Mi si permetta un titolo provocatorio, necessario purtroppo al giorno d’oggi per invogliare alla lettura. Vorrei sottolineare un aspetto riguardante la Chianina, ricordando che essa non è solo un marchio da promuovere, ma è il prodotto del lavoro di tanti allevatori. In questo periodo tanto è stato fatto dagli enti pubblici sul fronte della promozione del marchio, è nato un Consorzio e il brand “chianina” è stato promosso in molti ambiti con l’azione congiunta dei Comuni della Valdichiana, non solo aretina ma anche senese.
L’ultimo evento, di risonanza notevole sia a livello locale che sulla stampa specializzata nazionale, è stato “Chianina e Syrah”, il ‘matrimonio’ fra due brand avvenuto a Cortona con una 3 giorni di eventi senza dubbio partecipata.
Pur non essendo un amante delle cene di gala, della moda degli chef pluri-stellati e del contorno “vip” che si tende sempre più a dare agli eventi per aumentarne il prestigio e l’attrattiva mi rendo conto che l’iniziativa è stata ben organizzata e ben riuscita.
Stamani però, durante la mia consueta visita al ‘Vitellone’, la Mostra Interprovinciale di Bovini di razza chianina la cui 64esima edizione si svolgeva a Camucia in Piazza Chateau Chinon, mi sono reso conto del lavoro che sta dietro a questo mondo, dei sacrifici e delle difficoltà che l’imprenditoria di questo settore continua ad affrontare. Quello che ho pensato è che è sempre più dura per chi alleva andare avanti.
Ecco quindi che credo ci sia bisogno di un po’ di impegno in più a sostegno della produzione, per dare una mano agli allevatori, incentivare e favorire il loro lavoro e far sì che sempre più la Chianina sia prodotta anche e soprattutto in Valdichiana. Non dimentichiamoci di questo aspetto, perchè altrimenti si rischia di finire per promuovere un marchio ‘nostro’ più nella teoria che nella pratica.