Come incrementare lo sviluppo dell’auto elettrica
Secondo alcuni studiosi i dati evidenziano che le vetture plug-in rappresentano ancora le briciole nelle vendite complessive, ma nei prossimi anni il quadro potrebbe evolversi molto rapidamente. A patto che anche i costruttori facciano la loro parte, come spiega uno studio di McKinsey. E in Italia occhi puntati sul decreto DAFI. L’ibrido sorpassa il metano e l’elettrico “puro” continua a crescere, ma vale una quota irrisoria del mercato automobilistico complessivo in Italia.
Secondo i dati UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ripresi dal ministero dei Trasporti, a gennaio 2017 le immatricolazioni di vetture ibride sono aumentate del 40% rispetto all’inizio del 2016 (4.663 unità), toccando così il 2,7% delle vendite.
Al contrario, i veicoli a metano sono scesi sotto il 2% dei volumi totali, con poco più di tremila unità immatricolate lo scorso mese: -34,5% in confronto a gennaio di un anno prima. Tiene banco, invece, il settore Gpl, grazie a 11.413 nuovi mezzi, +30% sullo stesso mese del 2016 (il 6,6% del mercato).
Per quanto riguarda invece le auto elettriche, i numeri restano molto piccoli: 188 immatricolazioni. è un +63%, ma la loro quota nel mix delle alimentazioni non si schioda dallo 0,1% nel nostro paese.
Guardando i dati UNRAE dell’intero 2016, si vede che le auto ibride hanno quasi raggiunto quelle a metano: il loro “peso” nei volumi è salito al 2,1% contro il 2,4% dei veicoli puliti concorrenti. Per l’alimentazione elettrica al 100% parliamo sempre di cifre microscopiche, con 1.375 unità vendute, in leggera flessione rispetto al 2015 (-5,3%), che equivalgono allo 0,08% del mercato globale.
In Italia il principale stimolo allo sviluppo dei combustibili alternativi dovrebbe arrivare dal decreto DAFI pubblicato di recente in Gazzetta Ufficiale, che prevede una serie di obblighi per estendere le infrastrutture nazionali dedicate ai trasporti a zero emissioni, soprattutto le colonnine di ricarica pubbliche-private per rifornire i veicoli plug-in.
Vediamo il mercato mondiale 2016 delle vetture che si attaccano alla presa di corrente. Con 774.000 nuove immatricolazioni, la crescita è stata del 42% sui dodici mesi precedenti, ma per l’elettrico sono numeri poco significativi se consideriamo la sua quota assoluta nelle vendite (0,86%), come emerge dalle rilevazioni di EV-volumes.
La Cina è il paese trainante: 351.000 mezzi plug-in commercializzati (+85%), mentre l’Europa s’è fermata a 221.000 (+13%).
Secondo un recente studio di McKinsey, i costruttori possono puntare verso l’elettrificazione con alcune strategie-chiave:
Offrire modelli più economici di media autonomia, pensati per l’utilizzo prevalentemente urbano. Non tutti hanno i soldi per comprare una Tesla: dopo aver stuzzicato gli acquirenti early adopters, quelli che acquistano un prodotto nuovo appena esce sul mercato, bisogna puntare agli acquirenti di medio periodo (near-term electric car buyers), più interessati al rapporto qualità-prezzo di un mezzo ecologico e affidabile senza investire un capitale.
Abbinare nuovi modelli di business alle vetture più costose e con batterie di lunga durata, ad esempio car-sharing e servizi taxi. Compagnie come Uber e Zipcar potrebbero ottenere dei vantaggi economici, integrando la mobilità elettrica nelle rispettive flotte, perché il costo totale di possesso dei veicoli a zero emissioni è inferiore a quello delle auto tradizionali.
Investire di più in comunicazione e marketing. Secondo alcune ricerche di mercato svolte da McKinsey negli Stati Uniti e in Germania, il 30-45% delle persone afferma di aver considerato l’acquisto di un’auto elettrica, ma poi solo il 5% dei potenziali acquirenti ha davvero abbandonato i motori a combustione interna.
Non mettere la testa sotto la sabbia, ignorando l’elettrificazione dei trasporti. L’industria dell’auto, osserva McKinsey, non potrà contare a lungo solamente sui propulsori convenzionali. Nel 2025-2030, sostiene la società di consulenza, i veicoli elettrici avranno raggiunto la parità di prezzo con quelli a benzina-gasolio.
Eolico, Governo approva Dlgs su inquinamento acustico
Anche gli impianti eolici rientrano tra le attività fonte di rumore, oggetto dei due decreti legislativi di riordino della disciplina sull’inquinamento acustico che lo scorso 17 febbraio hanno avuto il via libera del Consiglio dei Ministri.
Sottoprodotti: in GU il regolamento del Ministero dell’Ambiente
Fissati i criteri indicativi per dimostrare come un residuo di produzione possa essere considerato sottoprodotto e non rifiuto. Presenti anche i criteri per le biomasse residuali utilizzate per la produzione di energia (biogas e combustione).
Microcogeneratore a biomassa non è assimilabile a centrale termoelettrica
Senza una concreta indagine sulle emissioni, non è possibile qualificare come “industria insalubre” un piccolo impianto di cogenerazione alimentato a biomasse.
Piemonte, utilizzo effluenti allevamento in deroga a Direttiva nitrati
La Regione Piemonte ha dettato le indicazioni operative con cui i soggetti interessati possono presentare domanda di utilizzo agronomico degli effluenti di allevamento in deroga alla direttiva nitrati 91/676/Cee.
Qualità dell’aria, Italia non rispetta regole Ue
La Commissione europea il 15 febbraio 2017 ha “bacchettato”; l’Italia per persistenti violazioni della normativa europea sulla qualità dell’aria con riferimento in particolare ai livelli di biossido di azoto.
Materiali in plastica per alimentari, via libera a Dlgs su sanzioni
Via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2017 allo schema di Dlgs recante le sanzioni per le violazioni della disciplina sui materiali destinati a venire in contatto con gli alimentari.
Infrazioni diritto Ue, in piedi solo ritardo su shopper leggeri
La Commissione Ue il 24 gennaio 2017 ha comunicato nuove procedure di infrazione “ambientale” a carico dell’Italia ma resterebbe in piedi solo il ritardo nel recepimento della direttiva “shopper leggeri” di plastica.
Piani regionali gestione rifiuti, warning Ue all’Italia
Il 15 febbraio 2017 la Commissione europea ha inviato un parere motivato all’Italia perché alcune Regioni non hanno aggiornato il Piano regionale rifiuti come previsto dalla direttiva 2008/98/Ue.
Conversione Dl “milleproroghe”, slitta versamento contributo Conoe
Il versamento del contributo al Consorzio degli oli e grassi vegetali esausti slitta al 1° luglio 2017 come prevede il Ddl di conversione del Dl 244/2016 (“milleproroghe 2017”) approvato dal Senato il 16 febbraio 2017.
Reach, dal 2 marzo 2019 scatta bando per “decaBDE”
La Commissione europea ha stabilito che, a partire dal 2 marzo 2019, l’ossido di bis(pentabromofenile) (“decaBDE”) non potrà essere prodotto o immesso sul mercato come sostanza in quanto tale.
Grosso guaio a Fukushima: che si farà ora?
La prima ispezione con sonda ottica a uno dei reattori danneggiati, che è stato possibile effettuare solo dopo sei anni, ha dato una bruttissima sorpresa: il corium ha sfondato il vessel. Ci sono livelli i radioattività tali da “uccidere” anche i robot e ora non si sa più come mettere in sicurezza la centrale. Sono passati quasi sei anni da quel tragico 11 marzo 2011.
Si ricorderà uno tsunami, che oltre a provocare direttamente 25.000 morti, mise fuori uso l’alimentazione elettrica alla centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, portando all’interruzione del raffreddamento e, quindi, alla fusione di tre dei quattro reattori, con successive esplosioni di idrogeno che distrussero la centrale e sparpagliarono materiale radioattivo nelle aree circostanti.
Ecco quanta energia dal vento consumiamo ogni giorno in Europa e in Italia
Una nuova piattaforma digitale realizzata dall’associazione WindEurope ci mostra la quota di elettricità eolica in Europa e nei singoli Stati del giorno prima, il mix elettrico su base oraria e a che ora il vento ha generato energia, oltre al fattore di capacità dell’eolico in ciascun paese. Quanta energia eolica è stata generata un giorno fa in ciascun paese europeo e quale quota del fabbisogno elettrico giornaliero è riuscita a soddisfare?
Per esempio ieri, 6 febbraio 2017, sappiamo che in Italia sono stati prodotti con le turbine eoliche 102 milioni di chilowattora, pari al consumo di circa 10 milioni di abitazioni o al 33% circa della domanda quotidiana di elettricità dell’industria. Una quantità di elettricità dal vento pari all’11,8% della domanda di energia elettrica richiesta ieri.
La quota coperta dall’eolico nell’UE è stata del 9,8%, per una produzione di 987 GWh, di cui 872 da eolico onshore e 115 da offshore, l’elettricità necessaria a quasi 100 milioni di abitazioni europee.