“Trappolone” (così l’ha aretinamente definito La Nazione) o non trappolone, manager o non manager, politico o non politico, BMW o non BMW (si veda sempre La Nazione di oggi…) fatto sta che Paolo Brandi è il nuovo Presidente del colosso energetico Estra, e non tornerà indietro per due o tre titoli sui giornali. La polemica post-nomina infuria, ma i discorsi che girano sul potere e la sua arroganza, come pure sul poltronismo e affini, mi sembrano un po’ banali. Fanno molto “scoperta dell’acqua calda” in salsa aretina: amici… benvenuti in paradiso. Il potere è anche questo ed è pressochè inevitabile che, essendo Estra pubblica ed essendo (per statuto) una manifestazione della volontà dei nostri Sindaci, quasi tutti “rossi”, ai posti di comando ci sia un politico gradito, se non proprio scelto, dal partito di maggioranza relativa.
L’altro, evidentemente, non era più gradito e probabilmente si pensava che fosse in quel posto da troppo tempo.
Nei fatti, quindi, un politico sostituisce con un “lacchezzo” formalmente del tutto regolare ma certo non avvenuto per caso un altro politico (anch’egli era un ex Sindaco) che nei lunghi anni di dirigenza di Coingas (ben quindici) aveva dato prova di possedere capacità manageriali riuscendo, caso non troppo diffuso, a “far funzionare” il pubblico.
Sperando che la cosa continui a funzionare, e anzi funzioni meglio, mi permetto di lanciare alcuni consigli molto spassionati, con totale umiltà, da un sito come il nostro dove di ambiente si è sempre parlato, e tanto, e anche in tempi “non sospetti” visto che siamo partiti nel 2006 e il primo argomento fu l’energia eolica.
Per prima cosa: dopo aver portato a tutti (o quasi) il metano, principale mission andata a buon fine in questi anni per Coingas, adesso si inizi a ragionare davvero di energia. Si ragioni di rinnovabili, portandole al primo posto: Estra potrebbe essere un volano di sviluppo per le nostre province e per la Toscana. Il pubblico sempre più delega: con Estra, prevedendo magari forme di azionariato popolare, si può recuperare un ruolo diverso. Si può cominciare a pensare a ricerca, sostegno e sviluppo nel campo delle rinnovabili a tutto tondo. Energie rinnovabili, non solo dal fotovoltaico, ma in ogni forma. In questo sta la strada che Estra deve saper battere in questi anni.
Per seconda cosa: si renda Estra sempre più “a controllo pubblico”. La si leghi ancora più ai rappresentanti territoriali, e così ai cittadini, altrimenti la lezione referendaria (sull’acqua, che è un campo affine) va a farsi friggere.
Per terzo: si pensi alle bollette, e si operi sempre con attenzione massima al contenimento dei costi per chi è più in difficoltà.