio del Comune di Arezzo. Il sindaco Alessandro Ghinelli e l’assessore all’ambiente Marco Sacchetti hanno presentato il servizio proprio oggi nel corso di una conferenza stampa. “Il tema dei rifiuti è all’attenzione quotidiana di questa amministrazione – ha detto Ghinelli – e gli abbandoni sono un vulnus inaccettabile, sia perchè i cittadini devono vivere in ambienti salubri , sia perchè la nostra è una città d’arte e deve essere nella condizione di essere un bel biglietto da visita per i turisti”. Presidio, informazione, aiuto, e controllo, saranno alcune delle attività che gli ispettori ambientali di Sei Toscana svolgeranno nel capoluogo aretino, rappresentando uno strumento perfettamente integrato con le diverse attività che tutti i giorni il personale svolge sul territorio. Come ha spiegato l’assessore Sacchetti, infatti, “in una prima fase gli ispettori ambientali avranno il compito di informare e educare cittadini e operatori economici sulle corrette modalità di conferimento dei rifiuti urbani, distribuendo anche materiale divulgativo con l’indicazione degli orari di conferimento delle varie tipologie di rifiuti e le modalità di ritiro dei rifiuti ingombranti”. Insomma un’azione di informazione prima che di repressione, che ha come obiettivo quello di migliorare i servizi resi, far sì che i cittadini ne usufruiscano in maniera corretta e diminuire i fenomeni di abbandono in favore del decoro e di una maggiore vivibilità. “In una seconda fase – continua Sacchetti – gli ispettori avranno anche il compito di sanzionare gli utenti trasgressori in quanto ci sono ancora molti comportamenti non conformi, con abbandoni in luoghi anche aperti e di rifiuti speciali. Per questo abbiamo deciso di partire con questa attività cercando di fermare subito la situazione.”
“Comuni ricicloni 2017”
Permane divario tra Nord e resto d’Italia
In base ai dati contenuti nel rapporto annuale di Legambiente presentato a Roma il 27 giugno 2017, l’82% dei Comuni che hanno prodotto meno di 75 kg di rifiuti indifferenziati per abitante all’anno sono del Settentrione.
Etichettatura energia elettrodomestici, via libera definitivo a modifiche Ue
Con l’accordo del Consiglio Ue del 26 giugno 2017 via libera definitiva al regolamento sull’etichettatura del consumo energetico dei prodotti che consumano energia.
Edifici efficienti, Consiglio Ue approva upgrade direttiva 2010/31/Ue
Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il 26 giugno 2017 la proposta di direttiva che modifica la direttiva 2010/31/Ue sull’efficienza energetica in edilizia aprendo così i negoziati col Parlamento Ue
Ddl concorrenza, Camera conferma norme su imballaggi e rottami ferrosi
La Camera ha approvato con modifiche il 29 giugno 2017 il Ddl in materia di concorrenza, il testo torna al Senato; conferme per le norme sui consorzi di imballaggi e le semplificazioni per i rottami ferrosi.
Conai, cala dal 2018 contributo ambientale per acciaio e vetro
Il 22 giugno 2017 il Consorzio nazionale imballaggi ha deliberato la riduzione a decorrere dal 1° gennaio 2018 del contributo ambientale per gli imballaggi in acciaio e in vetro.
Ecotassa, la giurisdizione è del Giudice tributario
Competono al Giudice tributario e non a quello amministrativo le controverse sul tributo per il conferimento rifiuti in discarica (“Ecotassa”) stante la natura tributaria dell’imposizione.
Materiali da costruzione, la spinta rallentata verso economia circolare
Nel settore delle costruzioni vi è stata una spinta (che mira all’economia circolare) all’utilizzo di materiali riciclati, ma secondo Legambiente, vi sono ancora barriere tecniche e giuridiche che rallentano il processo.
Sicurezza sul lavoro, istruzioni scritte non sono formazione
In materia di sicurezza sul lavoro, l’obbligo di formazione gravante sul datore nei confronti dei lavoratori, non può ritenersi assolto dall’esistenza di istruzioni scritte poste a bordo dei mezzi utilizzati.
Il cellulare fa il caffè
Gli smartphone possono fare ormai di tutto. Spesso sentiamo dire che manca solo siano in grado di preparare anche il caffè. In fondo, non abbiamo dovuto aspettare poi così tanto: neanche il tempo di pensarlo, ed è già realtà. È tempo di dire addio a capsule e moka: sul web è spuntata Mokase, un’azienda italiana che ha ideato una cover per cellulari pronta a sostituirli.
Il suo funzionamento è molto semplice. Basta inserire la cartuccia con la polvere, poi si avvia l’app e in pochi minuti il gioco, anzi l’espresso, è fatto.
L’idea è del giovane imprenditore Clemente Biondo ed è apparsa su Kickstarter, sito web di finanziamento collettivo per progetti creativi. La domanda sorge spontanea. A cosa serve avere una cover del cellulare che faccia il caffè? Il vantaggio principale di questo dispositivo è evidente quando si ha fretta: bastano pochi secondi per avere una scarica di energia senza dover trovare un bar. Per il momento sono disponibili tre tipi di aroma: classico, tostato e arabica. A breve, sarà anche possibile scegliere se avere un caffè con o senza zucchero. Il dispositivo funziona inserendo una cialda del caffè ultra piatta in una fessura laterale della cover. Dopodiché, si aziona il dispositivo tramite un’app da scaricare sul cellulare; nello stesso istante si riscalda la resistenza, e un piccolo segnale acustico avverte che il caffè è pronto ad uscire da un tubicino composto da alluminio e silicio. Il tutto in poco meno di otto secondi. Per il progetto iniziale sono stati versati centomila euro. Adesso, pero, c’è il passo successivo, il più importante: la commercializzazione. «Abbiamo definito le modalità ed i tempi della produzione», si legge sul sito. «L’impianto di produzione da realizzare ha una capacità di circa 11.500 pezzi al mese. È già al vaglio un successivo ampliamento che andrà di pari passo allo sviluppo del business sul mercato. Avendo già iniziato la realizzazione del progetto stimiamo di consegnare le prime cover Mokase nella prima decade di settembre, cioè meno di 3 mesi dalla chiusura del progetto su Kickstarter». Non resta che attendere.
Disciplina Clp, aumenta tolleranza per formaldeide
L’Ue ha rettificato il regolamento 2017/776/Ue decuplicando (dallo 0,1% all’1%) la soglia della concentrazione teorica di formaldeide rilasciabile ai fini della classificazione delle miscele come mutagene.
Beleolico, il primo parco eolico off-shore del Mediterraneo
Sarà installato nei pressi del porto di Taranto e entrerà in funzione nell’autunno del 2018. Un progetto ambizioso che prevede l’installazione di dieci turbine, ciascuna con una potenza di 3 MW.
Fare la birra con il pane avanzato
Chiamatela campagna pubblicitaria se volete, ma l’economia circolare non è un fenomeno passeggero: sta prendendo forza in tutto il mondo e le strategie che fornisce possono risolvere la nostra attuale dipendenza da risorse limitate. Con un uso efficace delle risorse che abbiamo, l’economia circolare abbandona le pratiche lineari per abbracciare un sistema nel quale non si debbano trovare compromessi tra prosperità economica, sociale o ambientale.
Parlimo di economia circolare
Grazie alla sua natura sistemica, l’economia circolare richiede un approccio all’implementazione che coinvolga tutte le parti interessate; in particolare le città e il mondo del business hanno la chiave per accelerare la transizione. Gli attuali modelli economici e di business si basano su una disponibilità infinita di risorse naturali da sfruttare per soddisfare i bisogni della società. Questo presupposto, che è invece errato, ha purtroppo gettato le basi e reso possibile un’economia globale decisamente lineare. Con una previsione di crescita della popolazione mondiale a nove miliardi per il 2050, la realtà di questo sistema lineare – e della scarsità di risorse che esso crea inevitabilmente – è diventata sempre più difficile da ignorare. Il degrado dell’ambiente, i cambiamenti climatici e una crescente diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, semplicemente evidenziano e rafforzano la necessità di un approccio del tutto diverso al modo in cui produciamo, consumiamo e buttiamo via. Noi di Circle Economy crediamo che l’economia circolare fornisca la revisione sistemica di cui abbiamo bisogno. Mettendo in primo piano i modelli di business e le strategie che assicurano l’impiego di materiali e risorse al massimo del loro potenziale, l’economia circolare riduce i rischi inerenti alle risorse, minimizza l’impatto ambientale e, fondamentalmente, contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici. È un sistema che non solo rende realizzabile una prosperità inclusiva ma, grazie all’utilizzo efficiente delle nostre risorse, è anche consapevole dei limiti del nostro pianeta. Inoltre l’economia circolare fornisce nuove opportunità di occupazione e migliora la vivibilità delle aree urbane in rapida crescita. Di fatto, città di tutto il mondo stanno cominciando a riconoscere l’economia circolare come la soluzione che cercavano. Molte altre, invece, fanno ancora fatica a capire come e da dove iniziare.
La doppia vita delle armelline di pesca e albicocca
Noccioli di albicocca e di pesca, sale utilizzato per la salatura delle carni: da febbraio di quest’anno in Emilia-Romagna non sono più rifiuti speciali da smaltire originati dai processi di lavorazione dell’industria agroalimentare, ma sono stati ufficialmente promossi al rango di sottoprodotti. Ovvero potenziali materiali da riutilizzare in altre filiere produttive o per altre finalità d’uso. E da marzo, a questi pionieri del recupero di materia si è aggiunto il liquor nero, noto a livello comunitario come black liquor, la sostanza liquida che si forma nelle cartiere come residuo della lisciviazione del legno nelle vasche in cui si ottiene la polpa per produrre la carta. Anche per questo scarto, quindi, si profila all’orizzonte una seconda vita post mortem.
In materia di provvedimenti innovativi a sostegno dell’economia circolare è ancora la Regione Emilia-Romagna a tagliare per prima il traguardo, in questo caso con l’istituzione dell’Elenco regionale dei sottoprodotti reimpiegabili come materie prime secondarie e/o biocombustibili, uno strumento al momento unico in Italia a livello regionale.
In particolare, le schede validate dalla Regione indicano per ognuno di questi processi produttivi i sottoprodotti da essi derivanti. Per esempio dai noccioli di pesca e di albicocca si possono recuperare le cosiddette armelline, ossia le piccole “mandorle” interne utilizzate nell’industria dolciaria per produrre biscotti e altri prodotti da forno, e in quella cosmetica e farmaceutica mentre i gusci esterni e i noccioli interi si possono impiegare come biomasse combustibili e in impianti per produrre il biogas. I noccioli, inoltre, sono destinati a quel particolare settore manifatturiero che svolge proprio l’attività di sgusciatura, ossia di separazione delle armelline dal guscio, tappa intermedia tra lo snocciolamento che avviene nell’industria, per esempio, delle marmellate e dei succhi, e l’utilizzazione finale dei gusci vuoti e delle armelline in altri cicli produttivi. Per quanto riguarda i quantitativi in eccesso del sale utilizzato nei processi di salatura, e i residui che derivano dalla successiva dissalazione a stagionatura completata, potranno invece essere riciclati come antighiaccio stradale.
Infine, dal black liquor – riconosciuto a livello comunitario come un prodotto energetico, e annoverato anche dal ministero dell’Ambiente tra le sostanze combustibili – attraverso un processo di evaporazione che si svolge nelle cartiere si potrà ottenere un olio ad alta densità e a elevato potere calorifero, utilizzabile sia negli impianti di digestione anaerobica per produrre un biogas particolarmente ricco di molecole di metano, sia direttamente in caldaia come biocombustibile.
“Non è stata la smania di fare i primi della classe ad attivarci per istituire l’Elenco regionale dei sottoprodotti”, precisa con modestia Cristina Govoni, dirigente responsabile del servizio giuridico dell’ambiente, rifiuti, bonifica siti contaminati e servizi pubblici ambientali della Regione, “bensì una precisa sollecitazione dei rappresentanti delle associazioni d’impresa che, sulla base della loro conoscenza della disponibilità in regione di sottoprodotti di varia natura e della necessità di inserirli nell’Elenco per sottrarli al destino di rifiuti da smaltire, sono stati determinanti nell’individuazione delle filiere da certificare”.
Albergo, rumore da impianto di condizionamento ha rilevanza penale
Un impianto di condizionamento posto sul tetto di un albergo è idoneo a configurare l’illecito dell’articolo 659, comma 1 del Codice penale arrecando disturbo al riposo e alle occupazioni delle persone.