La doppia vita di Francesca, è questo il cuore del romanzo Figlie della stessa anima, dell’autrice Brunella Canobbio.
Due vite, quella del passato e quella presente, accomunate dalla stessa anima, sottile ma indissolubile filo che lega le due protagoniste perché, sebbene siano la stessa persona, di fatto sono due donne completamente diverse.
Francesca e Flò, due nomi, due vite.
La prima, insicura, incapace di vivere la sua vita come più desiderava perché “… troppo difficile per una senza palle come lei …”.
Questa debolezza fa della sua vita un’unica, grande recita con tanto di maschera che si vede costretta a indossare ogni giorno, ma che rinchiude la parte più vera di lei in una prigione dalla quale vede il mondo, ma non ne può fare realmente parte: “… un vaso immaginario dove racchiudeva tutto quello che lei non riusciva a essere. E il risultato, alla fine, fu uno soltanto: perse se stessa, non sapendo più chi fosse. L’eterna lotta tra l’essere e il dover essere …”.
Questa scelta, dettata dalla debolezza, ha una conseguenza terribile: il bisogno d’interrompere la finzione la trasforma in una farmaco-dipendente.
Dipendenza dai farmaci e bisogno di essere amata, ma anche questa diventa una lama a doppio taglio perché Francesca lo cerca nei posti sbagliati, confondendo il sesso con l’amore autentico: “… era diventata una puttana per amore. Anche se, in definitiva, quello che stava facendo con l’amore non c’entrava nulla. Si era trasformata in una donna che mendicava, implorava per una scopata, una donna che rinnegava se stessa e che si faceva violenza continua. Una violenza che l’avrebbe segnata nel profondo …”.
E il prezzo da pagare è altissimo: violenza fisica e psicologica. Riccardo, guardia penitenziaria conosciuta su Facebook abusa di lei e questo diventa il punto di rottura, di non ritorno. Il crollo definitivo con il tentativo di suicidio.
Il successivo ricovero nel reparto di psichiatria dove Francesca è messa davanti a una scelta: continuare sulla vecchia via o tornare a vivere e diventare la donna che davvero è, senza più maschere, senza finzioni. Senza permettere che siano gli altri a scegliere per lei. E Francesca troverà dentro di sé la forza per voltare pagina e cominciare tutto da capo, con una nuova, inossidabile consapevolezza: la vita, così come la speranza, danno sempre nuove occasioni: “… continuare la loro vita sbagliata o mettere in discussione tutto il passato per poi ricostruirlo pezzo dopo pezzo, fino a ritrovare se stessi e la speranza. Francesca aveva scelto la speranza …”.
Una nuova Francesca esce dall’ospedale, Flò, donna determinata a trovare se stessa e a vivere la vita che ha sempre desiderato.
Scopre finalmente il vero amore in Manuel, ortopedico conosciuto in ospedale a seguito di una caduta di Mariuccia, la nonna di lei.
Si trovano, si scoprono e si amano, vivono una vita fatta di passione e profondi sentimenti, ma anche di piccole cose, quelle che sono il sale di ogni relazione.
Una vita di coppia piena e invidiabile, che è messa alla prova quando Flò scopre di essere incinta. La ragione? In passato aveva avuto tre aborti spontanei e ormai, come dice lei stessa, non pensava più alla possibilità di una gravidanza, tanto che, incerta, decide di nascondere la gravidanza all’uomo della sua vita, una scelta che genera tensione tra i due.
Anche quando tutto sembra risolto, il destino gioca ancora con le loro vite: dopo gli esami ginecologici, emerge l’alta probabilità che Angelica (perché di una bambina si tratta) sia portatrice di Sindrome di Down.
Questa scoperta genera una nuova rottura tra i due, specie quando Flò decide di non ricorrere ad aborto terapeutico e portare a termine la gravidanza.
Manuel lascia la casa di sua moglie e si trasferisce in albergo,tuttavia l’amore per sua moglie e di conseguenza per la figlia lo fa tornare sui suoi passi, pronto ad amare il dono che la vita gli ha regalato.
Di nuovo insieme, quando ormai sono entrambi pronti e certi di poter amare Angelica in modo incondizionato, il destino sferra un terribile colpo a Flò e Manuel: a seguito di complicazioni causate da gestosi, è necessario un ricovero d’urgenza e la stessa Flò rischia di perdere la vita, ma viene tuttavia salvata. Per la bambina invece non c’è niente da fare.
Un nuovo dramma nella vita della protagonista che tuttavia riesce a far fronte al dolore con la forza con la quale anni prima era riuscita a sconfiggere la sua dipendenza e a lottare contro i demoni che la tormentavano.
La stessa forza che l’ha fatta diventare la donna che è adesso. Lo stesso Manuel, anche se più lentamente, riesce a superare il dolore della perdita e con la moglie, alla fine, ricevono una nuova, meravigliosa opportunità: l’affido di Elena, una bambina down che cambierà per sempre la loro vita.
Figlie della stessa anima è un romanzo che tratta forti tematiche sociali, d’impatto, che porta il lettore a porsi domandi sulla vita e su quanto sia difficile trovare il proprio posto nel mondo, senza compromessi, in cerca di una felicità che non è così scontato raggiungere. Un romanzo quello di Brunella Canobbio che lascerà un segno dell’anima di chiunque lo leggerà.
Stefano Milighetti