Chi non è cresciuto letteralmente sbavando, scusate il francesismo, sulla capigliatura rasata e sui tratti raffinati di Ralph Fiennes nel Paziente Inglese di Minghella? L’atmosfera vintage, il deserto aspro e allo stesso tempo romantico, una storia di passione e adulterio resa ancora più emozionante dalla guerra incombente che unisce e divide nazioni e persone.
Ho provato a leggere il libro da cui il film è tratto, ma il risultato non è stato ugualmente coinvolgente. Cosa mancava? Ralph Fiennes ovvio e i suoi occhi color ghiaccio.
Ci sono film che superano in fascino i libri che li hanno ispirati, il grande schermo si trasforma in questi casi in un grande libro dove le pagine e le parole prendono vita.
I puristi della lettura in questo momento mi staranno probabilmente lanciando un anatema o pungolando con degli spilli una bambolina di pezza con la mia faccia disegnata sopra, ma secondo me il legame tra film e libri non è sempre a senso unico e certe volte ai secondi preferisco i primi
Chi legge un libro si costruisce un’immagine precisa dei personaggi, il loro aspetto fisico, il loro modo di muoversi e vestirsi basandosi sull’incontro tra le parole dell’autore e la propria fantasia e quando questa immagine non trova rispecchiamento nel film si crea una rottura. Si rompe l’incanto dell’immaginazione.
Quello che è successo quando dopo 5 anni di Liceo Classico e centinaia di ore di traduzione dell’Iliade ho visto Troy al cinema. Una visione inattesa. Sorvolando sulla rielaborazione fantasiosa del testo omerico, la scelta degli attori era…come dire…appropriata! Probabilmente se mi fossi immaginata Brad Pitt in Achille e Orlando Bloom nel ruolo di Paride le mie interrogazioni avrebbero avuto tutto un altro pathos e non il solito Kalos kai Agatos senza significato. Entrambi molto Kaloi comunque. Anche Ettore faceva il suo figurone!
Sono sempre stata un’impaziente lettrice e una cineasta vorace. Amo affezionarmi ai personaggi che leggo, mi immedesimo e quando il libro finisce è come dire addio a un amico caro. Ecco perché spesso guardo il film ancora prima di aver letto il libro. Quando ho letto La Casa degli Spiriti della Allende l’eterea Clara aveva già il viso candido di Merly Streep, Rossella di Via col Vento l’epico sopracciglio alzato di Vivien Leigh e Florentino Ariza del L’Amore al tempo del Colera l’espressione dolce di Javier Bardem. Cosi come il conte László Almásy non potrebbe aver altro volto di Ralph Fiennes.
Quindi chiudete i vari Cinquanta sfumature di rosso, grigio, nero e arcobaleno che state leggendo voracemente in attesa di guardare il film al cinema, in certi casi non conviene essere impazienti, meglio rimanere ignoranti!