Luciano Ralli del Pd è stato eletto presidente del Consiglio comunale; Andrea Modeo (Pd) e Gianni Pagliazzi (Pdl) sono i vice presidenti. Detta così tutto bene, ma la realtà della seduta di insediamento del nuovo Consiglio aretino è stata molto meno lineare. Dopo le introduzioni di rito del “Consigliere Anziano” (in realtà il giovanissimo PD Matteo Bracciali), le “surroghe” dei consiglieri nominati assessori da Fanfani (con conseguente ingresso di Nofri, Piervenanzi, Fontana, Bertoli (PD) e Aurora Rossi (Sinistra per Arezzo) e il minuto di raccoglimento per Stefano Baldi si è infatti giunti al topico momento della votazione per il Presidente del Consiglio Comunale.
Carica non certo da sottovalutare, vista l’importanza di questa figura nel definire i lavori dell’assemblea. Il Pd ha proposto Luciano Ralli, nome gradito anche al Pdl, ai lucheriniani di Progetto per Arezzo, al “Terzo polo”. Pareva inizialmente che gli unici a dire No sarebbero stati i due “grillini”, orientati sul loro consigliere Daniele Farsetti e molto critici verso le “liturgie” della politica. Poi, al momento del conto dei voti, la sorpresa: Ralli eletto, ma con soli 27 voti sui 32 totali. 4 schede bianche, alquanto inattese. Una è sicuramente di Ralli, che ha correttamente evitato di autovotarsi, sulle altre il mistero si chiarisce solo dopo un po’, quando al momento della scelta dei vicepresidenti i consiglieri Barone (IDV) e Tulli (SEL) “confessano”, pur ribadendo la stima a Ralli, di aver lasciato la scheda bianca per motivazioni politiche.
Un inizio un po’ zoppicante per la maggioranza, peggiorato poi quando Barone e Tulli, sul tema vice-presidenti, ruolo in cui il PD aveva indicato il suo consigliere Andrea Modeo, hanno suggerito di inserire invece una donna, lanciando il nome di Aurora Rossi (Sinistra per Arezzo).
L’appello è rimasto inascoltato e la votazione finale ha eletto appunto Modeo, 17 voti, il Pdl Gianni Pagliazzi (candidatura lanciata da Grazia Sestini), 9 voti, con il consenso anche di Progetto per Arezzo. Due i voti ottenuti da Rossi, uno da Bennati, due schede bianche, due schede nulle.
In conclusione un esordio un po’ incerto per la nuova maggioranza. Il PD ha da solo la maggioranza dei seggi, ma quando si parla di “coalizione” i nodi sono già venuti al pettine e le frizioni non mancano.
In chiusura, fra le curiosità, si segnala la presenza di un Fabio Fioroni “togato”, cioè presentatosi in platea vestito da giudice